sabato 21 settembre 2024
Esperti egiziani e tedeschi sono riusciti a ripristinare i colori perduti e i metalli scintillanti che un tempo animavano il secondo tempio più grande e forse meglio conservato dell'antico Egitto
Rilevo che raffigura il dio Nilo con ampie coloriture originali nel tempio di Edfu

Rilevo che raffigura il dio Nilo con ampie coloriture originali nel tempio di Edfu - Martin Stadler / Universität Würzburg

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Esperti egiziani e tedeschi sono riusciti a ripristinare i colori perduti e i metalli scintillanti che un tempo animavano il secondo tempio più grande e forse meglio conservato dell'antico Egitto, quello di Edfu. Dal 2021, il ministero del Turismo e delle Antichità egiziano ha lavorato insieme all'Università di Würzburg per ripulire e preservare il tempio dedicato al dio falco Horus e situato lungo la riva occidentale del Nilo. L'impresa ha riportato in vita le tonalità originali di rosso e blu che per migliaia di anni hanno ornato le pareti del tempio, la cui costruzione iniziò sotto il regno di Tolomeo III Evergete (in carica dal 246 al 222 a.C., all’apice della dinastia tolemaica) e si concluse intorno al 57 a.C.

Per restaurare il sito monumentale, che misura quasi 137 metri di lunghezza, 76 metri di larghezza e fino a 36 metri di altezza, i ricercatori hanno rimosso con cura i secoli di sporcizia, escrementi di uccelli, fuliggine e depositi di sale che ne oscuravano la policromia. Come ha spiegato il supervisore Ahmed Abdel Nabi, i colori trovati "sono attualmente in fase di esame, analisi e restauro". Anche se nell'ambito del restauro si stanno applicando nuovi pigmenti, questi rimarranno fedeli all'aspetto originale del tempio.

L'archeologo Ayman Ashmawy, responsabile del settore Antichità egiziane, ha anche fatto notare che il team di esperti ha trovato un testo nel tempio che indica che "alcuni degli edifici al suo interno erano ricoperti da strati di spessa lamina metallica fatta di rame dorato". Piccoli fori nelle pareti del tempio, insieme a fragili macchie d'oro sopra il suo storico santuario della Sacra Barca di Horus, offrono l'unica prova di questo ornamento.

Nel frattempo, nella camera del 'Santo dei Santi', i ricercatori hanno scoperto una scrittura demotica, una versione semplificata dell'antico corsivo egizio. Questi scritti a inchiostro offrono testimonianze dirette e preghiere a Horus da parte dei sacerdoti del tempio: una scoperta sorprendente, dato che tali testimonianze appaiono di solito lungo i perimetri esterni dei templi o intorno ai loro ingressi.

Tracce di doratura sono apparse anche all'interno del tempio di Edfu, divinizzando i rilievi dei gioielli reali, le insegne e, naturalmente, le divinità, soprattutto quando la luce del sole li colpiva. Nel tentativo di continuare a conoscere meglio il tempio di Edfu e la cultura più ampia dell'antico Egitto tolemaico, l'équipe di restauratori continuerà a pulirne le pareti e alla fine pubblicherà i testi e le scene in formato digitale, per creare una risorsa più accurata di quelle accumulate nell'ultimo secolo.



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