Per Gianna Nannini novo album, tour e un film - Foto di Luigi&Iango
“La morte è obbligatoria, ma l’età è facoltativa”. Gianna Nannini si avvicina alla soglia dei 70 anni, che compirà il 14 giugno, investendo l’ascoltatore con un’onda d’urto di energia rock di una potenza che i giovani artisti di oggi se la sognano. Il “mantra” di cui sopra è il verso/concetto portante di 1983, il brano che apre il nuovo album di inediti Sei nel l’anima (non è un errore di battitura, ma un titolo voluto) della rocker senese che sa sempre sorprendere. «Non vedono l’ora di appiopparmi la mia età anagrafica, ma siccome sono “nata” nel 1983 dopo un periodo di smarrimento, insisto che l’età è facoltativa. Invito gli altri a scegliere quella che si sentono » ci spiega la cantante mentre si aggira senza riuscire a stare ferma per l’ufficio dove ci riceve in chiodo di pelle rossa e anfibi. L’unica cosa “classica” che indossa sono due eleganti anelli vintage, uno di brillanti e un’acquamarina. «Sono gli anelli di mia madre» sussurra accarezzandoli con tenerezza.
E’ giunto però il momento giusto per fare il punto su una carriera straordinaria, fatta di brani dirompenti, romantici, ma anche provocatori (ma quando mai il rock non lo è stato?), che hanno definito un genere musicale, il genere Nannini. Che è poi l’unico “genere” che davvero a noi interessa. Quindi arrivano un film sulla sua vita, un libro e un tour. Gianna Nannini torna quindi con un progetto multimediale che riecheggia una delle sue hit più famose, Sei nell'anima, intesa anche musicalmente come soul. «Tu essere umano sei l’anima, o se nell’anima o non sei da nessuna parte» ci spiega più energica che mai Gianna, autentica rockstar internazionale, che fa centro con un album che propone grinta e poesia, su una base musicale ricca di suono, chitarre e violini, tra anima mediterranea, rock puro e tanto soul. «Questo è un viaggio che è partito con America probabilmente: dopo il blues con cui mi ero fatta la tecnica vocale e il percorso del rock mitteleuropeo e poi sinfonico, avevo imboccato una mia strada mediterranea, ma il percorso non si poteva che chiudere con il soul».
La cantante e autrice rivela si avere avuto l'idea di un disco di cover di grandi pezzi soul «da Dylan a Janis Joplin con i testi riscritti da me, avevo già chiamato a collaborare De Gregori e Pacifico. Ma è stato impossibile realizzare per la difficoltà di ottenere il permesso dai detentori dei diritti, gli unici che ci hanno dato il permesso sono gli eredi di Etta James. Quindi ho deciso di scrivermi un disco tutto io, ex novo, ed ho chiamato dei produttori e dei coautori specializzati che mi guidassero», racconta Gianna che ha ingaggiato grandi produttori internazionali, Andy Wright (Massive Attack, Jeff Beck, Simply Red) e Troy Miller (Amy Winehouse, Diana Ross), fino al produttore e chitarrista Raül Refree. Ma anche autori come Peppino Di Capri (»volevo il suo swing», dice) e Pacifico.
Dunque la parola “anima” alla base delle dodici tracce dell'album. Anticipato dal primo singolo Silenzio e accompagnato dal nuovo singolo Io voglio te dedicato al suo pubblico, l'album si apre con un brano potente 1983 «l’anno della mia vera nascita dopo un black out della mia mente – spiega -. Non sono state le droghe, era stato lo stress, la pressione che mi aveva mandato in cortocircuito e son scoppiata. Il 1983 era l’anno di Fotoromanza, ero nel cast del film Sogno di una notte d’estate di Salvatores, stavo preparando il disco, non dormivo la notte: avevo perso me stessa, avevo un io diviso, ho sperimentato il non capire chi sei, la vera follia. E stato un momento drammatico, perché se non torni, non torni più». Ma lei è riuscita a tornare con le sue forze. « Mi chiedevano delle hit, ma non riuscivo a concen e lavorare. E’ stato difficile uscirne, ma è la mia mente che ha fatto tutto – rivela -. Col tempo mi sono autoguarita. E sono arrivati Bello e impossibile, Profumo, Sei nell’anima. Sono davvero ripartita con Scandalo nel 1990». Cosa ne pensa dei tanti giovani artisti, a partire da Sangiovanni, che al Festival di Sanremo hanno dichiarato il loro disagio mentale? La rockstar di lungo corso mette in guardia i giovanissimi: «Quando si è dentro l’industria musicale, non ci si rende conto della pressione. Il giorno che non funzioni, il business centrale della musica ti dice: non funzioni più, ti si cambia. E poi ti si cambia qualche rotella».
Il 1983, l’anno della rinascita, è centrale anche nel film Sei nell'anima (tratto dalla sua autobiografia riedita per Mondadori) disponibile dal 2 maggio su Netflix che propone un frammento della sua storia, fino ai trent'anni, dall'infanzia ai suoi primi successi. Il nuovo tour europeo previsto per il prossimo novembre 2024, toccherà le arene europee della Svizzera e della Germania, per arrivare a Firenze, Torino, Milano, Eboli e Roma. Un brano bello e toccante dell'album è Lento lontano, un gospel in italiano dedicata al padre scomparso nel 2007 su cui Gianna si commuove. «Questa non la posso ascoltare esco un attimo» dice mentre dalle casse escono le prime note malinconiche che si sviluppano in poesia dell’assenza. Alla fine torna con gli occhi lucidi. «Questo è il mio brano preferito dell'album. Sul testo ho lavorato moltissimo, è talmente personale che non riesco neanche a cantarlo, mi ricorda mio padre, non so se lo farò dal vivo», ammette la Nannini che in un passaggio sull’assenza si interroga: «C’è solo Dio a portata di mano / ma non risponde mai a nessuno». Gianna Nannini che si interroga in una canzone su Dio è una cosa inedita: come mai? «E’ l’ultima chance, ma magari Lui non c’è…» risponde disincantata. Si passa poi all’amore tossico in Filo spinato, a Il buio nei miei occhi (I'd rather go blind) (riscrittura in italiano dell'omonimo brano di Etta James datato 1968) sino a Stupida emozione (scritta da Gianna Nannini con Peppino Di Capri e Pacifico) sino a chiudere con un duetto spaziale tra la chitarra classica di Raül Refree Mi mancava una canzone che parlasse di te.