Il conduttore Amadeus oggi alla presentazione dei brani sanremesi presso la sede Rai di Milano - Angela Calvini
«Io sono la persona meno sessista sulla faccia della Terra: sono felicemente innamorato da 18 anni, ho una mamma che adoro, una figlia che è orgogliosa di me. In 57 anni nessuno ha avuto niente da dire su di me, avrò detto una cosa sciocca e me ne scuso. Ma se qualcuno vuol farmi passare per quello che non sono, non lo accetto». Amadeus, dopo le polemiche dei giorni scorsi per alcune frasi pronunciate sulla bellezza e il ruolo delle donne, riferendosi alle sue co-conduttrici, durante la conferenza stampa di presentazione del 70° Festival di Sanremo, oggi nella sede Rai di Milano si trova a difendersi ancora, dopo che su change.org è partita una petizione che chiede le sue dimissioni da patron del Festival. Difende il conduttore anche il neodirettore di Rai 1 Stefano Coletta, insediatosi ieri e presente a Milano: «Pur avendolo appena conosciuto, difendo Amadeus, una persona specchiata e perbene. Credo che la Rai abbia dimostrato in tante espressioni di dedicare spazio alle donne ».Però, nella sezione dei Big il "non sessista" Amadeus ha inserito il rapper Junior Cally che di frasi (e immagini) sessiste ne aveva usate nel brano La strega del 2017.
Venendo alla gara del Festival 2020, la prima sensazione è di trovarsi a una inquietudine diffusa, fra giovani arrabbiati, quarantenni in crisi, donne che soffrono ma non si spezzano, e poi un trionfo di padri, mamme e nonni, il tutto fra rap, pop, rock anni 80 e persino lirica. Tutto questo concentrato nelle 24 canzoni in gara nella sezione Big del prossimo Festival della Canzone di Sanremo (4-8 febbraio) scelte dal direttore artistico Amadeus che le ha presentate in anteprima ai giornalisti. Poche, però, le donne in gara. «Ci sono 7 donne: in passato ce ne sono state a volte 4, a volte 5, a volte 9 o 8 – replica Amadeus –. Non ho fatto una selezione pensando che ci devono essere per forza 15 o 3 donne, ma solo alla fine ho contato quante erano, così come ho contato quanti gruppi e quanti under od over 40».
Tutti i brani in gara dei Big
Ecco quindi le impressioni dei brani al primo ascolto, per il quale il giudizio potrebbe venire anche ribaltato dalla performance sul palco dell'Ariston.
Achille Lauro è favorito alla vittoria al festival di Sanremo 2020 con "Me ne frego" - Ettore Ferrari. Ansa
ACHILLE LAURO Me ne frego Si tranquillizzi chi temeva nostalgie del Ventennio. Achille Lauro, smaltito l'effetto Rolls Royce, oggi si ubriaca, ma solo d'amore, e se ne infischia che lei gli racconti bugie. Un rockettone anni 80, dove «faccia d'angelo» fa rima con Michelangelo e dove l'amore «è panna montata al veleno» (Gianna Nannini docet), dove manca il graffio provocatorio, che invece ci aspettiamo da una performance sul palco che si preannuncia altamente teatrale.
ALBERTO URSO Il sole ad Est Una romanza pop per il vincitore di Amici che riecheggia il Bocelli d'antan di Con te partirò, dove il tenore veleggia sulle "onde che portano navi per mare" volgendo però lo sguardo ad est verso gli affetti abbandonati. Un onesto melò che forse di questi tempi significa qualcosa di più, e che piacerà al grande pubblico tv.
BUGO E MORGAN Sincero Scritto dai due amici cantautori (Marco Castoldi e Cristian Bugatti) insieme a Bonomo, è un brano sostenuto con echi anni 80, dove i due artisti fanno un bilancio delle loro carriere, dalle “stupide ambizioni” giovanili di diventare rockstar “maledette”, a confronto con una vita normale fatta di concretezza, bollette e duro lavoro. Precede un album molto bello di Bugo in arrivo. Attenti a quei due.
ANASTASIO Rosso di rabbia La rabbia è più rock che rap per un giovane di 21 anni che rivendica con ritmo travolgente il diritto ad essere , arrabbiato con una società in cui non si riconosce. Il vincitore di “X Factor 2018” colpisce duro con un brano tutto con le parole che “sono le mie sole armi”. Ma è anche una richiesta di aiuto: “La mia rabbia non volevo sprecarla così. Qualcuno mi fermi, per pietà". Mira al podio.
