venerdì 19 luglio 2024
Francesco scrive all’arcivescovo di Parigi Ulrich a pochi giorni dal via: «Se rimangono veramente “giochi” possono essere un luogo eccezionale di incontro tra i popoli»
La cerimonia di apertura dei Giochi della XXXIII Olimpiade di Parigi 2024 si terrà venerdì 26 luglio

La cerimonia di apertura dei Giochi della XXXIII Olimpiade di Parigi 2024 si terrà venerdì 26 luglio - Epa/Teresa Suarez

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Pubblichiamo il messaggio che papa Francesco ha inviato all’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich in occasione dei Giochi olimpici che si apriranno il 26 luglio.

Mi unisco alle intenzioni della Messa che voi celebrate, Eccellenza, mentre i Giochi olimpici si svolgeranno presto nella vostra città. Chiedo al Signore di riempire dei suoi doni tutti coloro che vi parteciperanno in un modo o nell’altro – che siano atleti o spettatori – e anche di sostenere e benedire coloro che li accoglieranno, in particolare i fedeli di Parigi e di altri luoghi.

So, infatti, che le comunità cristiane si preparano ad aprire ampiamente le porte delle loro chiese, delle loro scuole, delle loro case. Che aprano soprattutto le porte dei loro cuori, testimoniando, attraverso la gratuità e la generosità del loro accoglimento verso tutti, del Cristo che le abita e che comunica loro la sua gioia. Apprezzo vivamente che non abbiate dimenticato le persone più vulnerabili, in particolare coloro che si trovano in situazioni di grande precarietà, e che sia loro facilitato l’accesso alla festa. Più ampiamente, auspico che l’organizzazione di questi Giochi sia per tutto il popolo di Francia una bella occasione di concordia fraterna che permetta, al di là delle differenze e delle opposizioni, di rafforzare l’unità della Nazione.

Mi rallegro con voi per lo svolgimento di questa prestigiosa competizione sportiva di portata internazionale. Lo sport è un linguaggio universale che trascende le frontiere, le lingue, le razze, le nazionalità e le religioni; ha la capacità di unire le persone, favorire il dialogo e l’accoglienza reciproca; stimola il superamento di sé, forma allo spirito di sacrificio, favorisce la lealtà nelle relazioni interpersonali; invita a riconoscere i propri limiti e il valore degli altri. I Giochi olimpici, se rimangono veramente dei “giochi”, possono dunque essere un luogo eccezionale di incontro tra i popoli, anche i più ostili. I cinque anelli intrecciati rappresentano questo spirito di fraternità che deve caratterizzare l’evento olimpico e la competizione sportiva in generale.

Desidero dunque che le Olimpiadi di Parigi siano per tutti coloro che verranno da ogni parte del mondo un’occasione imperdibile per scoprirsi e apprezzarsi, per abbattere i pregiudizi, per far nascere la stima dove ci sono disprezzo e diffidenza, e l’amicizia dove c’è odio. I Giochi olimpici sono, per natura, portatori di pace e non di guerra.

È in questo spirito che l’Antichità aveva, con saggezza, instaurato una tregua durante i Giochi e che l’epoca moderna tenta regolarmente di riprendere questa felice tradizione. In questo periodo travagliato, in cui la pace mondiale è gravemente minacciata, desidero ardentemente che ciascuno si impegni a rispettare questa tregua nella speranza di una risoluzione dei conflitti e del ritorno alla concordia. Che Dio abbia pietà di noi! Che illumini le coscienze dei governanti sulle gravi responsabilità che loro incombono, che conceda agli artigiani della pace successo nei loro sforzi, e che li benedica.

Affidando a santa Genoveffa e san Dionigi, patroni di Parigi, e a Nostra Signora dell’Assunzione, patrona della Francia, il felice svolgimento di questi Giochi, concedo di gran cuore a voi, Eccellenza, così come a tutti coloro che vi parteciperanno, la mia benedizione.

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