mercoledì 2 ottobre 2024
I bianconeri (in 10 per mezz'ora), espugnano Lipsia (3-2), i bergamaschi regolano lo Shaktar (3-0), mentre i felsinei perdono (2-0) a Liverpool
L'attaccante della Juventus, Dusan Vlahovic, autore di una doppietta

L'attaccante della Juventus, Dusan Vlahovic, autore di una doppietta - Ansa

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Due vittorie e una sconfitta per le italiane in Champions League. A Lipsia una Juventus colpita a freddi dalla sfortuna (due infortuni nei primi dieci minuti) e ridotta in dieci uomini per mezz'ora, soffre, rimonta e vince a Lipsia 3 a 2 con doppietta di uno scatenato Vlahovic e il primo gol in bianconero di Conceicao, lesto a infilarsi tra le maglie della difesa avversaria. Trasferta amara, invece, per il Bologna a Liverpool. I felsinei si battono con onore ma escono da Anfield con due gol sul groppone. Bene, nel pomeriggo, l'Atalanta che regola 3 a 0 lo Shaktar.

Juventus sugli scudi

Tra infortuni, episodi da Var a sfavore, un'espulsione e un vortice di emozioni infinito, la Juventus torna da Lipsia con un successo che pesa come un macigno nella seconda giornata di Champions League. Alla Red Bull Arena finisce 3-2 grazie alla giocata di Conceicao dopo che Vlahovic era riuscito a rispondere per due volte alle reti di Sesko. Una vittoria pazzesca per la squadra di Thiago Motta, costretta a due cambi nei primissimi minuti di gioco e rimasta in inferiorità numerica per oltre mezz'ora a causa del rosso rimediato da Di Gregorio (tocco di mano fuori area in uscita). Tantissima sofferenza ma anche enorme cuore e carattere per i bianconeri, a punteggio pieno dopo due turni, mentre i tedeschi restano fermi a 0 dopo la sconfitta all'esordio con l'Atletico Madrid. È un inizio di gara sfortunatissimo per i bianconeri, non in riferimento al risultato ma riguardo l'aspetto fisico: in dieci minuti, infatti, Thiago Motta è costretto a fare meno prima di Bremer (preoccupazione per una torsione innaturale del ginocchio sinistro) e poi di Nico Gonzalez, uscito per un problema alla coscia destra. Nonostante ciò la formazione juventina non si scompone e prova a fare la partita, pur non creando grandi pericoli nei pressi dell'area avversaria.

Il primo in assoluto arriva allo scoccare della mezz'ora con una deviazione di Vlahovic sul tiro di Fagioli (parata di Gulacsi), ma dal potenziale vantaggio ospite arriva incredibilmente l'1-0 tedesco con una ripartenza fulminea: Openda lancia per Sesko che controlla di destro e con un mancino terra-aria batte Di Gregorio colpendo anche la traversa. Nel robusto recupero del primo tempo la Juve spinge a caccia del pareggio, gli unici tentativi da fuori di Fagioli e Conceicao però si spengono sul fondo. L'avvio di ripresa dei bianconeri è pressoché perfetto e, dopo aver colpito un palo con Koopmeiners, gli ospiti trovano l'1-1 con una bella zampata di Vlahovic, bravissimo a girare di mancino in controbalzo sul cross da sinistra di Cambiaso. Dopodiché succede veramente di tutto: Openda colpisce un palo, poi viene espulso Di Gregorio per un tocco di mano fuori area (decisivo l'intervento del Var) e sulla punizione seguente, sempre grazie al Var, viene assegnato un rigore al Lipsia per un altro tocco di braccio del neo entrato Douglas Luiz. Sesko fa doppietta dal dischetto riportando avanti i tedeschi, ma tre minuti più tardi, nonostante l'uomo in meno, la Juve pareggia nuovamente con un gioiello di Vlahovic che risponde immediatamente al rivale sloveno. Il vortice di emozioni non si placa e al 53' Openda centra il secondo legno di serata con un tiro deviato da Kalulu, fallendo una ghiotta chance sul proseguimento d'azione con un destro a giro da posizione invitante. Il difensore ex Milan sarà provvidenziale anche all'80' con un intervento pazzesco e alla disperata su Nusa, mentre dall'altra parte ci pensa Conceicao ad inventarsi la giocata che ribalta tutto e porta avanti la Juve sul 3-2. Nel finale e nel lunghissimo recupero (9') c'é ancora da soffrire tantissimo per i bianconeri, bravissimi a stringere i denti e a difendere con le unghie una vittoria dal peso specifico enorme.