DIODATO. Fai rumore Che delizia la voce estesa del cantautore tarantino che come una lama vuole tagliare il silenzio dell’incomunicabilità, che sia in una coppia che si sta lasciando o nella nostra società. Bisogna fare rumore, dice Diodato, e lo fa con una gran bella canzone, il cui respiro verrà valorizzato dall’orchestra all’Ariston.
Elodie in gara fra i Big a Sanremo con "Andromeda" firmato da Mahmood - Angelo Carconi. Ansa
ELODIE Andromeda È stata la reginetta dell’estate la giovane cantante, che sta riuscendo a trovare la sua strada artistica sui ritmi più contemporanei. Come quelli proposti da questo brano dance sfumato di trap di Dario Faini con un testo in cui si riconosce appieno Mahmood. “La mia fragilità è la catena / che ho dentro ma/ se ti sembrerò piccola / non sarò la tua Andromeda”. Farà ballare.
ENRICO NIGIOTTI Baciami adesso Anche qui un amore contrastato, “ci ringhiamo da lontano /come i cani”, ma l’amore vero è pur sempre l’ancora di salvezza. Una ballata dolce, ma che non rimane al primo ascolto.
ELETTRA LAMBORGHINI Musica (e il resto scompare) Meno banale di quello che ci si potesse aspettare questo brano scritto da Davide Petrella e Michele Canova. La prosperosa ereditiera è una donna innamorata di un “cabron” che se ne approfitta. “E anche se non mi hai detto mai quanto sei bella/ io non ho mai smesso di sorridere”. Insomma, balla che ti passa. Ritmo caraibico destinato all’estate.
FRANCESCO GABBANI Viceversa Dopo la vittoria al Festival 2016 il cantautore molla la scimmia e si aggrega a Pacifico per fischiettare con serenità la bellezza della quotidianità. Insomma, “qual è il complesso meccanismo che governa il nostro amore?”. Non si sa, ma si capisce solo che “sei tu che mi fai stare bene quandoio sto male e viceversa”. Tutto lì? Tutt’altro. Contenuti e stile solare alla Semplicità di Arisa piacciono al pubblico, e zitto zitto Gabbani potrebbe piazzarsi molto bene.
GIORDANA ANGI Come mia madre. La mamma è sempre la mamma e la cantautrice, seconda classificata di “Amici” 2019, grida con passione e voce roca alla madre le parole mai dette: quei “ti voglio bene” per colei che è un porto sicuro dagli affanni, chiedendole scusa per le lontananze e la disattenzione. “E se un giorno fossi una mamma/ vorrei come essere come mia madre”. Più commovente di così.
MICHELE ZARRILLO Nell’estasi o nel fango. Testo DI Valentina Parisse e musica DI Zarrillo che riscopre ritmo e voce in un brano pop che cerca il senso della vita. Stanco, sì, per le delusioni, Zarrillo resta “ancora in piedi” qualunque cosa accada, e diventa leopardiano: “Il mio pensiero vaga/ verso nuove stelle arriva fin/ all’infinito e non si ferma da qua su”. Il tempo che ci resta, è poco, quindi spendiamolo bene.
JUNIOR CALLY No grazie La vera sorpresa del Festival il 28enne rapper romano, con un brano politico dal basso martellante e dalla grinta sostenuta, come le sue critiche bipartisan alla politica di oggi, specie ai due Mattei. Il rapper romano qui fortunatamente rinuncia agli eccessi verbali. “Spero si capisca / che odio il razzista / che pensa al Paese / ma è meglio il mojto / e pure il liberista / di centro sinistra / che perde partite / e rifonda il partito”. Meglio scegliere il disimpegno, quindi? No, grazie.
PAOLO JANNACCI Voglio parlarti adesso. Il figlio del grande Enzo, scrive un testo con Andrea Bonomo dedicato alla figlia, per il suo debutto da cantante al Festival. “Là fuori c’è la guerra e dormi / ma qui ci penso io a te/ vorrei che non tremassi come me”. Un brano commovente, anche per melodia, dove Jannacci si rivela padre protettivo e in cui molti si riconosceranno.
IRENE GRANDI Finalmente io C’è grande attesa per il ritonro della rocker fiorentina a Sanremo con un brano firmato da Vasco Rossi ed altri, fra cui Gaetano Curreri. Una donna“ innamorata della libertà/ ho perso ogni pazienza e ogni fragilità”. Voce grintosa e tanta chitarra, anche se manca un po’ il riff. Si candida a inno del #meetoo.
