
Emma Maria Mazzenga - .
Sara, 10 anni, è una delle pulcine tesserate dall’Atletica Insieme Verona. Emma Maria Mazzenga, classe 1933, è la veterana, campionessa del mondo master 200 metri piani, titolo conquistato in Svezia la scorsa estate, prima del suo 91° compleanno che festeggia l’1 agosto.
Regina assoluta della categoria W90 e quel 90 indica le primavere superate, come il record del mondo. Nel 2024, infatti ha superato il precedente dei 200 ( 1’00”72, che durava da tredici anni), portandolo a 54’’47 per arrivare nel corso della stagione a 50”33, per un totale di 9 record del mondo sulle distanze dei 60, 200 e 400 metri.
«La settimana scorsa, alla prima gara del 2025, l’ho migliorato di un secondo e mezzo», dice soddisfatta e con il giusto orgoglio la “Prof” Mazzenga: ex docente di Scienze del Liceo Enrico Fermi di Padova. La Prof che correva già quando insegnava e che ha spiazzato anche i suoi ex alunni che seguono tutti insieme appassionatamente le sue imprese. Chi la Prof l’aveva persa di vista, ora non la molla più, si aggiorna sui risultati, lascia like e commenti da tifosi sfegatati direttamente sul suo profilo Facebook.
«Sui social mi arrivano anche degli insulti, ma a me non fanno né caldo né freddo, io proseguo tranquillamente la mia corsa». Una corsa inarrestabile con «tre allenamenti alla settimana, d’inverno, come ora, al Palaindoor di Padova, vicino allo stadio Euganeo, e con le belle giornate faccio le ripetute sull’argine Bassanello. Invece in estate mi trasferisco allo stadio Colbachini, mentre per le gare lascio Padova e raggiungo i compagni di squadra della mia società che ha sede a Verona».
Se è tornata in pista infatti la Prof lo deve alla società sportiva veronese Atletica Insieme con cui ha ripreso a gareggiare dopo uno stop con annessa pausa di riflessione. «A 83 anni non mi sentivo più adeguata per questo mondo dell’atletica, anche se continuavo ad andare al campo e mi allenavo da sola. Vedendomi lì, la mia amica Rosa Marchi mi ha convinta a ritentare con l’agonistica e a tesserarmi per l’Atletica Insieme. E così ho fatto».
Ma come nasce questa passione per l’atletica ripresa praticamente a tempo pieno alla soglia dei 90? «Quella per lo sport è una passione senza tempo. Ho cominciato da ragazza quando al Liceo sono passata dalla pallavolo alla pallacanestro e poi all’Università ho scoperto l’atletica: correvo già i 100 e i 200. Correre mi ha aiutato a stare bene fisicamente e soprattutto moralmente. L’atletica mi ha fatto affrontare con coraggio e a testa alta certi dolori della vita che prima o poi ti si parano davanti e spesso non sai come fare a superarli... A 55 anni ho perso mio marito, sportivo anche lui faceva arrampicata su roccia e su ghiaccio, e sono rimasta da sola con due figli da crescere».
Ora quei figli sono cresciuti e la Prof è nonna. E altri nipoti li ha trovati al campo d’allenamento dove è il faro acceso per tutta l’atletica veneta. «I ragazzi cosa mi dicono quando mi vedono? Mi fanno i complimenti, mi chiedono un selfie e io gli do i miei consigli: quelli di amare l’atletica, di correre con passione, di impegnarsi. Loro mi ascoltano ed evidentemente parlano in giro di me perché adesso mi conoscono tutti. Non immaginavo di diventare così famosa alla mia età», sorride la Prof che corre davvero per pura passione.
Il suo è un dilettantismo pagante. «Tranne la visita medica e la possibilità di partecipare ai campionati master l’Atletica Insieme non può fare altro. Quindi l’iscrizione alle gare, che per un Mondiale si aggira sui 130 euro, debbo coprirla io. Così come vitto, alloggio e volo aereo sono a carico mio. All’ultimo Mondiale, a Goteborg, e in passato quando sono finita a correre in Australia, ho sempre aperto il mio portafoglio».
Ma Emma Maria Mazzenga è unica in Italia nella categoria 90-94 anni, e nel mondo al momento se la deve vedere solo con una coetanea americana, puntualmente battuta. Un esempio di olimpismo raro, ed è strano che nell’opulento Nordest la sua storia non abbia attirato neppure uno straccio di sponsor.
«Lo sponsor? – sorride – . Sulla terza età sento da sempre tante belle parole, tipo: che bravi quelli che studiano ancora all’Università o che bello che fanno ancora sport, come la sottoscritta. Ma poi non è che si faccia molto per venire incontro a chi magari ha bisogno di pagare una visita medica per fare attività fisica o per supportarla nelle trasferte come nel mio caso». Piccola difesa della categoria da parte della Prof che si prepara per i prossimi campionati italiani indoor che si terranno il prossimo mese ad Ancona. «E’ un bel periodo questo e vivo tutto serenamente. Fare atletica mi consente di confrontarmi e di frequentare persone di ogni età. Questa disciplina rallenta la tensione e lo stress della quotidianità». Mens sana in corpore sano, magari anche grazie a una dieta morigeratissima come quella del prof. Silvio Garattini? «Macché? Io non salto i pranzi come il prof. Garattini, bevo un mezzo bicchiere di rosso a pasto e poi mangio di tutto. Ma alla nostra età è giusto contenersi con le quantità: quindi tutto, ma poco». Ha solo fame di altre vittorie la Prof e quando non si allena guarda il tennis alla tv, stregata da Jannik Sinner. «Mi sono abbonata a Sky per vedere i suoi tornei, ma seguo anche le gare degli azzurri degli altri sport. Certo Sinner è un ragazzo speciale, l’avrei voluto come mio allievo al Liceo. Educato e per bene, purtroppo oggi non se ne vedono tanti di giovani così. I ragazzi invece dovrebbero prendere esempio da Jannik: più passione e sacrificio e meno cellulare e playstation, e allora sì che i risultati arrivano, nella vita come nello sport», parola della Prof che crede in uno sport educativo, quindi sano e pulito. «L’atletica mi ha insegnato la lezione più importante: mai distruggere l’armonia e il benessere che lo sport sa donare».