Bologna, Anfield non perdona

Un gol annullato a Dallinga per fuorigioco, una traversa sempre in offside di Ndoye e un palo dello svizzero: il Bologna c'è e se la gioca, ma al cospetto del Liverpool, ad Anfield, non basta. Vincono i Reds, che strappano la partita in avvio con l'assist di Salah e l'incursione letale di Mac Allister, per poi amministrare e soffrire a tratti.
Sognava una notte “Poetica”, sullo stile della canzone di Cesare Cremonini, tifoso vip rossoblù presente a Liverpool, insieme a Gianni Morandi. Ma uno su mille ce la fa e quell'uno non è il Bologna di Italiano, che esce però a testa alta dal tempio di Anfield: stanco, ma con nuove certezze e consapevolezza della propria forza e di essere in crescita.
I padroni di casa, leader solitari della Premier e passati 3-1 a San Siro nella prima di Champions, partono forte e mettono sotto i rossoblù nei primi dieci minuti: con uno strappo di Gravenberch, un paio di sgroppate di Salah, su cui Nunez, al rientro, non è letale come suo solito. All'11' arriva il vantaggio che pare presagire a una vittoria larga: Mac Allister recupera palla in mediana, scambia con Salah, che si appoggia a Nunez che gli restituisce palla per il cross dell'egiziano, che pesca l'inserimento sotto porta proprio di Mac Allister. Spaventati dal gol in fuorigioco di Dallinga di due minuti prima, su filtrante di Miranda, i Reds reagiscono con il punto escalamativo.
Qui però inizia un'altra partita. Perché il Liverpool abbassa i ritmi e il Bologna non rinuncia a provarci: tutt'altro.
Alisson è impreciso in un paio di costruzioni dal basso e arrivano prima la conclusione fuori misura di Orsolini e poi la traversa di Ndoye. Il Bologna non molla e a inizio ripresa sfiora il pari con Orsolini, imbeccato da calcio piazzato da Moro: Alisson, però, respinge la conclusione con i piedi.
Come già nel primo tempo, spaventato dai rossoblù il Liverpool reagisce. Recupera palla in mediana, con Mac Allister e Szabosallai che innescano Salah: l'ex Roma punta il mirino nel sette alla destra di Skorupski e chiude la contesa.
Bologna sconfitto, ma a testa alta, con i tremila tifosi al seguito dei rossoblù che cantano e confidano nella prima vittoria interna in campionato con il Parma domenica, dopo aver sfiorato il pari ad Anfield e con Iling-Junior che sfiora l'incrocio di controbalzo per il 2-1 all'ultimo respiro, a dimostrazione di un Bologna che non molla fino all'ultimo.

Atalanta sul velluto

Djimsiti poco oltre il ventesimo e Lookman a 1' dall'intervallo spianano la strada all'Atalanta, che vince e convince oltre il 3-0 finale, alla Veltins-Arena di Gelsenkrichen. Lo Shakhtar, esiliato dalla guerra e schierato col 4-3-3 senza un centravanti vero, cede dopo essersi illuso nei primi dieci minuti di possesso e forcing senza mai tirare in porta. Nella seconda giornata della League Phase di Champions League, il punteggio per i nerazzurri, alla prima vittoria dal ritorno nella competizione, viene completato nella ripresa da Bellanova al 3'. Ma gli infortuni di Djimsiti e nel finale di Kossounou rovinano un po' la festa.
Nel primo tempo il difensore albanese la sblocca con controllo di petto e destro di punta davanti all'area piccola, sfruttando lo schema su punizione dalla sinistra fra Samardzic e Lookman, protagonisti attesi del 3-4-1-2, l'antidoto di Gasperini alla dipendenza da tridente con Retegui in panchina.
La prima occasione, mentre gli ucraini non ne producono, è proprio di Lookman, che a fine frazione raddoppierà iniziando lui stesso l'azione che da Samardzic passa dal rimorchio di Kolasinac per il destro in caduta nell'angolino. Al 12' il suo sinistro in asse proprio con l'ex Udinese è largo, al 36' alla sua girata da pallone da destra di Bellanova può opporsi solo la traversa. Chance anche per lo stesso Samardzic, che al 24' parte in dribbling trovando Stepanenko a deviargliela in angolo, e De Ketelaere, che al 39' appoggia debolmente di testa su sponda di Zappacosta, innescato da Bellanova.
La squadra di Donetsk, fin lì limitatasi a un passaggio lungo del difensore Bondar alla mezzora per Marlon, chiuso dalla diagonale di Kossounou, al rientro in campo si trova davanti un'Atalanta priva di Djimsiti, frenato da un problema all'anca sinistra, con un Pasalic in più in mezzo al campo e De Roon ora in difesa. Alla prima occasione arancione con il nuovo entrato Konoplia, smarcato dai tocchi da sinistra al centro di Marlon, Sudakov, Zubkov ed Eguinaldo ma incapace di incrociare bene il destro, risponde la chiusura della pratica di Bellanova che incorna all'altezza del secondo palo il cross di Zappacosta.
Grazie a quest'ultimo, al 7', i legni diventano due col palo interno su allungo di Lookman, cui risponde il destro di Sudakov molto lontano dal primo palo di Carnesecchi. Provano ad arrotondare Samardzic al 16' e il nuovo entrato Zaniolo al 21', con Riznyk a dire di no al serbo. Anche a Retegui in campo, un destro da fuori area lontano dallo specchio al 25', niente tridente; si fa male, alla coscia sinistra, anche Kossounou che lascia il campo a Godfrey. Oltre al sinistro alto di Zubkov al 27' su scarico di Traoré, centravanti subentrato in corso d'opera, lo Shakhtar proprio non va.

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