Mappa delle Azzorre del 1585 - WikiCommons
Circa 250 navi naufragate in acque portoghesi e cariche di tesori ancora intoccati: il bilancio dell’archeologo subacqueo Alexandre Monteiro è il risultato di un lavoro di ricerca che l’ha portato a individuare e mappare 8.620 relitti. «Ho registrato 7.500 naufragi lungo la costa del Portogallo continentale, mille vicino all’arcipelago delle Azzorre e altri 120 nei pressi dell’isola di Madeira», ha raccontato all’agenzia di stampa Lusa il ricercatore dell’Istituto di storia, territori e comunità della Nuova Università di Lisbona. Queste navi trasportavano oro, argento e merci preziose sulle rotte marittime commerciali che collegavano il Portogallo ai territori dell’impero coloniale.
Monteiro ha compilato un database delle imbarcazioni naufragate dal XVI secolo in poi, partendo dai documenti ufficiali conservati negli archivi storici. Tra i ritrovamenti spicca quello della Nossa Senhora do Rosário (Nostra Signora del Rosario), nave spagnola del 1589 individuata al largo della penisola di Troia. «Ho controllato la sua storia nel dettaglio, conosco persino il nome della madre del capitano. I registri indicano che trasportava 22 tonnellate di oro e argento», ha sottolineato l’archeologo.
Una seconda scoperta è quella della Nossa Senhora da Luz (Nostra Signora della Luce), identificata da Monteiro mentre esaminava gli archivi storici delle Azzorre. Tra i documenti ha trovato, in una nota a piè di pagina, il riferimento a un naufragio avvenuto nel 1615 al largo dell’isola di Faial. «Volevo rintracciare quella nave. Dopo quattro anni di ricerca negli archivi, mi sono immerso e ho individuato il punto del naufragio – ha spiegato l’archeologo –. Quando le compagnie di caccia al tesoro hanno bussato alla porta del governo regionale delle Azzorre, non eravamo certi di quante navi ci fossero e dove fossero. Sapevamo, sospettavamo, ma la nostra conoscenza era pari a zero».
Le ricerche di Monteiro sono state rese pubbliche, ma a oggi nessun’azione è stata intrapresa dal governo per tutelare i relitti: «Sappiamo che ci sono 250 navi del tesoro sui fondali marini e, prima o poi, le attività estrattive ne porteranno alla luce una. Ma il fatto è che non esiste un piano per proteggere tali scoperte ed eventuali ritrovamenti». A questo si aggiungono le preoccupazioni per il possibile saccheggio delle imbarcazioni da parte dei cacciatori di tesori, ma le probabilità che si riesca a raggiungere quei bottini sono minime, perché, come ha precisato Monteiro, «la maggior parte delle navi è sepolta sotto strati di sabbia».