sabato 27 luglio 2024
Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi nella 46ª sessione, ne ha deliberato l’iscrizione
Un tratto iniziale della Via Appia

Un tratto iniziale della Via Appia - WikiCommons

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Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi nella 46ª sessione, ha deliberato l’iscrizione della “Via Appia. Regina Viarum” nella lista del Patrimonio mondiale; diventa cosiì il 60° sito italiano riconosciuto dall’Unesco. La Via Appia era una strada romana che collegava Roma a Capua. Fu poi prolungata nei secoli successivi fino a Brindisi, porto tra i più importanti dell’Italia antica, da cui avevano origine le rotte commerciali per la Grecia e l’Oriente. Considerata dai Romani la “regina viarum” (regina delle strade), è universalmente ritenuta, in considerazione dell’epoca in cui fu realizzata (IV-III sec. a.C.), una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico per l’enorme impatto economico, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana. Larghi tratti della strada, particolarmente nel suburbio della città di Roma, sono ancora oggi conservati e percorribili nonché meta del turismo archeologico.

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