mercoledì 26 novembre 2014
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Mosè, il prezzo della libertà. Il 12 dicembre arriva nelle sale americane (in Italia uscirà il 15 gennaio) Exodus. Dei e Re, il kolossal biblico diretto da Ridley Scott, regista di film come Alien, Il gladiatore e Le crociate. Un lavoro immenso, articolato, servito da uno spettacolare e intenso 3D, è alla base di questo nuovo film presentato ieri a Roma in versione di 40 minuti, suddivisa in scene introdotte da un commento video dello stesso regista. Exodus sembra avere tutti i numeri per affascinare il grande pubblico che ama i peplum e la regia spettacolare e mozzafiato. Regia valorizzata anche da location ad hoc come Almeria e Fuerteventura, nelle Isole Canarie (posti scelti anche per i western di Sergio Leone), dove sabbia e deserto rendono ancora più forti le scene di guerra. La lotta contro gli Ittiti è la prima battaglia combattuta da Mosé (interpretato da Christian Bale) insieme a Ramses ( Joel Edgerton), uomini cresciuti come fratelli. Una scena cruenta, ma non eccessivamente, che evidenzia la fisicità e il temperamento opposto di Mosé e Ramses, profondamente diversi ma uniti dal grande coraggio e dall’amore per l’Egitto e per la famiglia guidata dal faraone Seti ( John Turturro). L’epicità della regia voluta da Scott è lo strumento ideale per creare l’atmosfera giusta – forse a volte troppo spettacolare – del racconto biblico. La storia dell’Esodo è infatti una storia di salvezza che mette al centro il popolo israelita, che attraverso la ribellione alla tirannia dimostra che l’amore per la libertà costa un alto prezzo. Prezzo che inizia dalla scoperta della propria identità: Mosé cresciuto come egiziano nel regno faraonico scopre di essere un ebreo, salvato dalla strage dei bambini temuti come futuri rivali per la stabilità del regno d’Egitto. Chi è il vero re? Chi servono gli Israeliti? Sono domande che attraversano esplicitamente e implicitamente le clip di Exodus. Soprattutto quando Ramses, diventato faraone, scopre di essere cresciuto al fianco di un ebreo, quindi di uno schiavo. La cacciata di Mosé nel deserto, simbolo di condanna a morte, è l’inizio della lotta per la libertà; «L’Egitto – sottolinea Scott nelle note del film – era, ed è tuttora, un crocevia di culture tra Africa, Medio Oriente e Europa. Abbiamo voluto scegliere un cast di attori proveniente da diverse etnie proprio perché potesse riflettere la diversità. E abbiamo lavorato moltissimo per rappresentare al meglio questa multiculturalità e dare vita a una storia che ha le radici in religioni e popoli di tutto il mondo».  Quando il potere viene imposto da Ramses a tal punto che gli israeliti non hanno più diritti, la risposta divina alla tirannia viene dalla stessa natura posta al servizio della liberazione del popolo eletto: le dieci piaghe, che occupano ben cinque capitoli del libro dell’Esodo, dimostrano ancora una volta come la volontà degli uomini, anche quando ricorre a maghi o alla violenza, è impotente. Nelle scene di Exodus ricorrono solo 4 flagelli, ma caratterizzati da un uso sapiente degli effetti speciali: la prima piaga è quella dell’acqua trasformata in sangue, con i pesci destinati alla morte e gli stessi egiziani vengono privati della fonte stessa della loro vita. Ma il cuore del faraone resta inamovibile, perciò Dio manda la seconda piaga: l’invasione di rane che penetrano negli appartamenti reali fino a togliere il respiro. La terza e la quarta sono le piaghe delle mosche e delle cavallette che divorano tutto quello che incontrano.  «La storia dell’Esodo – spiega nelle note di produzione Christian Bale – non è solo uno dei testi sacri cardine del mondo, è anche un racconto tra i più profondi mai scritti. Attraverso la sua fede Mosé diventa un combattente per la libertà che non ha timore di nulla pur di compiere la volontà di Dio. Allo stesso tempo è anche un uomo pieno di contraddizioni: guerriero tempestoso ma stoico, fedele e polemico, esitante e insieme deciso... In breve, una delle figure più affascinanti che abbia mai studiato. E per prepararmi al personaggio ho letto la Torah, le parti del Corano legate al profeta e il libro di Jonathan Kirsch». Benefici divini, peccati, ostilità degli egiziani sembrano tutti ben rappresentati, a volte fin troppo calcati, nelle prime immagini nel film. Il prodigio del Mar Rosso (volutamente non svelato, se non per la parte iniziale, nelle clip selezionate per l’anteprima) manifesta ancora una volta la potenza del plot, che è una storia di guerra e violenza, di castigo e perdita, ma pure una vicenda di speranza e di liberazione che nasce dalla fede. La Bibbia è una fonte inesauribile di racconti e il mondo di Hollywood non si accontenta più soltanto di supereroi.
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