Il trio lirico-pop Il Volo, da sinistra i cantanti Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone / Julian Hargreaves
Dove eravamo rimasti? Già, alla sala stampa del Festival di Sanremo 2019, vittoria a sorpresa di Mahmood ( Soldi), e scoppia la bolgia: Ultimo che era straconvinto di essere arrivato primo (con I tuoi particolari) diventa una furia e a frenare l’ira funesta del ragazzo nato ai bordi della periferia romana, i più fischiati dalla pubblica ottusità, i “terzi incomodi” (con la bella aria liricapop Musica che resta), Il Volo.
Ennesimo atto di maturità delle tre ugole d’oro siculo- abruzzesi: Piero Barone – girgentino –, Ignazio Boschetto – nato a Bologna ma genitori di Marsala – e Gianluca Ginoble da Roseto degli Abruzzi – che ora tagliano il traguardo dei loro primi dieci anni di «bel canto» celebrati con il disco, l’11° album, Il Volo. The best of 10 years (Sony Music). Dieci anni vissuti sulle montagne russe, «con momenti di splendore e qualcuno più buio, in cui però ci siamo uniti ancora di più, e specie negli ultimi tempi possiamo dire di essere diventati tre fratelli». Tre ragazzi fortunati, baciati dal “talent”. Piero, Ignazio e Gianluca, nel 2009 erano tre adolescenti allo sbaraglio, un po’ brufolosi, più in carne, e «anche un po’ capricciosi», arrivati alla corte della buongustaia della tv, Antonella Clerici, che li incoronò vincitori del talent di Rai 1 Ti lascio una canzone. Dieci anni dopo, la favola de Il Volo continua, e ad alta quota, a volte anche contro tutto e tutti. «C’è una sottile linea tra la critica e l’offesa personale. Ormai ci siamo abituati ad accettare le critiche, che se costruttive servono a farti crescere. L’offesa, specie quella dei melomani più intransigenti a volte fa male, ma con il tempo impari a fartela scivolare addosso, perché, per noi, prima che una professione cantare è una passione che portiamo avanti con estrema umiltà», dicono in coro questi tre under 25 post-tondelliani. Tre “giovani uomini”, affinati e con le barbe ben curate, eleganti nel loro stile casual: «Cantiamo Nessun dorma dalla Turandot con le snickers ai piedi per essere più vicini ai giovani, come noi. Ed è una gioia avvicinarli al bel canto e alla lirica».
Messaggio condiviso e sottoscritto, con splendido e sincero “like” dialettico dal “bello”, Gianluca, dal “furbo”, Ignazio e dal “buono”, Piero. Manca il cattivo nel trio, ma quello è il ruolo che si è presa la critica più feroce nei loro confronti. L’orda pregiudiziale, diciamocelo, che non perdona loro il fatto di essere giovani, benestanti, carini e impegnati in tutto il mondo, che, alla loro età, hanno circumnavigato come dei Magellano del terzo millennio. «Siamo appena tornati da un lungo tour in Giappone e in America Latina dove abbiamo messo insieme 83 concerti e ci sono arrivate altre richieste... Ormai puntiamo alle 100 date per la fine del 2019», sorridono i tre globetrotter che possono piacere o meno, ma in questo momento sono il prodotto canoro più esportato all’estero. Non ci sono Vasco, né Jovanotti che tengano. Da Buenos Aires a San Paolo, passando per il Guatemala, hanno messo a assieme oltre 70mila spettatori nelle ultime date autunnali e sono pronti a rituffarsi oltreoceano per altri bis richiesti da un pubblico trasversale, famiglie intere, che va in estasi nel sentirli cantare in spagnolo. «In Argentina abbiamo avvertito forte il calore della gente. E lo stesso in Brasile dove tanti fan che ci seguono da tempo hanno addirittura dormito in tenda pur di acquistare gli ultimi biglietti il giorno dopo e venirci a stringere le mani a fine concerto». Quando la musica finisce, loro restano: scendono dal palco e non si negano mai all’abbraccio con il pubblico. «E questo per qualcuno è visto come un nostro limite, perché siamo ragazzi normali, tranquilli, niente a che vedere con il divismo che ormai viaggia veloce sui social», dicono Gianluca e Ignazio. «Per me il vero successo è il tassista che ci riconosce e ci saluta con un “mai conosciuto degli artisti, dei personaggi pubblici così alla mano come voi”», aggiunge Piero. Tre ragazzi della porta accanto, che guardano il mondo «nella sua bellezza, conservando quella semplicità che ci hanno trasmesso le nostre famiglie».
