sabato 22 giugno 2024
Si aggrava la situazione: mancano oltre 4mila posti nelle celle, dovuti a lavori in corso, e cresce il disagio delle persone ristrette. A Sassari un detenuto si da fuoco. Un'evasione a Livorno
Un agente di polizia penitenziaria in perlustrazione sulle mura del carcere di Bancali, a Sassari

Un agente di polizia penitenziaria in perlustrazione sulle mura del carcere di Bancali, a Sassari - Ansa

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Emergenza sovraffollamento sempre più grave nelle carceri italiane. E con l’arrivo dell’estate si prevede un peggioramento delle condizioni di vita dietro le sbarre. È destinato così a crescere il disagio dei detenuti, con il rischio di un ulteriore aumento dei suicidi, degli atti di autolesionismo, di aggressioni e rivolte.

Dai dati diffusi dall’Ufficio del Garante nazionale delle persone private della libertà personale presieduto da Felice Maurizio D’Ettorre, risulta infatti che la differenza tra i 61.460 detenuti presenti nei 189 istituti di pena al 12 giugno 2014 e i posti effettivamente disponibili (47.067) è di 14.401 unità, con un "surplus" pari al 130,59%. Il divario tra i posti “regolarmente disponibili”, dunque, e quelli previsti nella “capienza regolamentare” (che sono 51.221) è di 4.154, un numero che corrisponde ai posti mancati a causa di ristrutturazioni in atto o a una riorganizzazione degli spazi. «Dallo studio è emerso che tale criticità è dovuta all’attuale inagibilità di diverse camere di pernottamento – spiega il Garante – e in alcuni casi di intere sezioni detentive, come per esempio per la Casa circondariale di San Vittore, a Milano, dove l’indice di sovraffollamento si attesta al 230,79% ed è il carcere che detiene il primato tra tutti». L’età mediana dei detenuti presenti, si sottolinea nella relazione, è di 42 anni, mentre il 70% è sposato o ha un partner. Va considerato che al 31 gennaio 2024 i reclusi presenti erano 60.637, il che significa che in quattro mesi e mezzo c’è stato un incremento di 831 unità.

Altro dato allarmante: le persone detenute che dall'inizio dell'anno si sono suicidate in carcere sono 44 (in realtà 45 se consideriamo il 22enne originario della Guinea che si è tolto la vita nel Cpr di Roma Ponte Galeria il 4 febbraio). «Si tratta di un numero elevato rispetto allo stesso mese di giugno del 2023, quando furono 34 (più 10), mentre a fine giugno del 2022 risultavano 33» rileva il collegio. Dallo studio emerge anche che delle 44 persone morte per mano propria 42 erano uomini e 2 donne e l’età media è di circa 40 anni. Riguardo alla nazionalità, 24 erano italiane e 20 straniere, provenienti da 14 diversi Paesi. Le fasce d’età più presenti sono quelle tra i 26 e i 39 anni (23 persone) e tra i 40 e i 55 anni (10 persone); le restanti si distribuiscono nelle categorie 18 - 25 anni (3 persone), 56-69 anni (7) e ultrasettantenni (1).

Con riferimento ai reati ascritti alle persone che si sono suicidate, dall’analisi dell’Ufficio del garante risulta che la maggior parte era accusata o era stata condannata per delitti contro la persona (24, pari al 55 %, ovvero 10 per omicidio tentato o consumato, 6 per maltrattamenti in famiglia e 4 per violenza sessuale). A seguire, i reati contro il patrimonio (14) e quelli legati allo spaccio di droga (3). Il maggior numero di suicidi, cioè 3, in questi sei mesi del 2024, è avvenuto nella Casa circondariale di Napoli Poggioreale. Dall’analisi delle cifre si deduce inoltre come i fattori di fragilità o vulnerabilità che hanno portato le persone ristrette a togliersi la vita, siano riconducibili a un disagio manifestato in precedenza: 21 di loro erano stati coinvolti in altri eventi critici, come atti di autolesionismo, risse, aggressioni o rivolte, mentre 11 avevano già tentato di uccidersi.

Intanto, mentre si attende dal governo l’approvazione di un provvedimento che possa risolvere nel più breve tempo possibile e in maniera organica la crisi del sistema carcerario, l’altra notte nell’istituto penale di Bancali, a Sassari, un detenuto di origine marocchina si è cosparso il corpo di alcool e si è dato fuoco. Ustionati e contusi anche gli agenti di polizia penitenziaria intervenuti per salvare l’uomo, ora ricoverato in gravissime condizioni nel centro ustionati dell’ospedale Santissima Annunziata della città sarda.

Il Sappe, insieme con altre sigle sindacali che riuniscono gli addetti alla sorveglianza e alla sicurezza dietro le sbarre, ha annunciato che il 28 giugno organizzerà un sit-in di protesta a Cagliari, davanti alla sede del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria (Prap): «Torneremo a sollecitare l'intervento del Ministero della Giustizia sulle criticità di Bancali, note a tutti in termini di lavoro, delle relazioni sindacali e della sicurezza interna. Qui ci vogliono provvedimenti concreti, in grado di ripristinare legalità e sicurezza per i poliziotti penitenziari, lasciati allo sbando ed alla deriva», conclude il segretario territoriale dell’organizzazione, Antonio Cannas.

E, sabato pomeriggio, un italiano di 36 anni originario di Pozzuoli, recluso nel reparto di alta sicurezza della Casa circondariale di Livorno è evaso. Si trovava nel cortile dei passeggi quando, all'improvviso, ha scavalcato il muro di cinta e, una volta all'esterno, si è dileguato correndo a piedi. Pare che la zona all'interno del penitenziario, a causa della mancanza di personale, non fosse stabilmente presidiata. Scattate subito le ricerche da parte delle forze dellordine, fino alla tarda serata non è stato possibile trovare l'evaso.


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