giovedì 25 aprile 2024
Il fratello minore del Liga da domani in radio con il singolo "Toc toc ecologico" per sensibilizzare sull'emergenza ambientale: «Busso alla porta delle coscienze per esortare a darci da fare»
Il cantautore Marco Ligabue, da oggi in radio con il nuovo singolo "Toc toc ecologico"

Il cantautore Marco Ligabue, da oggi in radio con il nuovo singolo "Toc toc ecologico"

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Bussa alla porta delle coscienze, Marco Ligabue. Fratello minore del Liga, anch’egli musicista con le stesse radici nella terra emiliana. E per la Terra con la maiuscola, nella settimana in cui la si è celebrata, ha pubblicato sui digital store il suo ultimo brano, Toc Toc ecologico, da domani, venerdì 26 aprile, anche in rotazione radiofonica. «Per il respiro di tutti / custodi cercasi / Perché la terra a un bambino / gli dice salvami», è uno dei passaggi cantati da Ligabue che guarda alle nuove generazioni vittime di una sciagurata gestione delle risorse naturali imputabile a chi ha governato e gestito il pianeta soprattutto nell’ultimo mezzo secolo ignorando gli inequivocabili allarmi lanciati dagli scienziati e dai ricercatori.

«Tutti siamo al corrente del cambiamento climatico e dell’emergenza planetaria – dice Ligabue - ma è come se non ne avessimo una vera consapevolezza, continuiamo a rimandare qualsiasi radicale soluzione. Ma io cosa posso fare?, ci limitiamo a chiederci eludendo il problema. E’ più facile lasciare andare le cose che prendersi cura, fare un scroll sui social e lasciarsi cullare nel torpore. Eppure ognuno può fare qualcosa. Io che scrivo canzoni ho così pensato di bussare intanto alla porta di chi mi segue e mi ascolta per chiedere, a me per primo, cosa stiamo facendo e se è abbastanza».

Il videoclip del brano (regia di Fabio Fasulo) è un pugno nello stomaco, con fiumi e montagne di plastica, ciminiere e fumi tossici, incendi, terre desertificate, ghiacciai dissolti, morìe di pesci, terrificanti allevamenti intensivi, tutto il più inquietante campionario di violenze ambientali che ben conosciamo ma che anziché fermare, incrementiamo sempre più.

«Banalmente, si potrebbe cominciare col fare ognuno a casa propria una corretta raccolta dei rifiuti – suggerisce Ligabue, da oltre dieci anni sulla scena musicale come solista dopo il debutto nel 2001 da cofondatore dei Rio - . Non è che si fa un dispetto al vicino di casa antipatico non separando i rifiuti correttamente, ma lo si fa a se stessi e all’ambiente in cui viviamo. Se il pianeta va a pezzi non vince nessuno, ma perdiamo tutti. Ci allarga invece l’orizzonte e il cuore guardare ai figli, ai nipoti, a chi è più giovane e si affaccia alla vita. Dobbiamo pensare che il mondo è soprattutto di chi arriverà. E dobbiamo lasciarlo meglio di come è adesso».

«Finché il pianeta non ci brucerà i piedi / Fin quando il mare non si alzerà per metri / Fino all’ultimo fiore che c’è» canta ancora Ligabue che ricorda come i dati del mese scorso parlano del marzo più caldo di sempre da quando ci sono le rilevazioni. «Come vorrei che si parlasse di ambiente in ogni telegiornale – sbotta il quasi 54enne cantautore di Correggio -. A parte le guerre che funestano questi ultimi tempi, l’apertura dei notiziari dovrebbe essere ormai l’emergenza climatica. Altro che i pandori di Chiara Ferragni che per giorni e giorni hanno perseguitato gli italiani. Io non capisco perché chi fa informazione occupi spazi importanti per parlare di cose persino più frivole del caso Ferragni anziché di questioni fondamentali, che sono invece relegate ai margini o addirittura escluse».

Da dieci anni terzino sinistro della Nazionale cantanti («sono orgoglioso di far parte di una realtà che ha raccolto oltre cento milioni di euro per associazioni che fanno bene al Paese»), la “vita da mediano” Ligabue la fa nel campo del sociale: è stato testimonial Avis, dei City Angels e ha collaborato con diverse associazioni, da Pesciolino rosso a Buona Nascita Onlus a Peter Pan Onlus fino alla campagna “Il silenzio è dolo” per sensibilizzare gli studenti sul tema della lotta alle mafie. Un’anima in fiamme, Marco Ligabue, come il titolo dell’altro suo singolo del 2024 il cui videoclip è stato girato all’interno dello stadio del Torino.

«Il club e il Comune mi hanno fatto questo regalo, premiandomi della mia fede torinista maturata a sei anni quando il Toro vinse l’ultimo scudetto con Gigi Radice in panchina e Pulici e Graziani gemelli del gol. Domenica intanto sfiderò mio fratello Luciano, interista, già pago dello scudetto appena vinto». Un’altra sfida sarà invece il 15 maggio nella loro Correggio dove Marco suonerà al Teatro Asioli con la sua band. Concerti che il più giovane Ligabue alterna agli showcase con Andrea Barbi “Salutami tuo fratello”, dal titolo del suo pluripremiato libro giunto alla terza ristampa.

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