Jannik Sinner con la divisa della nazionale italiana - Ansa
Caso doping, la Wada fa ricorso contro “l’assoluzione” di Jannik Sinner ed ora per campione italiano inizia di nuovo una doppia partita. Perché il numero 1 del tennis mondiale, se da una parte proseguirà la sua carriera, dall’altra dovrà (ancora una volta) dimostrare la sua completa estraneità al doping e che i bassi livelli - meno di un miliardesimo di grammo, quindi ininfluenti sotto l’aspetto della prestazione sportiva - dei metaboliti di Clostebol trovati in due controlli nel suo corpo siano entrati per colpa di terzi e a sua insaputa (un presunto massaggio senza guanti fatto dal fisioterapista).
E su questa - inaspettata - azione dell’agenzia mondiale antidoping (Wada) aleggia anche lo spettro del caso politico. Questo irrigidimento della Wada è inaspettato per certi aspetti. Sicuramente hanno inciso i tanti mugugni di diversi tennisti del circuito che hanno visto nel comportamento dell’agenzia mondiale antidoping dell’eccessiva protezione e quindi del “favoritismo” nei confronti di Sinner. Un fatto che svela un evoluzione inquietante del reale clima di competitività negli attuali vertici del mondo del tennis: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Daniil Medvedev e Holger Rune non sono affatto amici fra loro. E a differenza del passato quando la stima e l’affetto tra Roger Federer e Rafa Nadal era evidente, ora esistono i clan di giocatori che spingono la rivalità anche l’accesso, a volte non distinguendo la sottile differenza tra critica e scorrettezza.
Non solo, recentemente la Wada è stata contestata per non aver indagato sulla positività dei nuotatori cinesi, poi tutti assolti, e quindi per non dover subire altre accuse, sulla positività di Sinner ha voluto presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna (Tas). Il motivo? Perché il giocatore italiano è stato ritenuto «esente da colpa o negligenza» da un tribunale indipendente dall’International Tennis Integrity Agency (Itia). Non era mai accaduto nella storia che la Wada avesse presentato appello ad una sentenza di un organo giudicante di nessuno sport dove esiste un organo analogo alla Itia (esiste nell’atletica leggera, nuoto e ciclismo). La Wada quando nota discrepanze sia nell’iter che nella sentenza finale, di prassi ricorre contro le strutture antidoping nazionali o federazioni di competenza. Il Tas è il massimo organo di giustizia sportiva a livello mondiale. La Wada nell’appello al Tas ha chiesto «un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni» precisando di non voler chiedere «la squalifica di alcun risultato, salvo quello che è già stato imposto dal tribunale di primo grado».
Sinner, 23 anni, altoatesino di San Candido, allenato da Darren Cahill e Simone Vagnozzi, dopo aver sconfitto il russo Roman Safiullin al secondo turno dei “China Open”, torneo Atp 500, ha detto che «forse vogliano solo assicurarsi che tutto sia corretto, ma sono molto deluso e sorpreso» dell’appello «anche perché tutte e tre le udienze si erano concluse in modo molto positivo per me e il processo è stato condotto secondo le linee guida del Codice mondiale antidoping. Ma sono convinto che risulterò innocente».
Ora pur potendo continuare a giocare dovrà attendere la sentenza del Tas (che dovrebbe arrivare non prima del 2025).
Nel procedimento contro Sinner sono stati citati anche i precedenti dove un atleta è stato ritenuto non colpevole: ad esempio, quello dello sciatore austriaco Hans Knauss nel 2005 e, più recentemente, del tennista Marco Bortolotti (marzo 2024). Non solo, è stato scritto che Sinner dopo ogni test risultato positivo al Clostebol, il 10 e 18 marzo in occasione rispettivamente dei tornei di Indian Wells e Miami Open, è stato sospeso: la prima volta per due giorni (4 e 5 aprile) e la seconda per meno di una settimana (17-20 aprile). La positività di Sinner è emersa a seguito dell’assunzione, involontaria, del contenuto di uno spray da banco che in Italia, a differenza di altri Paesi, non necessita di prescrizione medica, il Trofodermin, utilizzato per curare una piccola ferita. Il preparatore atletico di Jannik, Umberto Ferrara, bolognese, ha dimostrato - mostrando l’estratto conto bancario - di aver acquistato il farmaco il 12 febbraio scorso presso la farmacia “SS Trinita’’ di Bologna. Il 3 marzo quando Sinner alloggiava in una villa con il suo staff ad Indian Wells, il fisioterapista del giocatore, Giacomo Naldi si feriva al mignolo della mano sinistra con uno scalpello che viene utilizzato per togliere i calli. Il dito è rimasto fasciato per alcuni giorni e poi “usato” senza protezione in modo involontario per un massaggio a Sinner, con negligenza rispetto al fatto che quel cicatrizzante avesse componenti dopanti, seppur infinitesime e non in grado di alterare la performance sportiva.