Claire Michel stremata - Epa/Wu Hong
La Senna alla fine ha colpito. Ma il suo grado di inquinamento batterico resta un’opinione che test e provette possono cancellare. O almeno così pare, perché la gara di triathlon misto questa mattina a Parigi è stata disputata nonostante la notizia, diffusa dal Comitato olimpico belga, secondo la quale una delle sue atlete, Claire Michel, si sarebbe ammalata dopo la prova nella Senna di mercoledì scorso per aver nuotato nel fiume. Finita al 38° posto del triathlon femminile avrebbe contratto un'infezione intestinale da Escherichia coli. Il Belgio per protesta, ma anche per precauzione, ha ritirato la squadra dalle gare.
Dopo il caso scoppiato alla vigilia dei Giochi, con la Senna che per alcuni giorni era stata dichiarata non praticabile per le gare di nuoto prima di tornare improvvisamente balneabile dopo i test effettuati all’ultimo giorno utile per non cancellare la prova, il problema ora riesplode anche in prospettiva. Giovedì e venerdì infatti nelle stesse acque sono in programma le gare del nuoto di fondo 10 km femminili e maschili, dove tra l’altro è impegnato anche l’azzurro Paltrinieri insieme ad altri tre compagni di squadra.
Anche un atleta svizzero, che si era tuffato nella Senna per la gara di triathlon maschile mercoledì scorso, presenta sintomi di gastroenterite, ma il suo Comitato olimpico non ha ritirato gli atleti dalla gara di stamattina in quanto i medici non ritengono evidente un legame di causa-effetto fra la gara effettuata e il sopraggiungere dei sintomi. A lamentare sintomi, si apprende da fonti svizzere, è stato Adrien Brifford, arrivato 49°, che durante la gara è finito sott'acqua dopo aver urtato un collega. Il medico della squadra svizzera, citato dal sito Hanspeter Betschart, si dice non in grado di stabilire un legame fra la gastroenterite dell'atleta e la gara: "Un sondaggio che ho condotto con i miei colleghi degli altri paesi non ha, al momento, ha rivelato alcuna intensificazione delle malattie gastrointestinali negli atleti che hanno partecipato alla gara mercoledì scorso".
Immediate e molto dure comunque le reazioni. “Oggi Louis Pasteur, padre della moderna microbiologia, si rivolta nella tomba. Far nuotare gli atleti nella Senna ha riportato il mondo indietro di 100 anni", ha postato su X l'infettivologo Matteo Bassetti. "Alla fine l'Escherichia coli è il minore dei problemi infettivologici che si possono contrarre", scrive il primario del Policlinico San Martino di Genova. Si tratta infatti di "un problema ben conosciuto, risolvibile con una terapia antibiotica". Ma in quelle "acque putride, popolate da topi e chissà quale altro animale", si può fare anche incontrare con rischi potenzialmente gravissimi, "dalla leptospirosi alla salmonella, alla shigella e alla yersinia". Per Bassetti "è davvero incomprensibile come si possa aver consentito a degli atleti di nuotare in un fiume tanto inquinato che rappresenta un rischio per la loro salute nonostante la comunità scientifica avesse chiaramente avvisato gli organizzatori dei potenziali rischi".