venerdì 2 agosto 2024
La bulimia, la guarigione, la solitudine, il riscatto: ecco chi è la nuova campionessa olimpica di judo categoria 78 kg
Alice Bellandi sul podio di Parigi 2024

Alice Bellandi sul podio di Parigi 2024 - Ansa

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Sono belle parole le sue: “Non c’è buio che duri per sempre”. Ed è davvero una bella storia. Come quasi tutte quelle che arrivano sul podio di un'Olimpiade, oppure che lo sfiorano soltanto. E’ una bella storia perché non c’è solo una medaglia d’oro alla fine, ma un percorso. La luce in fondo al tunnel, la guarigione, il riscatto, l’affermazione di una volontà gigante, quasi una ricompensa dovuta. L’ha inseguita tanto Alice Bellandi questa medaglia a Parigi 2024. L’ha sognata anche di notte, come racconta a Casa Italia poche ore dopo aver battuto l’israeliana Inbar Lanir in finale.

Judo, regno delle cinture. Niente moda, zero firme. Solo disciplina antica. Sembrava una disciplina stregata per l’Italia in questi Giochi. Invece è arrivata Alice a spezzare l’incantesimo. La sua è la prima medaglia azzurra del judo in questa edizione. Ed è d’oro. La Bellandi l’ha conquistata davanti a il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che era in tribuna e che l’ha festeggiata alla fine, nella categoria fino a 78 kg, al termine di una giornata combattuta sempre da protagonista.

A Parigi c’era arrivata da numero uno della classifica mondiale, dopo l’eliminazione ai quarti di finale ai Giochi di Tokyo dove aveva combattuto nella categoria di peso inferiore (fino a 70 kg). Dopo la vittoria, Alice è corsa in tribuna per abbracciare e baciare la sua compagna Jasmine: “Il mio è un oro pieno d’amore. Tutto si muove per amore, lo sport è amore, i partner di qualunque sesso siano, sono amore…”.

Ha 25 anni Alice e vive a Roma, ma è nata a Roncadelle (Brescia), incredibilmente lo stesso paese di Giovanni De Gennaro che poche ore prima aveva vinto l’oro nel kayak: dopo un bronzo e un argento mondiali negli ultimi due anni, ecco per lei la medaglia d’oro ai Giochi. Bellandi è la seconda italiana nella storia a salire sul gradino più alto del podio olimpico dopo Giulia Quintavalle (Pechino 2008). Appartiene al gruppo sportivo delle Fiamme Gialle e ha iniziato a praticare judo all’età di 3 anni. Per riuscire a restare nella categoria di peso, raccontò nei giorni di Tokyo, si obbligava a perdere 10 kg nel mese prima di un evento. Cosa che le ha causato stati di depressione e gravi disturbi alimentari. "Dopo le gare – spiega - mangiavo compulsivamente, anche se sentivo il bisogno di vomitare, specie di notte. Sono finita nel caos e nell'oblio, in più il mio sistema immunitario è crollato e ho avuto la menorrea e la tigna. Stavo male, soffrivo ma non riuscivo a fermarmi, volevo Tokyo a tutti i costi”. Il Covid per lei in qualche modo era stato utile: “Ho passato la quarantena a Roma dove ho potuto prendere fiato e capire che dovevo chiedere aiuto. In un certo senso il lockdown mi ha salvato in quanto ero in sovraccarico nervoso e fisico”.

Alice è poi passata alla categoria dei 78 kg: "Ho trovato la mia dimensione. Ho ripreso in mano me stessa con una nuova mental coach, Laura Pasqua. Mi ha aiutato molto anche Francesco Fagnani, un nutrizionista con il quale ho resettato tutto”. Fino a Parigi. Ieri sera, mentre una selva di microfoni e le telecamere si facevano raccontare la sua impresa, si è lasciata andare: “Non potete capire cosa possa valere per me questa vittoria. I sacrifici passati, i pianti. In questa medaglia c’è tutta me stessa, la mia fede, le mie emozioni più grandi. Ora siete tutti qui davanti, e siete in tanti. Ma quello che mi rende più felice è voltarmi indietro, ricordare quello che ero e quello che ho passato quando stavo male davvero, quando ero da sola. Per questo mi sento di dire una cosa: non c’è buio che duri per sempre. Basta crederci”.

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