LE VIBRAZIONI Dov’è “Dov’è la gioia / michiedo dov’è quel giorno / che non sprecherai/ il cielo rosso, l’orizzonte / e l’odio arreso al bene”. Su testo di Roberto Casalino, Francesco Sarcina e soci, dopo avere cantato le fragilità del sentirsi Sbagliato , ora dopo una serie di traversie familiari, cercano risposte e soluzioni alla fatica del vivere. Non così immediato come altri brani della band, ma comunque bentornati.
RANCORE Eden Il rapper che l’anno scorso ha sbancato i premi della critica insieme a Silvestri con il suo Argentovivo, ora, per dirla in gergo, “spacca” come solista. Il suo è un lungo pamphlet rap, che gioca sul concetto biblico di mela (simbolo di conoscenza del bene e del male), passando da Paride, a Newton, la Apple, e New York, Guglielmo Tell , con una grande nostalgia, in questi tempi sconvolti, in cui cita Iraq e Siria, di “ quando il cielo era infinito, quando c’era la festa e non, serviva l’invito”.
PIERO PELU’ Gigante Diventare nonni, si sa, riempie di entusiasmo, fin troppo nel caso di nonno-rock Pelù che rischia la crisi mistica: “tu sei il mio Gesù / la luce sul nulla / un piccolo Buddha”. Il tutto su una sarabanda di chitarre e batteria. Apprezziamo comunque le buone intenzioni di questo “inno alla gioia” che dà il “benvenuto al mondo” a una nuova vita.
PINGUINI TATTICI NUCLEARI Ringo Starr “Il cerchio della vita impone che per un re leone vivano almeno tre iene”. Trentenni in crisi che vogliono cambiare vita, che sognavano di essere leader come John Lennon e Paul McCartney, e invece si ritrovano a fare i gregari come Ringo Starr. Ma, tutto sommato, va bene così. Non graffiante, ma radiofonica e molto ben suonata.
LEVANTE Tikibombom La cantautrice, una delle più lanciate, si mette dalla parte di coloro che vengano emarginati, “gli ultimi della fila”, che si tratti del ragazzino effemminato o della ragazza ribelle, soli perché non seguono il branco che invece balla allegro e inconsapevole. “Noi siamo angeli rotti a metà/ siamo chiese aperte a tarda sera / siamo noi” canta Levante, inanellando, come in altri suoi brani, il testo di metafore religiose. Sincerità o semplice effetto?
MARCO MASINI Il confronto Il protagonista è un uomo maturo, che è stato un bugiardo, non hai avuto mai coraggio, è imperfetto, un marito mancato, ha sempre avuto paura del confronto . “Cosa aspetti a dire basta” grida a squarciagola, anche un po’ troppo. Masini, in quello che si candida a diventare il manifesto dei “boomers” in crisi. Con un bel messaggio: occorre accettare se stessi.
Rita Pavone torna all'Ariston a 74 anni con un pezzo rock "Niente (Resilienza 74)" - Matteo Bazzi. Ansa
RITA PAVONE Niente (Resilienza 74) Rita la zanzara invece lancia l’inno della terza età che non molla. Per la mamma sprint il figlio Giorgio Merk ha scritto un sorprendente brano rock senza fiato in cui, parolaccia iniziale a parte nei confronti dei reality, la Pavone sfoggia un’ugola d’oro per dire che “il vento non mi piegherà “, e, nonostante le disillusioni della vita, fra cui la mancanza di onestà, nulla la travolgerà. Neanche le accuse di sovranismo.
RIKI Lo sappiamo entrambi Amato dalle ragazzine, Riccardo Marcuzzo alias Riki, vuole invece affermarsi come cantautore. E ci prova con una ballad che mete sotto accusa la solitudine dei giovani d’oggi, uisolati nei loro telefonini e “tu ti addormenti guardando la tv”. Buone intenzioni, tanta melodia, ma al momento non aggancia.
TOSCA Ho amato tutto Tosca va per la sua strada di raffinata interprete anche in questo brano di Pietro Cantarelli. Un amore che fa soffrire, declinato pianoforte e voce in forma intima con atmosfere da club. Tutto elegante, e misurato anche se non ci azzecca molto il curioso paragone amoroso “tu sei l’unica Messa cui io sono andata”. Più da Blue Note che da Ariston.
RALPH GUALAZZI Carioca. I piedi non riescono a stare fermi appena attacca l’irresistibile ritornello latin jazz, intrecciato all’elettronica. Un divertissement che arriva da un jazzista di talento, che anticipa così un bell’album in arrivo di produzione contemporanea. Anche qui, pene d’amor perdute, e poi la spensieratezza di un ballo sudamericano che conquisterà anche le radio.