"Pessoa - Since I have been me", regia di Robert Wilson, al Teatro della Pergola di Firenze - Lucie Jansch
Spettacolo allo stato puro, teatro totale… È difficile trovare una definizione che possa descrivere l’opera che Robert Wilson ha realizzato con la messa in scena di Pessoa - Since I’ve been me in prima mondiale fino a domenica al Teatro della Pergola di Firenze. Il geniale regista e drammaturgo texano, uno tra i più importanti artisti del teatro e delle arti visive del mondo, gioca da par suo con l’illuminazione dello spazio (lui parte sempre da lì) per poi riempirlo con una costruzione di parole, gesti, colori, suoni, rumori e immagini, plasmando giovani attori capaci di tutto: recitare, cantare, mimare, ballare… Performer in grado di lavorare in più lingue e di superare la barriera linguistica stessa, offrendo una visione e un ascolto talmente intriganti per cui lo spettatore non fa più nemmeno caso alle quattro diverse lingue usate (italiano, portoghese, francese e inglese) per condividere la sonorità dei versi poetici di Fernando Pessoa (Lisbona 1888-1935), uno degli ultimi veri visionari, considerato oggi un eroe in Portogallo, riconosciuto in tutto il mondo come uno degli autori più importanti del secolo scorso, affascinato dalle questioni dell’esistenza e della civiltà, intenzionato a cambiarne il corso con la sua opera, scrivendo sotto nomi diversi, producendo altri-sé, quelli che lui stesso chiamava «eteronimi». Non erano pseudonimi: erano lui, ma allo stesso tempo non erano lui.
È così che Bob Wilson, attraverso i suoi sette attori ci propone le diverse identità di Pessoa, a partire dal personaggio somigliante al poeta, ma anche a Charlie Chaplin - Charlot, interpretato dall’attrice portoghese Maria de Madeiros, gesticolante e silente in proscenio mentre il pubblico prende posto in sala.
Con la de Medeiros, volto conosciutissimo di cinema e teatro, entrano poi in scena il brasiliano Rodrigo Ferreira, la franco-brasiliana Janaína Suaudeau, il francese di radici africane Aline Belibi, l’italiana Sofia Menci proveniente dalla Scuola «Orazio Costa» della Pergola, l’italiano di lunga residenza francese Gianfranco Poddighe e l’italo-albanese Klaus Martini. I loro idiomi rispecchiano quelli con cui Pessoa si esprimeva: il portoghese, la sua lingua; l’inglese, avendo vissuto con la madre e il patrigno a Durban in Sud Africa dal 1896 al 1905; il francese, lingua scoperta attraverso la passione per i letterati "decadenti" d’Oltralpe; infine, l’italiano, aggiunto come sigillo all’universalità dell’opera dello scrittore portoghese la cui poesia, come spiega Darryl Pinckney a cui si deve la drammaturgia di Since I’ve been me, «è una profonda interrogazione sul linguaggio come esistenza. La forza dell’immaginazione poetica di Pessoa sta nella sua volontà di scrivere e continuare a scrivere contro ogni dubbio e nella sua straordinaria capacità di farlo passando indifferentemente da una lingua a un’altra».
Commissionato e prodotto dal Teatro della Pergola di Firenze e dal Théâtre de la Ville di Parigi nel segno del progetto comune "L’Attrice e l’Attore europei", coprodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, dal Teatro Stabile di Bolzano, dal São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, dal Festival d’Automne à Paris in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Pessoa. Since I’ve been me (frase che si ispira a Il libro dell’Inquietudine traducibile in "Da quando sono io") è uno spettacolo fortemente voluto dal direttore del principale teatro fiorentino, nonché direttore generale della Fondazione Teatro della Toscana, Marco Giorgetti, nell’anno, il 2024, in cui il Portogallo festeggia mezzo secolo dalla Rivoluzione dei Garofani che riportò la democrazia nel Paese dopo anni di dittatura. Con Giorgetti, per ben sei anni, hanno lavorato a questo progetto internazionale i suoi più stretti collaboratori a partire da Riccardo Ventrella. Il risultato è un’opera emozionante, una produzione internazionale che dimostra come Firenze, confrontandosi attivamente con l’Europa, possa imporsi all’attenzione del mondo non solo per le proprie bellezze artistiche e architettoniche, o per la lirica del Maggio musicale, ma anche per il teatro di prosa, che resta pur sempre uno dei principali veicoli di cultura.
Inutile dire a questo proposito del tutto esaurito ogni sera alla Pergola e delle standing ovation con dieci minuti di applausi registrati alla prima con la presenza di Robert Wilson. Repliche a Firenze, come accennato, fino a domenica 12. Dopo di che lo spettacolo sarà a Parigi, al Théâtre de la Ville, dal 5 al 14 novembre, prima di iniziare una tournée internazionale, che toccherà nuovamente l’Italia il prossimo anno, al Politeama Rossetti di Trieste dal 13 al 16 febbraio 2025.