Il cantautore romano Antonello Venditti, 75 anni, pronto per il prossimo tour
«Non te allargà. Ma tu che fai per vivere? Ruspe in azione? Ma su cosa?». Sbottò in diretta a Ballarò Antonello Venditti in una telerissa con il leader della Lega Matteo Salvini. Il pasionario Antonello è un reduce dei sessantottini di Valle Giulia, perciò fa una certa impressione vedergli presentare i 40 anni di Notte prima degli esami al Mic, la casa della Cultura del ministro Gennaro Sangiuliano, che forse impegnato ancora a guardare le copertine della cinquina dell’ultimo Premio Strega si presenta all’appuntamento in netto ritardo (40 minuti), così da perdersi lo showcase del cantautore romano. Antonello non si scompone e canta per il suo pubblico e per gli studenti. Sangiuliano conoscerà anche i titoli di tutti gli lp di Venditti ma intanto ieri da padrone di casa ha mancato l’ascolto di Notte prima degli esami e Ci vorrebbe un amico, quest’ultima con dedica speciale a quel gran genio del suo amico Lucio Dalla. «Se non ci fosse stata la pazzia, il genio e l'ironia di Lucio non avrei scritto Cuore», spiega Antonello ricordando quel fortunato 33 giri che conteneva quei due brani del suo ricco repertorio e altre perle come la nostalgica Piero e Cinzia ambienta a San Siro la notte che era Giamaica per il mitico concerto dei centomila accorsi per ascoltare il re del reggae, Bob Marley. Era il 27 giugno 1980, la Notte prima degli esami invece è quella del 1984, anno magico a metà per Venditti che sbancava nella hit parade ma il suo cuore giallorosso subì la ferita indelebile del 30 maggio: la finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma all’Olimpico contro il Liverpool. Acqua passata sotto i ponti bagnati dal Tevere. Venditti invece rimane un core de Roma che a 75 anni ha più a cuore che la «la musica venga inserita nella Costituzione». Per questo ha scelto di presentare il tour celebrativo del 40ennale di Notte prima degli esami (speciale anteprima all'Arena di Verona il 19 maggio, poi con tre concerti unici alle Terme di Caracalla a Roma il 18, 19 e 21 giugno) al Ministero della Cultura (che patrocina il progetto) e al tavolo, con almeno presente il sottosegretario Gianmarco Mazzi, uno che di musica si intende e parecchio. «Si sta lasciando la musica in mano alle multinazionali. Eppure bisogna dare dignità a De Andrè e a Geolier. La musica pop ha unito il Paese, senza musica la vita non ci sarebbe - tuona grintoso Antonello -. È assurdo che la musica non abbia luoghi per sé, ma la si faccia in posti come gli stadi o nei teatri. A questo punto preferisco essere ricordato per aver portato la musica nella Costituzione piuttosto che per tutte le canzoni che ho fatto». È un Venditti tornato sulle barricate, quello di Bomba o non bomba, anzi quello di «Ministro o non Ministro, la vita va avanti. Ha perso un’ottima occasione di sentire questa esibizione». Ci vorrebbe più rispetto da parte di chi ci governa, e Venditti chiede di tutelare quegli studenti che ieri come oggi, a Valle Giulia, hanno subito le manganellate. «La polizia dovrebbe accompagnare la democrazia, se faccio una manifestazione, la polizia perché deve opporsi? “Accompagniamoci!” Era quello che diceva Pasolini». Parola di Antonello.