sabato 14 ottobre 2023
Per la quarta volta di fila il Team di Borgo Panigale leader delle due ruote, ma Bagnaia nella gara sprint perde la testa della classifica piloti superato da Martin. Domani la corsa in Indonesia
Ducati, il mondiale costruttori parla italiano
COMMENTA E CONDIVIDI

Gran Premio d'Indonesia dolce-amaro per la Ducati. Se da una parte perde la testa della classifica del Mondiale piloti con Bagnaia ora secondo a 7 punti da Martin, dall'altra la casa di Borgo Panigale conquista matematicamente il titolo costruttori per il quarto anno di fila. Per Martin, invece, un sogno che diventa realtà nel sabato della MotoGp asiatico. Grazie infatti al trionfo nella gara sprint sul circuito di Mandalika balza per la prima volta nella sua carriera in testa alla classifica del Mondiale piloti con sette punti di vantaggio sul campione del mondo della Ducati ufficiale, Francesco Bagnaia, solo ottavo nella mini corsa che lo ha visto scattare dalla tredicesima posizione, la stessa da cui partirà domani nel Gp. Sul podio anche i due piloti del Mooney VR46 con Marini secondo e Bezzecchi terzo. Quarto Vinales, 5° Quartararo, 6° Di Giannantonio e 7° Bastianini.

Una giornata da dimenticare per Bagnaia in cui, però, il Ducati Team può appunto festeggiare la conquista del quarto titolo costruttori consecutivo, e una sprint da ricordare per il fenomeno spagnolo Martin ora al comando del campionato del mondo. «Vincere è stato difficile - ha detto un emozionato Martin - ma essere in testa al Mondiale è un sogno. Voglio mantenere la stessa mentalità, ma in questo momento sono davvero felicissimo di essere davanti e spero di poter concludere il weekend domani allo stesso modo. Mi sento alla grandissima - sorride il pilota della Ducati Pramac -. Partire sesto non era il massimo e non sarà il massimo neanche domani, però sono riuscito a superare in una pista in cui normalmente è difficile. Ho fatto delle belle lotte con chi era davanti. Vincere è stato difficile perché Luca (Marini, ndr) era molto veloce. Stava recuperando alla fine».

E sorride anche la scuderia di Valentino Rossi che si prende il resto del podio approfittando anche delle defaillance di una Aprilia protagonista con Maverick Vinales ma alla fine solo quarta e fuori al via con Aleix Espargaro che scattava in prima fila come il compagno di squadra. Al netto della lotta al vertice, la vera impresa l'ha fatta la coppia del Mooney VR46, Marini e Bezzecchi, rispettivamente secondo e terzo, nonostante i guai fisici. Marini, operato due settimane fa dopo l'incidente in India, ha difeso il secondo posto (partendo dalla pole position). Bezzecchi, uscito dalla sala operatoria appena sei giorni prima (clavicola rotta anche per lui) dopo l'incidente in allenamento al Ranch di Rossi, è salito sul terzo gradino del podio liberandosi di Vinales all'ultimo giro.

«Oggi è stata veramente dura - ha riconosciuto uno stravolto Marini - questa mattina in qualifica, soprattutto nel cambio di direzione, quando ho spinto sul manubrio ho sentito un crac e mi sono fatto male. Sono stato a fare fisioterapia dal momento delle interviste fino a 3 minuti prima di cambiarmi. L'ho fatto per cercare una soluzione, per provare a sciogliere i muscoli e per ritrovare la forma. Ieri non stavo così male, ma dopo quel giro in qualifica mi sono sentito veramente a pezzi. Siamo riusciti a limitare i danni, ma - conclude il fratello di Valentino Rossi - il dolore era tanto, al punto da non farmi sentire il caldo. Avevo male soprattutto nelle curve a sinistra, dove mi è anche partita la moto nel corso del penultimo giro».

Stesso discorso per il compagno Bezzecchi: «Sono veramente contento. Sinceramente non avrei mai pensato di venire qui e fare questa gara in queste condizioni - ha commentato - ma mi sono visto lì davanti e ho notato che nei primi 7 giri stavo andando veramente bene, quasi come se non avessi niente. Poi con il calo dell'adrenalina ho cominciato a sentire un po' di dolore soprattutto in staccata. Finché non ero dietro agli altri andavo forte, ma quando sono arrivato dietro a Maverick (Vinales, ndr) ho iniziato veramente a far fatica, perché bisogna guidare in maniera più fisica ed è più difficile fermarsi con lui davanti».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: