L'incontro tra papa Francesco ed Edith Bruck nel 2021 - Ansa/Vatican Media
La poetessa ungherese Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah, e papa Francesco si sono incontrati ormai molte volte in pubblico e in privato. La donna lo scorso 25 ottobre, insieme a un gruppo di giovani, ha consegnato alle autorità politiche il messaggio per la pace firmato poco prima dal Papa e altri leader religiosi alla preghiera per la pace organizzata al Colosseo dalla Comunità di Sant’Egidio. Nel segno della pace e della riconciliazione sono stati anche i due incontri privati. Il primo, nel febbraio del 2021, quando il Papa si recò a casa Bruck. Visita restituita un anno dopo a Casa Santa Marta, in occasione della Giornata della memoria. Questo sodalizio tra il massimo rappresentante della Chiesa cattolica e l’ebrea 91enne che ha vissuto in prima persona l’orrore dello sterminio nazista è rievocato ora, a partire dal prino dei due incontri, nel volumetto Sono Francesco scritto da Bruck, con prefazione proprio di Francesco e postfazione di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (La Nave di Teseo, pagine 92, euro 12,00). Nelle prime pagine c’è il concitato dialogo tra la scrittrice e la sua aiutante Olga, ucraina, appena appreso in via confidenziale della visita. «Viene! Viene! Ho saputo che viene! Lui da me, sabato alle quattro. Non devo dirlo a nessuno (...) Ma come faccio a tacere? Sto scoppiando (...). Pensa, ha letto la mia lettera a Dio e l’ha apprezzata», dice la scrittrice. La collaboratrice la invita alla calma e pragmaticamente si volge al da farsi: pulire le finestre, lavare le tende e preparare dei dolci. Olga accompagna Edith al secondo incontro in Vaticano. A Francesco le due donne portano un pane che ricorda il “pane perduto” che la mamma di Bruck, morta ad Auschwitz, non riuscì a infornare prima della deportazione e che ha dato il titolo a un romanzo-memoir, uscito nel 2021 sempre per la Nave di Teseo. I tre hanno condiviso il pane. «Forse è così che si può ricominciare, ripartire come umanità, facendo qualcosa insieme, magari la cosa più semplice nutrirsi». Parole del Papa che suonano come uno sprone nel tempo di guerra. Al primo incontro ancora non era scoppiata: sarebbe accaduto poco dopo il secondo. Con Olga, ricorda Francesco, «parlammo inevitabilmente di quello che stava accadendo al confine di quella terra oggi martoriata. Quanto è importante che la memoria non vada perduta!». E il testo in cui Bruck rievoca l’incontro è intriso di memoria. La cronaca partecipata si alterna a riflessioni sull’antisemitismo e sull’antigiudaismo cristiano. Sulla «millenaria e complessa vicenda» - così la definisce Di Segni - dei rapporti tra ebraismo, cristianesimo e Chiesa cattolica. E anche sui dibattuti silenzi di questa. Tutte questioni per le quali la presidente dell’Ucei saluta con favore l’apertura degli archivi su Pio XII decisa da Francesco. Ci sono naturalmente gli interrogativi, legati ai ricordi personali, che la poetessa esprime in prima persona e che si uniscono allo stupore e alla gioia per l’attenzione riservatale. «Dio è una ricerca continua», la frase con la quale Francesco quasi la previene. Frase che continua a tornarle alla mente anche quando la poltrona dell’ospite, dalla quale ha rinnovato la richiesta di perdono agli ebrei, è ormai vuota. Bruck, in silenzio, si chiede «con senso di colpa » se da ebrea può sentire «un bene immediato per in massimo rappresentante di coloro che da millenni ci hanno perseguitato ». Naturalmente un ruolo importante lo giocano le poesie che inframmezzano il racconto. Una in particolare, “Educazione”, che Francesco chiede di leggere. «E se il futuro non fosse / figlio del passato e presente? / Ma orfano, tabula rasa per i nuovi nati», esordisce il testo che parla di rispetto per gli altri e condivisione. Atteggiamenti che lei, ragazzina, ha conosciuto solo in pochi casi nel lager. Tempi che le sono rimasti non solo nel cuore, ma nella abitudini. Quando si siede al ristorante, confessa, ancora guarda dove sia una via di fuga. Annotazione che vena di malinconia la parte in cui Bruck parla dei suoi incontri in giro per l’Italia, dopo la risonanza mediatica della visita. La gente la riconosce, le chiede della salute di Francesco e persino la tocca come se, così facendo, toccasse lui, affidandole oggetti o lettere da dargli. Ma c’è pure chi le chiede perdono per ciò che gli italiani hanno fatto agli ebrei.