Eppure Il Volo in questo primo decennio d’oro hanno assaporato il gusto delle vite da star, stupendo, fin dagli esordi, l’America di Quincy Jones e della loro “madrina” Barbra Streisand che li aveva adottati. In mezzo, la vittoria del Festival di Sanremo 2015 con Grande amore e concerti memorabili, come quello a Caracalla (2016), Notte magica - Tributo ai tre tenori, Carreras, Domingo e Pavarottio davanti a papa Francesco, a Panama, alla XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù. «Cantare per il Papa è stato forse il momento più alto di questi dieci anni – confida Piero – . Papa Francesco ci ha ha ricordato l’importanza di offrire quel di più che abbiamo al nostro prossimo. Bambini malati e persone in difficoltà hanno sempre la precedenza nelle attività benefiche che portiamo avanti, in silenzio... Tutti e tre viviamo la fede in maniera diversa, personalmente tornare a casa dopo aver girato il mondo per mesi senza sosta, vuol dire anche avere il piacere di andare alla Santa Messa alla domenica nella parrocchia del mio paese». E in Italia, Il Volo tornerà a esibirsi dal vivo l’estate 2020, il 30 agosto all’Arena di Verona e il 4 settembre al Teatro Antico di Taormina. «Due templi della musica in cui il pubblico italiano ascolterà, live, il nostro The best of 10 Years che non è un punto di arrivo, ma la prima delle tante virgole che vogliamo mettere da qui ai prossimi venti, trent’anni, fino a quando non dovrò sorreggere a spalla Piero... perché non ce la farà più a salire sul palco», dice il “furbo” e sghignazzante Ignazio. Un cd, in attesa degli inediti futuri, composto da cover di arie classiche come il Libiamo ne’ lieti calici da La Traviata, ed eterni evergreen come il Mondo di Jimmy Fontana, in una versione emozionante quanto le immagini del video del concerto evento di Matera. La “Città dei Sassi”, capitale culturale europea che fa da scenografia alla serata speciale de Il Volo che andrà in onda su Canale 5 il 19 novembre.
«Con l’emittente americana PBS, dopo Firenze e Pompei, abbiamo scelto Matera per un nostro concerto in cui, con orgoglio, mostriamo al mondo le bellezze e la grande cultura del nostro Paese». Ma l’obiettivo principale resta quello di fare ascoltare il «bel canto» in ogni angolo della terra, specie quelli più remoti «e lo facciamo con passione, con fedeltà e rispetto per la nostra tradizione avvalendoci di orchestre sinfoniche composte da giovani musicisti a cui dare la stessa possibilità che abbiamo avuto noi di esprimerci... Rispettiamo e ascoltiamo tutti i generi musicali (rap e trap compresi), ma il nostro sogno dichiarato è quello di seguire la via che prima di noi hanno tracciato Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli». Un sogno che si sta realizzando, «grazie al nostro manager (mentore) Michele Torpedine che è l’uomo che più di tutti ha sempre creduto ne Il Volo», chiudono in coro le tre stelle buone italiane, che, tra uno scalo e l’altro si perfezionano e sperimentano. «Non abbiamo mai smesso di studiare un solo giorno, consapevoli che dobbiamo e possiamo migliorarci continuamente – conclude Piero – . Un altro Sanremo? Abbiamo già dato. Un domani chissà, mai dire mai...».