lunedì 7 maggio 2018
Il regista, 86 anni, si è spento all'ospedale di Asiago. Le origini contadine, «L'albero degli zoccoli», il film sulla vita di papa Giovanni, il ritorno al documentario
Il regista Ermanno Olmi, 1931-2018 (Ansa)

Il regista Ermanno Olmi, 1931-2018 (Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

È morto a 86 anni il regista Ermanno Olmi. Si è spento la scorsa notte nell'ospedale di Asiago, dove era stato ricoverato d'urgenza venerdì sera, dopo aver combattuto per lungo tempo contro una grave malattia.

Olmi lascia la moglie Loredana e i figli Elisabetta, Fabio e Andrea. I funerali, come desiderava il regista in linea con una vita piena di affetti e amicizie ma riservata, si svolgeranno in forma strettamente privata.

L'ultimo lavoro di Olmi, uscito un anno fa, è stato un documentario dedicato al cardinale Carlo Maria Martini che era stato presentato in anteprima nel Duomo di Milano. Del 1965 il film sulla vita di papa Giovanni XXIII, E venne un uomo.

Dalle origini contadine all'«Albero degli zoccoli»

Olmi nasce a Bergamo il 24 luglio del 1931, in una famiglia contadina profondamente cattolica. Nel 1933 i suoi genitori si trasferiscono a Milano per il lavoro del padre ferroviere, che poi muore durante il Secondo conflitto mondiale. Trascorre l'infanzia tra il mondo operaio della periferia milanese e quello contadino, a Treviglio, nella campagna bergamasca.

Giovanissimo desidera studiare arte drammatica e per mantenersi trova lavoro alla Edison, dove già lavorava la madre. Qui deve organizzare le attività ricreative dei dipendenti e documentare le produzioni industriali per cui fonda la Sezione cinema della Edison Volta e realizza una trentina di documentari tecnico-industriali.

Nel 1959 gira il suo primo lungometraggio Il tempo si è fermato, delicato racconto del rapporto tra uno studente e il guardiano di una diga. Dopo aver fondato con alcuni amici, tra cui Tullio Kezich, la società di produzione "22 dicembre", scrive e dirige Il posto (1961), che viene accolto molto bene dalla critica, in cui descrive le esperienze di due giovani alla ricerca del primo lavoro. Due anni dopo dirige I fidanzati in cui è costante la sua poetica attenta al mondo della gente semplice, della vita quotidiana, dei sentimenti spesso non espressi ma manifestati con le azioni.

Nel 1965 gira E venne un uomo, una sentita biografia, ben lontana dall'agiografia, di papa Giovanni XXIII cui si sente unito dalle comuni radici bergamasche. Tra il 1968 e il 1974 realizza opere non particolarmente riuscite (Un certo giorno, I recuperanti, Durante l'estate, La circostanza) ma è il 1978 a segnare l'anno della sua consacrazione con L'albero degli zoccoli, un film sulla vita dei contadini padani recitato da attori non professionisti e in dialetto bergamasco, che vince la Palma d'Oro al Festival di Cannes.

IL FILM «L'albero degli zoccoli», quelle piccole cose che spiegano grandi questioni di Alessandro Zaccuri

La scuola di cinema e il "Santo bevitore"

Nel 1983, dopo aver girato un documentario sulla sua città d'adozione, Milano '83, viene colpito da una gravissima malattia che lo costringe a chiudersi nella sua casa di Asiago dove si è trasferito con la famiglia da qualche tempo. In quel periodo interrompe la sua produzione cinematografica e si dedica a Ipotesi cinema la scuola di cinema che fonda a Bassano del Grappa in cui si formano giovani autori come Francesca Archibugi, Mario Brenta, Giacomo Campiotti, Piergiorgio Gay, Maurizio Zaccaro. (Dopo quindici anni la scuola si ferma per ripartire nel 2002 legata alla Cineteca di Bologna).

Intanto, superata la malattia, riprende la sua normale attività e nel 1987 alla Mostra del Cinema di Venezia vince un Leone d'Argento con Lunga vita alla signora e l'anno successivo, con La leggenda del santo bevitore, ottiene il Leone d'Oro.

Dopo aver diretto il poco fortunato Il segreto del bosco vecchio (1993) e il film tv Genesi - La creazione e il diluvio (1994) segue un silenzio di cinque anni. Il 2001 lo vede ancora tra i protagonisti del festival di Cannes con Il mestiere delle armi che, raccontando la morte del giovane e magnifico condottiero Giovanni de Medici, ci mostra il momento in cui l'uso della polvere da sparo dà inizio alla guerra moderna. Il film vince il Globo d'oro 2001 della stampa estera e 9 David di Donatello 2002 per il miglior film, regia, sceneggiatura, produzione, fotografia, musica, montaggio, scenografia e costumi.

Il film successivo, nel 2003, non potrebbe avere un soggetto più diverso: Cantando dietro ai paraventi è un film sui pirati cinesi che parla della fatica che serve per ottenere la pace e che vince 3 David di Donatello 2004 (scenografia, costumi ed effetti speciali) e 4 Nastri d'argento (soggetto, fotografia, scenografia e costumi).

Nel 2005 Olmi accetta l'invito di Domenico Procacci a collaborare con due altri autori di qualità come Abbas Kiarostami e Ken Loach. Per ottenere unità di luogo e tempo i tre registi scelgono di percorrere ciascuno di loro 5.000 km su un treno ma Tickets inevitabilmente mostra tre diverse visioni del mondo e tre diversi modi di raccontare.

L'INTERVISTA Olmi: «I miei ottant'anni cercando l'uomo e il mistero di Dio» di Alessandra De Luca (luglio 2011)

Il ritorno al documentario e il Leone d'oro alla carriera

Nel 2007 con Centochiodi - il cui titolo nasce da una sua ossessione, quella di inchiodare qualcuno per impedirgli di fare del male - il regista dichiara di aver realizzato il suo «ultimo film narrativo di messa in scena», per tornare al suo primo amore: il documentario. Due anni dopo firma infatti Rupi del vino (evento speciale alla X edizione del Festival di Roma) e Terra Madre (presentato al 59moFestival di Berlino nella sezione Berlinale Special).

Nel frattempo, alla 65ma edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia gli viene assegnato il Leone d'oro alla carriera.

HA SCRITTO PER NOI L'elogio degli alberi di Ermanno Olmi (giugno 2016)

Nonostante la sua dichiarazione di abbandonare film di fiction, nel 2011 realizza Il villaggio di cartone, dedicato al tema dell'immigrazione con al centro le vicende di un vecchio sacerdote che ritrova una ragione per la sua fede aiutando gli immigrati clandestini, e nel 2014 Torneranno i prati, film diretto in occasione del centenario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale.

Del 2017 è il documentario sulla figura del cardinale Carlo Maria Martini Vedete, sono uno di voi, per cui il maestro Olmi ottiene la Menzione d'onore all'edizione 2018 dei Nastri d'Argento Documentari.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: