La nuotatrice azzurra Sara Curtis - Web
A differenza dell’atletica, il nuoto azzurro ha scelto di non partecipare alla rassegna continentale di Belgrado per concentrare l’ultimo sforzo preolimpico sul casalingo Trofeo Sette Colli. Il meeting romano celebra da domani a domenica la sessantesima edizione nella piscina del Foro Italico, a due passi dall’Olimpico, dove nel week-end atleti olimpici e paralimpici si divideranno le corsie nella medesima gara. Una novità assoluta, perché in passato le prove erano divise per categorie.
L’integrazione in vasca è ormai completa: non solo i disabili si mescolano con i normodotati, ma anche il colore della pelle passa inosservato. Così quando l’astro nascente Sara Curtis si è affacciata sul palcoscenico l’unica cosa su cui ci si è soffermati sono stati i suoi tempi. «Mio papà è italiano, mia mamma nigeriana, mi fa piacere rappresentare questo tratto misto del nostro Paese. Sono rimasta stregata dai risultati dei colleghi dell’atletica e ho seguito da vicino la vicenda di Zaynab Dosso. Sono segnali che noi atleti lanciamo alla società per evidenziare un’Italia che cambia, ma che continua a vincere anche con la nuova generazione». Classe 2006, la cuneese Curtis compirà 18 anni ad agosto quando i suoi primi Giochi olimpici saranno già conclusi. «A Parigi sono qualificata solo nei 50 stile, ma al Sette Colli cercherò di migliorare il tempo anche nei 100 così da poter rientrare nelle staffette. I Giochi sono un sogno che si avvera, perché sin da quando ho visto per la prima volta le Olimpiadi in tv ho desiderato prendervi parte».
L’amore per il nuoto è scoccato a sei anni, la specializzazione nello stile libero è più recente. «Abito a Savigliano e mi alleno a Fossano a 20 minuti da casa. Il primo allenatore è stato Giorgio Tavella, mentre attualmente mi segue Thomas Maggiora. Frequento l’istituto tecnico ad indirizzo turistico e mi alleno quotidianamente dalle 14 alle 16, mentre per due volte a settimana vado in palestra». Pur non ancora al centro definitivo della scena, il nuoto è comunque la parte fondamentale della sua vita: «Lo considero un elemento essenziale per la crescita. Con l’acqua ho raggiunto una piena comunione e neanche al mare rinuncio, sebbene abbia paura della profondità». La svolta nella sua fresca carriera è avvenuta quattordici mesi fa, quando agli Assoluti di Riccione conquistò il titolo italiano nei 50 stile nuotando 25”14 a 16 anni. «Nei mesi successivi il mio livello tecnico è cresciuto e in estate ho conquistato due medaglie individuali (oro nei 50 e argento nei 100) e altrettante in staffetta agli Europei Juniores, mentre in inverno ho esordito in Nazionale maggiore agli Europei in vasca corta, salendo due volte sul podio col quartetto». La conferma è stata stampata ai Tricolori primaverili di marzo, con un altro titolo nazionale nei 50, ma stavolta a suon di record italiano assoluto: 24”56, il crono che gli ha consentito di strappare il pass per la Francia. «Dopo il Sette Colli e prima dei Giochi, parteciperò anche agli Europei Juniores a Vilnius dal 2 al 7 luglio. Mi sembra giusto sfruttare l’occasione per confrontarmi con le mie coetanee anche se il grande evento è ormai prossimo».
Le avevano pronosticato un glorioso avvenire da dorsista, ma lei ha scelto il crawl perché a pancia in su rischiava di annoiarsi («Gara dopo gara il dorso rischiava di diventare troppo ripetitivo»), fuori dalla vasca le piace leggere, ascoltare musica e dipingere («Ma non sono al livello di Leonardo Zazzeri, che è un artista vero») e non disdegna il ruolo di capofila delle teenager azzurre: «La nostra generazione è pronta a entrare dentro la Nazionale. Se tra i ragazzi il miglior rappresentante è Alessandro Ragaini, tra le ragazze siamo in tante a voler seguire l’esempio di colei che ci ha ispirato». Ovviamente Federica Pellegrini: «Il giorno in cui l’ho conosciuta ho capito quanto forte sia anche al di fuori del nuoto. D’altronde solo le grandi personalità posso ispirare i più piccoli». L’allieva aspira a superare la maestra.