La copertina di "Gutenberg" n. 2, 18 ottobre 2024 - -
Attualmente oltre il 50% della popolazione mondiale vive nelle città ma si stima che nel 2030 salirà a più del 70%. Soprattutto in Africa, Asia e America Latina, accanto a colossi urbani da decine di milioni di abitanti si stende un pulviscolo di centri minori. Tutti alla ricerca di un rinnovato ordine sociale e di spazi di convivenza civile. In occasione dell'uscita in sala dell'atteso film Megalopolis di Francis Ford Coppola, il nuovo numero di "Gutenberg", l'inserto culturale di "Avvenire" che sarà allegato all'edizione (cartacea e digitale) del 18 ottobre, tenta un'esplorazione non convenzionale degli spazi urbani del presente e del futuro.
La copertina di "Gutenberg" n. 2, 18 ottobre 2024 - -
Giorgio Ferretti attinge alla sua esperienza di missionario in Mozambico per spiegare come in Africa la città abbia un doppio volto, di rifugio ma anche di bomba sociale, soprattutto nelle immense periferie informali cresciute spontaneamente con l'inurbamento dei giovani. Elena Granata, urbanista del Politecnico di Milano, mette in guardia dalle semplificazioni, ricordando quanto sia necessario, per comprendere il futuro che ci attende, concentrarsi non soltanto sulle metropoli, ma anche sul tessuto delle città medio-piccole e sulle relazioni con le aree agricole. Il botanico Stefano Mancuso invita architetti e urbanisti a ispirarsi ai modelli di crescita armonici che troviamo nel mondo naturale, mentre il biblista Luca Mazzinghi ripercorre la presenza urbana nelle Scritture e richiama alla necessità di abitare le città, oggi, da parte della Chiesa in uscita. Ed ecco quindi, in chiusura della sezione monografica, l'analisi critica di Alessandro Zaccuri del film di Coppola e le parole del regista alla Festa del Cinema in corso a Roma.
Si muove poi come sempre in modo trasversale attraverso i generi e i formati la seconda sezione di "Gutenberg", "Percorsi", che spazia dalla letteratura con il nuovo romanzo di Giovanni D'Alessandro alla forte presenza nell'immaginario contemporaneo della Londra vittoriana; dai momenti più cupi del Novecento europeo alle esperienze riuscite di convivenza nelle diversità.