Un primato che oggi vive tra il Perù e il Brasile - Di Kennedy Andrade Borges / WikiCommons
La produzione di una proteina isoforma (ovvero leggermente diversa da quella originale comunque sufficiente a indurre una modifica genetica ma non una mutazione vera e propria) potrebbe essere la responsabile che ha portato alla perdita della coda negli esseri umani e nelle grandi scimmie. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, descritto sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati della New York University Langone Health, della Clemson University e della Loyola University. Il cambiamento, avvenuto circa 25 milioni di anni fa, sarebbe stato utile nel passaggio dalla vita sugli alberi a quella sul terreno, ma avrebbe anche aumentato il rischio di difetti congeniti del tubo neurale come la spina bifida.
l'evoluzione dell'uomo - WikiCommons
Il team, guidato da Bo Xia, Jef Boeke e Itai Yanai, ha analizzato 140 geni legati allo sviluppo della coda dei vertebrati per rintracciare le origini di questo importante cambiamento evolutivo. A differenza di altre specie di primati, gli ominoidi - un gruppo che comprende esseri umani, scimpanzè, gorilla, oranghi e i gibboni -, sono privi di coda, uno dei passaggi più evidenti avvenuti lungo il percorso evolutivo. Gli scienziati ipotizzano che la perdita della coda possa dipendere dall'inserimento di un elemento genetico specifico nel gene Tbxt.
Per convalidare la propria teoria, i ricercatori hanno generato modelli murini (ratti geneticamente modificati, animali quest'ultimi importantissimi nella ricerca perché da un punto di vista dello sviluppo sono simili agli umani) che esprimevano diverse forme del gene. In effetti, riportano gli autori, i topi che esprimevano la proteina isoforma non avevano la coda o avevano una coda accorciata, a seconda della quantità relativa espressa nella gemma della coda embrionale. Allo stesso tempo, l'indagine ha rivelato che gli animali associati a una manifestazione specifica del gene potevano sviluppare difetti del tubo neurale, una condizione che colpisce circa un neonato su mille. Questi risultati, concludono gli scienziati, suggeriscono che la perdita della coda potrebbe essere dipesa da un costo adattativo del potenziale di difetti del tubo neurale, come la spina bifida, che si verifica quando la colonna vertebrale non si sviluppa correttamente.