Adriana Mascagni - Immagine d'archivio
“Chi canta prega due volte” diceva Sant’Agostino. E la vita di Adriana Mascagni è stata un intreccio gioioso di musica e dedizione al Grande Ideale di Cristo. La musicista, pronipote del celebre compositore Pietro, si è spenta l’altra notte a Milano dopo una lunga malattia. È stata l’autrice di molti dei canti della tradizione di Comunione e liberazione, tra cui Povera voce, scritto con Maretta Campi ed eseguito in tutto il mondo, nelle comunità cristiane e durante le cerimonie religiose.
Tra i suoi brani, ricordiamo Grazie Signore e Il mio volto. Struggente, il canto natalizio Aria di neve, in cui racconta la notte di Betlemme: "Aria di neve stasera e nessuno ha tempo di aprire la porta ed il cuore. Aria di neve stasera nel cielo si muove una stella che si fermerà solo là, sulla casa più lontana".
Incontrò don Luigi Giussani, il fondatore di Cl, quando aveva solo 16 anni e frequentava il liceo: ne rimase folgorata dalla schiettezza e dal nitore del giudizio sulla fede e, innanzitutto, dal fatto che il canto, per lui, "era un modo per parlare con Dio". "Quell'incontro è stato l'avvenimento che ha rivoluzionato la mia vita" raccontava.
"Mi sono chiesta tante volte che cosa è il canto. Il canto per me è il punto più alto e sublime di tutte le arti, nel senso che la pittura, la poesia, quando sono arte, diventano canto" disse durante un incontro al Meeting di Rimini del 2001. Parole che hanno segnato tutta la sua esperienza umana, vissuta seguendo quella "stella" che illuminò per la prima volta la sua giovinezza e dalla quale non distolse mai lo sguardo. Perché il canto è preghiera, ma anche affettività e pienezza, capace di cogliere la bellezza del creato in ogni suo aspetto.
Adriana Mascagni lascia il marito Peppino Zola, avvocato, già assessore comunale dal 1985 al 1987 e vice-sindaco di Milano dal 1991 al 1993, e i figli Giovanni e Giuditta. I funerali si svolgeranno domani (venerdì 23 dicembre) alle ore 11 nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano.