Il regista e direttore artistico del Teatro Sistina Massimo Romeo Piparo presenta il Sistina Chapiteau di Milano
Riportare le famiglie a teatro, con spettacoli di qualità e a prezzi abbordabili. Massimo Romeo Piparo, direttore artistico dal 2013 del Teatro Sistina di Roma, produttore e regista di musical di grande successo (uno su tutti Jesus Christ Superstar con il Gesù del film Ted Neely) ha realizzato il suo sogno nel cassetto. creare uno chapiteau, una grande struttura mobile di stile circense per portare gli spettacoli del Sistina in giro per l’Italia con la stessa qualità e comfort di un vero teatro: 1500 i posti con un’area accoglienza e ristorazione di 300 metri quadrati oltre a un ampio parcheggio.Il banco di prova sarà Milano dove il 13 dicembre si inaugura lo Chapiteau Sistina di viale Farini dove andrà in scena per tutte le festività natalizie l’attesissimo Cats, la grande produzione di Piparo del musical di Andrew Lloyd Webber con Malika Ayane accompagnata da un ricco cast e dall’orchestra dal vivo. Il 18 gennaio 2024 sarà poi la volta de Il Marchese del Grillo con Max Giusti, il 15 febbraio toccherà a Matilda il musical, tratto dal libro di Roald Dahl su una bambina fuori dal comune, che Massimo Romeo Piparo porterà per la prima volta in Italia con Luca Ward e con i The Pozzolis Family. Dal 4 aprile a chiudere la prima stagione a Milano del Sistina Chapiteau sarà Billy Elliot il musical in scena la nuova edizione di uno dei successi targati PeepArrow Entertainment e Il Sistina, con Giulio Scarpati e Rossella Brescia.
Durante la pandemia il musical, genere molto costoso e complesso, ha avuto una pesante battuta d’arresto. Ma ora il pubblico corre a vederlo. Come se lo spiega Massimo Romeo Piparo?
Il musical è un genere di spettacolo che, se fatto in maniera importante, competente e d’impatto rimarrà sempre il genere di spettacolo che attrae il maggior numero di spettatori. Riesce a mettere insieme pubblico più variegato, perché contiene musica, danza, canto, belle scene e bei costumi. Ma va fatto con tutti i canoni che richiede. Finché faremo questo, avremo la fiducia del pubblico. Il problema è quando si abbassa la qualità del prodotto: lì il pubblico si sente un po’ tradito. In un momento di crisi come questo, non ci perdonerebbe nessuna defaillance. Nei momenti di difficoltà si vedono le cose importanti, chi rilancia fa bene al settore e al prodotto. Se si va al risparmio, allora non ci siamo.
Lei è presidente di Atip, Associazione italiana teatri privati che dal 2020 raccoglie circa 30 strutture private in tutta Italia. Cosa chiedete?
L’associazione è nata per far capire alla politica che non si può parlare di teatro e basta. C’è differenza da teatro pubblico e privato: quello pubblico è svincolato dal risultato ed è sostenuto dalle tasse dei cittadini, quello privato è un prodotto che si automantiene. Questa differenza va messa alla luce. Il teatro italiano si è sempre trincerato dietro alla protezione del teatro pubblico. Ma il pubblico va studiato e capito per proporgli spettacoli in grado di apprezzare.
Come mai lei ha deciso di investire sullo Chapiteau Sistina?
Chapiteau Sistina nasce per essere portato dove vogliamo, compreso l’estero. Un teatro itinerante che porta lo stile dei miei prodotti ovunque. Milano è il luogo più ideale per fare un test, il posto più dinamico culturalmente e economicamente d’Italia. Io da anni manco da Milano perché non ci sono teatri che riescono a ospitare i miei spettacoli. Era il lontano 2000 quando con grande coraggio e passione ho contribuito a trasformare lo storico Teatro Nazionale di Piazza Piemonte in un luogo dedicato interamente al musical: allora lo chiamammo “Teatro Nazionale Milano-Musical” e fece registrare al suo esordio un bel record di tenitura con le 17 settimane consecutive de La Febbre del Sabato Sera. Credo che da quel tempo Milano non abbia mai abbandonato la propria dedizione al genere musical e, con alterne fortune, ne sia stata per anni la capitale. Oggi lo scenario è molto mutato e l’esperienza compiuta con dieci anni di direzione del prestigioso Teatro Sistina di Roma mi ha portato a sentire fortemente l’esigenza di confrontarmi ancora con quel territorio ricco di fermento e pullulante di passione e partecipazione
Una scena del musical "Cats" con la regia di Massimo Romeo Piparo - Foto d Gianluca Saragò
Come dividerete le vostre produzioni tra Milano e Roma?
Lo Chapiteau Sistina sarà il primo teatro itinerante italiano dedicato al musical con un cartellone di 4 titoli di stampo internazionale, alcuni in lingua originale, altri adattati come Cats, ambientato a Roma al Colosseo e adattato al nostro gusto e alla nostra cultura per avere maggiore empatia col pubblico. Adesso al teatro Sistina di Roma ha debuttato in prima assoluta Matilda, grande spettacolo per famiglie che sarà a Milano a febbraio mentre Il Marchese del Grillo chiude a Milano un tour di 4 mesi. A Roma invece avremo Vincenzo Salemme con Natale in casa Cupiello.
Il Sistina è un marchio storico che evoca alla mente Garinei e Giovannini. Quanto sente la responsabilità di mantenere alta la sua tradizione?
Il Sistina è un teatro che ha avuto una tradizione importantissima, è una sorta di monumento di Roma. Cerco di rendergli onore con le mie regie e produzioni. Mi piacerebbe riprendere Jesus Christ Superstar, col quale giovane regista debuttai nel 1994, per festeggiarne i 30 anni nel marzo 2024, vedremo. Per il prossimo anno ho preso i diritti di Tootsie, dal film con Dustin Hoffman, menre torneranno in scena Cats e Matilda.
Lei ci tiene particolarmente al pubblico delle famiglie…
Lo Chapiteau Sistina sarà un tempio viaggiante, magico e confortevole, che renderà sempre più attraente l’esperienza di una serata “dal vivo” per tutta la famiglia. Sarà proprio rivolto a tutti il cartellone che presento e ho per questo dedicato uno sforzo particolare affinché i prezzi restassero “sopportabili” per chi intenda concedersi un bel regalo per sé e i propri affetti. Non possiamo permetterci di perdere le famiglie e il pubblico giovane. La famiglia ha bisogno di essere aiutata ad uscire da casa, occorre investire sulla socialità, abbiamo bisogno di accoglierli. Non possiamo proporre biglietti a 100 euro, anche se i costi di produzione sono aumentati moltissimo. I nostri biglietti andranno dai 34 ai 64 euro, ma per i bambini ci saranno forti sconti. Occorre avere tanto coraggio, rinunciare a qualche ambizione economica e tenere in vita il progetto. A Roma nella scorsa stagione su 75mia spettatori, quasi 25mila erano under 14. Su Matilda mi aspetto che siano il 50 per cento. Questi sono gli investimenti sul futuro.