Claude Lelouch a Venezia - ANSA
Per sostenere che ogni cosa nella vita accade per il nostro bene bisogna essere degli inguaribili ottimisti. E Claude Lelouch, 87 anni il prossimo 30 ottobre, lo è. E lo ha dimostrato con il suo nuovo lavoro Finalement, fuori concorso ieri alla Mostra di Venezia e nelle sale il 19 settembre con Europictures.
Coraggioso e sgangherato, libero e vitale, discontinuo e affascinante, il film racconta l’eccentrica storia di un avvocato di successo, Lino (l’istrionico Kad Merad) che decide di lasciarsi tutto alle spalle e cominciarne una nuova fase della sua vita, assumendo diverse identità prima di trovare la sua strada. Gli incontri lungo il suo cammino non faranno che alimentare la sua fiducia nell’esistenza. « Per chi come me ha conosciuto la guerra e il dopoguerra tutto il resto è dolce. Siamo sempre pronti a lamentarci di ciò che ci accade, ma io ho imparato moltissimo dai miei fallimenti».
L’irrazionale è una costante nel cinema del grande regista francese, dove le storie più improbabili diventano possibili, e in questo film, interpretato anche da Sandrine Bonnaire, Elsa Zylberstein, Barbara Pravi, François Gillard e Michel Boujenah la presenza di Gesù, dei suoi discepoli e di Dio in alcune scene lega la storia al mistero e alla fede. «Sono convinto che tutti crediamo in Dio, con gli anni ne sono sempre più convinto. Rappresentare Dio sullo schermo non è complicato, perché penso che sia tra noi, che cammini al nostro fianco cercando di migliorare l’umanità, la sua più bella invenzione. E forse proprio perché si parla anche di Dio, e la musica è il suo linguaggio, Finalement è una favola musicale».
Una favola ricca di omaggi al cinema, a partire da I ponti di Madison County di Clint Eastwood, che secondo Lelouch potrebbe essere la più bella storia d’amore mai filmata. Se sia o meno l’ultimo film di Lelouch non è dato saperlo e al regista piace giocare con questa incertezza.
«Alla mia età bisogna prepararsi a dire addio. La vita è una corsa e io sono arrivato allo sprint finale, dove è importante accelerare. Per il momento continuo a meravigliarmi e a condividere questi stupore con gli altri. La gente non sa servirsi della vita, condividere i propri sentimenti, ma passa accanto le cose importanti. Ci sono quelli che vogliono cambiare il mondo e quelli che approfittano della sua bellezza, io appartengo a questa seconda categoria e me la godo. Sto facendo uno dei miei ultimi film, ecco perché l’ho chiamato Finalement. Ma forse ne farò uno che si chiamerà “Finalmente non finisce mai”. Non credo alla morte, che è la più bella invenzione della vita. Credo nell’eternità. Molte persone a cui volevo bene sono andate via e quando mi arrivano nuove idee mi chiedo chi me le abbia suggerite. Le idee sono nell’aria, sapete, e scelgono dove andare a radicarsi. Finché le idee arriveranno non smetterò di fare quello che sono capace di fare e non ne mai avute così tante come in questo momento».