Ci sono molti modi per mantenere viva la memoria di una persona a noi cara. Uno di questi (forse il più impegnativo) è non cedere alla tentazione di correggerne il ricordo, rimanendo fedeli alle sue volontà. Nel caso del compianto cantautore Claudio Chieffo, al suo modo di cantare. Ed è esattamente su questa strada, coraggiosa quanto impervia, che si è incamminata la famiglia Chieffo. Da quando infatti Claudio è venuto a mancare, la moglie Marta, i figli Martino, Benedetto e Maria Celeste hanno fatto squadra per portare avanti la sua arte: quella del bel canto. L’hanno fatta loro – Benedetto per esempio ha inciso il cd
He is here –, se ne sono fatti portavoce – Martino è spesso protagonista di veri e propri tour fuori e per l’Italia – senza però mai cedere all’autocelebrazione. Perché era questo il più profondo desiderio di Claudio: scomparire dietro alle sue canzoni, lasciare che le persone ricordassero le strofe e i ritornelli, ma non il nome del loro compositore. La testimonianza, in fondo, è fare spazio a un Altro nella propria vita. Ed è così poi, di fatto, che è andata: a tutti sarà capitato di canticchiare, in chiesa ma non solo,
I cieli, Lasciati fare, Perdonami mio Signore senza soffermarsi a riflettere che l’autore di tutte queste canzoni è sempre Claudio Chieffo. Da qui, dunque, la scelta della famiglia: per celebrare i settant’anni dalla nascita di Chieffo, ha dato alle stampe il cd
Ho un amico grande grande, ossia una riedizione delle canzoni di Claudio pensate per i bambini.Dunque, nessun “best of” proposto in pompa magna, con tanto di medaglia al valore, bensì un’operazione che si mette al centro i più piccoli e indifesi. E pazienza se magari le probabilità di vendita sono inferiori a quelle di un “best of”:
Ho un amico grande grande rispetta la memoria di Chieffo. Claudio aveva infatti l’abitudine di girare per scuole e oratori: si intratteneva con i più piccoli, stuzzicava i monelli, per poi finire a cantare tutti insieme. «I bambini hanno un cuore esattamente come gli adulti – spiega Benedetto –. La missione di mio padre era quella di comunicare, attraverso il canto, quello che lui aveva scoperto. Nutriva una particolare attenzione verso i bambini perché sapeva che avere, fin da piccoli, consapevolezza dell’Amore e dei valori della vita, può aiutare ognuno ad affrontare meglio il proprio cammino». Così è nato
Ho un amico grande grande: un cd edito da Galletti Boston e composto da quattordici canzoni che, con uno stile scanzonato e immediato, trasmettono le verità di fede. I bambini, per esempio, non potranno non rimanere affascinati da
Avrei voluto essere una banda. Protagonista della canzone è un ometto il cui pensiero fisso è quello di poter suonare, contemporaneamente e senza aiuti, tutti gli strumenti di una banda. Il suo sogno, naturalmente, non si avvera ma dopo la morte, quando arriva in Paradiso, entra niente meno che nella banda ufficiale di Dio. «È un modo, divertente, per spiegare che Dio prende sul serio i nostri desideri, anche i più piccoli e singolari», spiega Benedetto. Si rivolgono invece ai più grandicelli
Martino e l’imperatore e
O presepe. Ma la canzone indubbiamente più commuovente è
Quando uno ha il cuore buono perché a ispirare Claudio è stato proprio un bambino. Un giorno, infatti, al termine di una sua lezione di catechismo, un cane si era intrufolato in oratorio, facendo scappare a gambe levate tutti i bambini. Ne rimase solo uno: il più discolo. Se ne stava lì, impassibile e tranquillo. Davanti a questa scena Claudio gli chiese come mai non avesse paura e il piccolo, candidamente, rispose: «Non scappo perché sono amico di Gesù. E da quando sono Suo amico ho il cuore buono. Sai, chi ha il cuore buono non ha più paura di niente». A impreziosire il cd, che ambisce a diventare uno strumento utile per scuole, famiglie e oratori, sono anche le illustrazioni di Arcadio Lobato, già disegnatore di
Vogliamo vedere Gesù. I bambini interrogano il patriarca di Angelo Scola. L’album sarà presentato il 22 agosto durante il Meeting di Rimini.