Fotogramma
A 96 anni lavorava ancora. Per lui il palcoscenico era la vita. E lo ha calcato fino alla fine, come succede ai più grandi attori. In primavera aveva terminato la tournée con la compagnia di Gianluca Guidi per portare ancora una volta nei teatri d’Italia il musical Aggiungi un posto a tavola, scritto dal fratello Pietro e da Giovannini con Iaia Fiastri. Stavolta faceva (in diretta, dietro le quinte) “La voce da Lassù”, con quel suo tono autorevole e tenero, dopo aver interpretato per decenni, a fianco di Johnny Dorelli, la parte del sindaco Crispino. Ma la carriera di Enzo Garinei, morto stamattina nella sua casa di Roma, è lunga più di mezzo secolo.
Ottanta film, quasi sempre con ruoli brillanti da comprimario di lusso, e tanto, tanto teatro leggero, soprattutto le commedie musicali della premiata ditta che è stata anche la sua famiglia. Era nato a Roma il 4 maggio 1926. Il suo debutto al cinema risale a subito dopo la guerra (1946) sul set di Signorinella di Mario Mattoli e poi eccolo a fianco del principe De Curtis, in Totò le Mokò. Con Totò ha recitato decine di film scelto da Mattoli, Monicelli e Mastrocinque come caratterista di grande efficacia, non solo per la bravura e la disinvoltura che mostrava davanti alla macchina da presa ma anche per l’aspetto, con quella faccia oblunga, le orecchie a sventola e il sorriso che non gli mancava mai, nemmeno fuori dal palcoscenico e nei rapporti extra lavoro. Gioviale, simpatico, galante con le signore, come si usava una volta, Enzo Garinei era amatissimo dal pubblico. Ha fatto anche tanta televisione, interpretando sempre personaggi simpatici, come nella serie Mediaset Io e la mamma, con Delia Scala e Gerry Scotti, o partecipando a decine di sketch in trasmissioni di varietà. L’elenco dei titoli in cui Garinei figurava nel cast è lunghissimo. Da sottolineare il sodalizio artistico con Gino Bramieri soprattutto in G.B. Show e Cielo, mio marito.
Tra le commedie musicali che lo hanno visto protagonista c’è anche Alleluja brava gente, sempre del magico due Garinei-Giovannini. La sua era una comicità garbata, mai chiassosa, composta ma efficacissima, esplosiva, elegante, di stile anglosassone senza mai rinnegare le sue origini romanesche. Il suo talento gli consentiva anche di interpretare ruoli drammatici. Da non dimenticare il suo lavoro di doppiatore: ha fatto la vocina di Stanlio in diversi film. Se n’è andato un grande attore, un signore, un lavoratore infaticabile, in grado di sostenere anche da “anziano” ore e ore di prove e di spettacolo in teatro e poi di conversare con i cronisti che gli chiedevano di raccontare di sé e della sua vita di artista. Lui si scherniva ma poi ben volentieri raccontava del fratello Pietro e della farmacia romana dove è nata la commedia musicale italiana. Ricordiamo le sue piroette da novantenne sul palco e il sorriso largo che ogni volta, nella passerella finale, sapeva regalare al suo pubblico.