martedì 15 ottobre 2024
Al torneo saudita parteciperà anche il tennista danese. Un gioco veloce e intenso, un potenziale e un'ambizione da campione, combinati a un carattere pungente e provocatorio fuori e dentro il campo
Holger Rune

Holger Rune - Ansa

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Inizia oggi, mercoledì 16 ottobre, il Six Kings Slam, il torneo esibizione di Riad che mette in palio 6 milioni di dollari. I primi a scendere in campo per il primo quarto di finale saranno Jannik Sinner e Daniil Medvedev alle 18:30 (ora italiana). A seguire, non prima delle 20, il secondo quarto di finale tra Carlos Alcaraz e Holger Rune. Dalla prima partita uscirà l'avversario di Novak Djokovic, dalla seconda quello di Rafael Nadal. Le semifinali si giocheranno giovedì 17, mentre la finale e la sfida per il terzo posto andranno in scena sabato 19.

Tra i partecipanti del Six Kings Slam rientra anche Holger Rune, il tennista danese classe 2003 attualmente al 14° posto della classifica Atp. Un giocatore veloce, intenso, che utilizza la racchetta come un’arma. «Vado in campo come se stessi andando in guerra», aveva dichiarato. Spesso, però, Rune non lotta soltanto contro lo sfidante al di là della rete. Il gioco energico e aggressivo è accompagnato da un carattere pungente e provocatorio e, durante le partite, non mancano i confronti accesi. Ne è un esempio la semifinale di Monte Carlo del 2023, in cui il danese ha battuto Jannik Sinner. Nei momenti più difficili, Rune non ha esitato a polemizzare contro il pubblico, a favore dell’italiano: dito davanti alla bocca per zittire gli spettatori e mano all’orecchio come per chiedere “Avete ancora qualcosa da dire?”.

Contrasti di questo tipo non sono rari quando il ventunenne scende in campo. Nel 2022, al primo turno di Parigi-Bercy – finora l’unico Master 1000 conquistato da Rune –, il danese ha vinto contro Stan Wawrinka. Durante la consueta stretta di mano a rete, lo svizzero ha ripreso l’avversario: «Il mio consiglio è di smettere di comportarti come un bambino in campo». Nel mezzo di uno scambio, infatti, Wawrinka è scivolato e l’arbitro gli ha concesso qualche minuto di stretching. Nel frattempo, Rune si è rivolto al suo angolo chiedendo «Ma quanto ci mette questo?». Vicenda che ha avuto un seguito quando i due si sono incontrati a Indian Wells l’anno successivo. Questa volta è stato lo svizzero ad avere la meglio. «Adesso hai qualcosa da dirmi?», gli ha domandato il danese a fine partita. Wawrinka non ha risposto alla provocazione, ma ha chiarito la sua opinione in conferenza stampa: «Lui è un giovane tennista dal gran potenziale, ma si sta costruendo una reputazione di cui in futuro si pentirà».

I commenti di Rune sono sempre stati spiazzanti. Nel 2020 aveva dichiarato al canale danese “TV 2” di poter superare i 14 Roland Garros vinti da Rafael Nadal: «Credo di poter battere il suo record». Allora aveva 17 anni , ma i paragoni taglienti non sono diminuiti. Dopo la sconfitta al Roland Garros del 2022 ha parlato del suo comportamento al quotidiano danese “Ekstra Bladet”, questa volta chiamando in causa Roger Federer: «Quando era giovane era forse 40 volte peggio di me ed è uno dei tennisti più amati del tour, quindi penso di avere tutto il tempo per costruirmi un’immagine migliore».

Un talento, con le potenzialità e le ambizioni da campione, che nonostante i successi ottenuti prima di diventare professionista – è stato numero 1 nella classifica juniores – non ha ancora tagliato i traguardi di Sinner e del suo coetaneo Carlos Alcaraz. In più occasioni, Rune aveva definito il trio i «Big 3 del futuro», ma i suoi migliori risultati negli Slam si fermano per il momento ai quarti di finale. Quanto alla posizione nella classifica Atp, ha conquistato il suo best ranking il 21 agosto 2023, quando è salito al 4° posto. Da allora, il danese è entrato in un periodo di calo fisico e di rendimento, complici i numerosi cambi all’interno del team.

Dall’inizio della scorsa stagione a oggi, Rune ha cambiato sei allenatori, tra cui Boris Becker e Severin Lüthi, quest'ultimo per 15 anni al fianco di Federer. La collaborazione con i due è terminata a gennaio di quest’anno, dopo appena tre mesi: entrambi avrebbero avuto impegni professionali che gli impedivano di seguirlo come lui avrebbe voluto. «Holger ha bisogno di un allenatore che stia al suo fianco sempre», ha spiegato la madre Aneke, presente a tutti gli incontri del figlio. A settembre, nel team di Rune ha fatto il suo ingresso Benjamin Ebrahimzadeh, che l’ha seguito nella recente tournée asiatica e, ora, è tornato a lavorare con Lars Christensen, il suo storico allenatore. I risultati, però, non sono stati all’altezza delle sue ambizioni e a sottolinearlo è stato il quotidiano danese “BT”, che ha commentato la sconfitta di Rune a Shanghai. Contro Taylor Fritz ha perso con un punteggio di 6-1 6-2: una performance «indecorosa. Così non si avvicinerà mai più ai migliori».

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