mercoledì 8 maggio 2024
Nella stagione '24-'25, oltre alle già sicure 5 italiane in Champions, potrebbero esserci altre 3 o 4 nostre formazioni. Dopo la Fiorentina, la Dea a caccia della finale
L'esultanza dei giocatori dell'Atalanta

L'esultanza dei giocatori dell'Atalanta - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Modello Premier? Va bene, 4 miliardi di euro di diritti tv per “gol and City & Co”, contro un solo miliarduccio racimolato a stento dalla povera Serie A. E poi football inglese “fiore all’occhiello internazionale”, per organizzazione, visione di lungo periodo e sponsor più munifici del mondo da cui attingere a piene mani. Ma intanto le inglesi nelle Coppe dove sono finite? Tutte fuori dalla Champion e dall’Europa League. Ah sì, un club britannico è ancora in gioco. Nella giovane e ibrida competizione della Conference League il radar ha avvistato l’Aston Villa (quarta forza in Premier a -16 dalla capolista, l’Arsenal) in cui gioca il nostro azzurro Nicolò Zaniolo chiamato con i suoi compagni a ribaltare il 4-2 subito con l’Olympiakos. Un’impresa difficilissima, ma non impossibile, e nel caso riuscisse all’Aston Villa potrebbe materializzarsi la sfida con la Fiorentina di mister Italiano nella finale di Atene del 29 maggio. I viola dopo il 3-2 dell’andata con il Bruges ieri in Belgio hanno strappato un pari (1-1, rigore di Beltràn all’85’) e il pass per la finale. Ora nel caso in cui i viola dovessero vincere la competizione - l’anno scorso persero in finale contro il West Ham - , le italiane di Coppa diventerebbero 9. Fantacalcio? No, la realtà di un’annata di grazia 2023-2024, forse sottovalutata anche dagli espertoni delle statistiche applicate al gioco del calcio che mai avrebbero immaginato uno scenario potenziale di 9 squadre italiane impegnate nelle Coppe europee 2024-2025. Infatti, grazie al capzioso e folle ranking Uefa, il nostro campionato l’anno prossimo potrebbe piazzare le prime cinque della classifica attuale: Inter campione d’Italia, Milan, Juventus, Bologna e Atalanta. Poi tre squadre in Europa League, Roma, Lazio e Fiorentina, quest’ultima nel caso vinca la Conference League. E infine, suoneremmo la “nona” con il Napoli che entrerebbe in Conference grazie al successo dei viola. Insomma, la Serie A sarà pure povera in termini finanziari e gestionali – ora penserà a tutto l’Agenzia di governo, ministro Abodi docet – ma in campo i risultati ci danno ragione, come non mai. La Roma questa sera (ore 21) a Leverkusen, contro il Bayer del nuovo guru ispanico Xabi Alonso, è chiamata al “miracolo” (alle ore 21 parte dallo 0-2 dell’Olimpico). Però con la cura DDR le cose vanno decisamente meglio. Daniele De Rossi sulla panchina giallorossa al posto dell’ex Mago di Setùbal Mourinho (specialista di Coppe e triplete) sta dimostrando grandi capacità da motivatore e la sua Roma si è rigenerata, quanto meno nell’autostima (vedi Pellegrini e Dybala) e nello spirito battagliero che esprime in ogni match. Uno dei cinque posti già disponibili per la “Super Champions” della prossima stagione, sempre più allargata e votata al gigantismo Uefa, è già stato ipotecato dalla Roma di De Rossi. Ma veniamo al piatto ricco di questa prossima notte che può diventare davvero “magica” per l’Atalanta. Bergamaschi a un passo dalla storica finale di Europa League. Il profeta della Dea nerazzurra, Gian Piero Gasperini, dopo il megablitz di Anfield Road, 0-3 al Liverpool del filosofo tedesco Jurgen Klopp, ora ha il compito facile, ma non scontato, di eliminare l’Olimpique Marsiglia partendo dal favorevolissimo 1-1 del Velodrome. Squadra dal passato glorioso quella francese che fu di patron Tapie, capace, nel 1993, di strappare una Coppa dei Campioni al Milan stellare di Berlusconi. Marsiglia dal fascino maledetto quanto i noir di Jean-Claude Izzo ma che a meno di un Casino totale (tanto per citare il bestseller dello scrittore marsigliese) dovrebbe fermarsi davanti alla muraglia atalantina: alias, il Borussia Dortmund all’italiana (per la cronaca tedeschi finalisti di Champions, hanno fatto fuori gli sceicchi francesi del Psg. E a Wembley, il 1 giugno, incontreranno il Real Madrid dell'italiano Carletto Ancelotti, che ha eliminato il Bayern Monaco in semifinale). E se mastro Gasperson azzeccasse anche questa mossa finale contro il clan dei marsigliesi, si ritroverebbe “bifinalista”: Coppa Italia, mercoledì prossimo contro la Juventus all’Olimpico di Roma e Europa League, 22 maggio, finalissima a Dublino. L’Atalanta è un modello consolidato e da tempo di livello europeo. Lo dimostra il suo vivaio, fucina inesauribile di talenti, come quel gioiellino spagnolo di Jimenez (classe 2002) che ha appena trascinato l’Atalanta Under 23 di mister Modesto, di nome ma non di fatto, al secondo turno dei playoff di Serie C. In caso di promozione in B dei giovani orobici, l’Atalanta sarebbe la prima squadra di sempre a poter disporre di due formazioni nelle due maggiori serie nazionali. Magie da Bergamo alta. Come la rinascita di bomber Scamacca, buona anche in funzione dei prossimi Europei di Germania con la Nazionale di Luciano Spalletti, come la ricostruzione del talento puro del belga De Ketelaere (rimandato, se non bocciato dal Milan di Pioli) o come quelle 12 reti in Serie A di Koopmeiners che è il cecchino olandese più prolifico dei nostri campi dai tempi di Ruud Gullit. E torniamo sempre al Milan stellare e a quel calcio anni ‘90 in cui la Serie A viveva di rendita, anche in Europa, con le sue magnifiche “sette sorelle” che annoveravano anche il Parma dei Tanzi e la Fiorentina di Cecchi Gori. Quella primavera di grande bellezza di trent’anni fa, la stiamo rivivendo ora e qui, grazie soprattutto alla spinta propulsiva che arriva dalla provincia, Bergamo e Firenze, prima che dalla capitale giallorossa. E di questo nuovo benessere calcistico beneficia tutto il movimento italiano, con o senza Agenzie di Stato.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: