venerdì 1 settembre 2023
Presentato oggi alla Mostra il lavoro del regista Angelo Bozzolini per Sky Arte con le interviste del cantautore ai testimonial per il cambiamento da Paola Egonu e Anastasio a Bocelli e Pistoletto
Il cantautore Giovanni Caccamo e i testimonial del progetto "Parola ai giovani" nella Sala della Segnatura in Vaticano

Il cantautore Giovanni Caccamo e i testimonial del progetto "Parola ai giovani" nella Sala della Segnatura in Vaticano - Foto di Marco Anelli

COMMENTA E CONDIVIDI

“Le parole sono pietre” diceva Andrea Camilleri invitando i giovani ad essere promotori di un nuovo umanesimo. Ed ora questo appello è diventato un docufilm, Parola ai giovani, prodotto da AUT AUT e diretto da Angelo Bozzolini che andrà in onda a ottobre su Sky Arte, presentato oggi in anteprima nazionale alle Giornate degli Autori, sezione indipendente della Mostra del Cinema di Venezia. Il docufilm, a cura del cantautore Giovanni Caccamo, nasce dall’omonimo progetto editoriale lanciato dall’artista lo scorso anno, in risposta all’appello dello scrittore Andrea Camilleri, che affidò alle nuove generazioni, l’arduo compito di far partire un nuovo umanesimo. Il progetto ha dato luce al Manifesto del cambiamento, edito da Treccani con la straordinaria prefazione di Papa Francesco che invita i giovani: “Siate persone che cambiano il modo di cambiare!”. Un libro che ha visto la partecipazione di alcuni dei più grandi artisti italiani da Pistoletto a Pomodoro, attraverso opere stampate con la tecnica di Gutenberg che sono state esposte in mostra al recente Meeting di Rimini dove il volume è stato consegnato da Caccamo al Presidente della Repubblica Mattarella.

Andrea Bocelli, Mario Ceroli, Paola Egonu, Salvatore Esposito, Mimmo Paladino, Arnaldo Pomodoro, Riccardo Zanotti, sono alcuni dei protagonisti di questo emozionante dialogo tra giovani e Maestri su cambiamento e futuro, un coro di voci, composto da giovani eccellenze per restituire allo spettatore un confronto generazionale sulle tematiche più urgenti e delicate della nostra società. Alienazione, Accoglienza, Conoscenza, Elettezza, Empatia, Gratitudine, Reset, Restituzione, Rinascita, Scuola, Sentimento, Sincerità, Tempo, sono le parole di cambiamento cardine di questa riflessione.

La parola di cambiamento per Giovanni Caccamo, che nel docufilm intervista i suoi testimonial, è Gratitudine. Il cantautore, dopo aver pubblicato l’album Parola, ha raccolto le testimonianze di migliaia di giovani di tutta Italia, dalle università alle carceri ai centri di accoglienza per chiedere la loro visione del futuro. I 60 testi piu significativi sono stati inclusi nel Manifesto del Cambiamento che ha dato vita all’Agorà del cambiamento, nella Stanza della Segnatura in Vaticano dove 15 testimoni scelti hanno condiviso le loro idee e visioni de futuro sotto l’affresco della Scuola di Atene di Raffaello.

“La crisi che stiamo vivendo è l’anticamera di un grande cambiamento possibile; la nostra incapacità di immaginarlo si trasformerebbe nella morte del futuro stesso – spiega il cantautore -. Alle porte di una nuova primavera, reduci da un lungo periodo di apnea, costretti a una delicata e profonda metamorfosi, è quindi nostro dovere chiederci quale possa essere il cambiamento più urgente nella nostra società.”

Luoghi eterni abitati da opere sublimi come i Musei Vaticani, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, le Gallerie d’Italia, lo Studio Arnaldo Pomodoro, Casa Fornasetti, panorami mozzafiato, elementi naturali riletti come opere d’arte, diventano culla di parole, in risposta al nichilismo e all’oscurantismo che minacciano i sogni e le speranze delle nuove generazioni. Gli ospiti raccontano la loro storia, i loro fallimenti, rivelandoci quale sia la loro visione di cambiamento come virtù applicata al quotidiano, che possa permetterci di trasformare il nostro presente e costruire un futuro in evoluzione.

Testimonianze appassionanti ed inedite, raccontate con ritmo serrato, capaci di farci riflettere, come la toccante storia dell’attivista per i diritti umani Remon Karam che ha scelto la parola Accoglienza . Lui ha abbandonato a solo quattordici anni il suo Paese, l’Egitto, nel 2013. Suo cugino era stato ammazzato davanti alla Chiesa dove pregava e così, lui, cristiano copto, per poter professare la sua fede, per poter studiare e realizzare i suoi sogni, decide di accodarsi a un gruppo di migranti e fuggire. “Il mio compagno di viaggio è stato Dio” rivela commosso nel docufilm. Dopo una drammatica attraversata in mare arriva in Italia dove grazie ai due genitori affidatari oggi Remon, che ha 23 anni, ha realizzato il suo sogno laureandosi in Lingue e culture moderne all’Università Kore di Enna. Poi c’è la pallavolista Paola Egonu che ha scelto parola Empatia “perché tutti abbiamo emozioni ma dobbiamo accettare anche le emozioni degli altri e renderci conto che non siamo unici. Cambierei nella società in cui vivo la sensibilità che ognuno ha verso il prossimo”. Il rapper Marco Anastasio invece attraverso la parola Alienazione denuncia i possibili danni di internet a lungo termine. “Alienazione è essere altro da sé, una fuga dalla sofferenza, ed è pericoloso. I drogati fuggono dalla realtà. Noi siamo drogati e abbiamo la droga sempre in tasca, il cellulare. Non vorrei essere ammaestrato da una interfaccia”.

E poi ancora le testimonianze degli attori Salvatore Esposito e Filippo Scotti, della studentessa di filosofia Agnese Di Lorenzo, della docente, scrittrice Mariangela De Luca. il primo violino del Teatro alla Scala Laura Marzadori e l’étoile Jacopo Tissi, Virginia Stagni - manager Financial Times e Riccardo Zanotti cantautore frontman dei Pinguini Tattici Nucleari che scegli la parola Reset: “Social, lavoro, futuro: la società ti spinge a superare costantemente i tuoi limiti, a fare troppo, anche a comunicarlo in modo eccessivo. Spesso ci si dimentica dell’essenza delle cose. La cosa che cambierei è questa”. Ispiratrici le risposte dei maestri dal pittore Gugliemo Castelli che invita a riprendersi il tempo, al cantante Andrea Bocelli parla dei fallimenti: “I giovani che non accettano il fallimento li capisco, anche a me non è mai piaciuto perdere ma nella vita questo succede. Fallimenti ne ho conosciuti tanti specie nel campo della musica.Ma quando hai una vocazione che brucia dentro di te il fallimento te lo metti alle spalle e vai avanti”. Il pittore Mimmo Paladino invita alla tenacia e all’utopia mentre per lo scultore Arnaldo Pomodoro “siamo in un momento di grande difficoltà, sento grande nervosismo nelle persone, bisognerebbe essere più umili”. La risposta la dà lo scultore Mario Ceroli: “La scuola. Non c’è una cosa più bella da indicare alle nuove generazioni a chi ci amministra”.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI