venerdì 2 agosto 2013
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Fra i tanti cammini francescani che percorrono l'Umbria mancava quello dedicato al lupo. O meglio: a quel gioiello d'arte medievale che è la città di Gubbio, con la Cattedrale, il Palazzo dei Consoli, quello del Podestà e il Palazzo Ducale. Ad essa lega il nome l'episodio del feroce  predatore convertito dal santo. Metafora suggestiva -  che pare uscita dagli antichi bestiari o scesa da una guglia gotica -  della fiera domabile che è in noi.Si legge nei Fioretti di San Francesco, al capitolo XXI, che il Poverello dimorava in Agobbio quando vi "apparì un lupo grandissimo, terribile e feroce, in tanto che tutti i cittadini stavano in gran paura e tutti andavano armati come a combattere". Avendo compassione dei poveri eugubini, il santo andò incontro all'animale: “Frate lupo, io ti comando dalla parte di Cristo che tu non faccia male né a me né a persona alcuna...  io ti prometto che ti farò nutrire finché vivrai, sì che tu non patirai più la fame". Il lupo pose la zampa sulla mano aperta. E pace fu.  "E poi il detto lupo vivette in Agobio ed entrava per le case a uscio a uscio senza far male e senza riceverne". Nel nome del lupo, e del Santo, è nato un itinerario da percorrere a piedi che tocca i luoghi francescani e i capolavori della città. Camminando per le antiche vie, si tocca la chiesetta di San Francesco della Pace (aperta dal venerdì al sabato), dove la tradizione colloca il sarcofago di Frate Lupo e la sua grotta. Punto d'arrivo per i veri camminatori è la basilica di Sant'Ubaldo, in cima al monte Ingino, dedicata al santo vescovo patrono di Gubbio. Ma è prevista anche una versione leggera - in cui si possono usare gli ascensori - dedicata agli anziani e a persone con ridotta mobilità.Per tutti ci sono spunti di meditazione ad ogni tappa, per riflettere sulla semplicità, la fratellanza e la pace. Alla fine si riceve un attestato di partecipazione e un Tau a ricordo dell'esperienza. Per informazioni: www.fratellolupogubbio.it
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