Una rappresentazione della sonda Gaia e della Via Lattea - Epa
Terremoti che sconvolgono le stelle, deformandole come un'onda di tsunami che percorre gli oceani, la scoperta di 5.600 sosia del nostro Sole e la possibilità di conoscere il passato delle stelle grazie a elementi inconfondibili come il Dna lo è per gli esseri viventi: è una miniera di dati la nuova mappa della Via Lattea ottenuta grazie alla missione Gaia dell'Agenzia Spaziale Europa (Esa), alla quale l'Italia partecipa con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). È la terza mappa prodotta dal satellite lanciato nel 2013 e sicuramente la più ricca e dettagliata. I dati sono online, liberamente a disposizione di astronomi e astrofisici di tutto il mondo, e le osservazioni frutto delle analisi condotte finora sono in via di pubblicazione in nove articoli, in un numero speciale della rivista Astronomy & Astrophysics. Sono «risultati straordinari, davvero fantastici», ha detto il direttore generale dell'Esa, Josef Aschbacher, commentando la mappa (Gaia Data Release 3, DR3), che comprende quasi due miliardi di stelle, delle quali vengono presentati composizioni chimica, temperatura, colori, masse, età e la velocità con la quale 33 milioni di stelle si avvicinano o si allontanano da noi (velocità radiale).
È una Via Lattea multicolore, quella che emerge dai dati di Gaia, che per la maggior parte riguardano la luce delle stelle, analizzata nei suoi elementi costituenti grazie alla spettroscopia, la tecnica che seziona la luce stellare. Stelle binarie e stelle dalla luce intermittente sono le altre protagoniste della nuova mappa, accanto a 5.600 sosia del nostro Sole (finora se ne conoscevano solo 100), ha detto Antonella Vallenari, dell'Inaf e membro della collaborazione Gaia. «Èuna missione che ha mantenuto gli obiettivi scientifici previsti e i cui risultati sono andati ben oltre le aspettative», ha detto Barbara Negri, responsabile per l'Asi di Volo umano e Sperimentazione scientifica. I terremoti delle stelle sono fra i risultati più significativi: sebbene il satellite Gaia non sia stato progettato per osservarli, è riuscito a rilevare i piccoli movimenti sulla superficie di una stella. «I terremoti stellari ci insegnano molto sulle stelle, in particolare sul loro funzionamento interno», ha detto Conny Aerts, dell'Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, e membro della collaborazione Gaia. I dati di questa missione, ha aggiunto, stanno «aprendo una miniera d'oro per la cosiddetta 'astrosismologià delle stelle massicce».
C'è anche la mappa dell'età delle stelle e quella di polveri e gas interstellari, dai quali nascono le stelle; è emerso poi che la Via Lattea non ha una forma simmetrica perché il moto delle stelle attorno al suo centro non è circolare. Gaia ha infine tenuto d'occhio anche gli asteroidi: «di circa 150.000 adesso abbiamo le orbite, dalle 14.000 disponibili in passato», ha detto Vallenari, e «abbiamo anche gli spettri, di 60.000 conosciamo adesso la composizione chimica, che finora era nota per circa 8.000». Sono state inoltre «individuate famiglie di asteroidi», ossia asteroidi che hanno la stessa origine, probabilmente in seguito a collisioni, e la stessa composizione chimica. Da quest'ultima, ha aggiunto, «potremo avere informazioni importanti sulla formazione del Sistema Solare». Alla missione l'Italia collabora anche con il Data Processing and Analysis Consortium (Dpac), con le sue sedi a Bologna, Catania, Milano, Firenze, Napoli, Padova, Roma, Teramo e Torino; l'industria collabora alla missione con Leonardo, Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), Altec (Thales Alenia Space-Asi) e Telespazio (Leonardo-Thales).