Altro che spirito olimpico. Altro che clima di amicizia. A Rio abbondano le
polemiche, gli
insulti tra e contro gli atleti, i giudizi "giustizialisti" di alcuni concorrenti contro altri: "non devono partecipare!".
Un clima sempre più pesante che ha indotto anche
il Comitato olimpico a intervenire con un perentorio:
"Rispettate i vostri
avversari". È il monito che il Cio ha voluto lanciare
agli atleti presenti ai Giochi dopo
il gestaccio della ranista
statunitense Lilly King alla collega russa
Yulia Efimova, e le
dichiarazioni dure di alcuni nuotatori tra cui,
Phelps, nei
confronti della russa, ammessa in extremis dal Tas nonostante il
suo coinvolgimento nello scandalo doping. "
Chiediamo agli atleti
maggior fair play - ha aggiunto il portavoce del Cio - non solo
su campo ma anche nelle dichiarazioni".
Il Cio ha poi invitato anche i tifosi presenti agli eventi olimpici ad avere un comportamento consono allo spirito dei Giochi. "È chiaro che i fischi alla
Efimova - ha aggiunto il portavoce Mark Adams - non sono una
bella cosa, e non fanno parte del nostro modo di intendere lo
sport. È altrettanto chiaro, però, che gli spettatori sono
liberi di esprimere il loro pensiero. L'unica cosa che mi sento
di dire è che il clima olimpico non deve essere simile a quello
che ogni tanto si vede sui campi di calcio".
Poi il Cio mette i puntini sulla i. Sugli atleti russi, una volta di più, il Comitato ribadisce la sua posizione: "
Chi ha provato la propria innocenza - ha sottolineato - è giusto che sia qui, punto".
Il caso più clamoroso quello della Efimova. L'argento non basta, le
lacrime scendono mentre piovono fischi e insulti. La sua seconda
medaglia olimpica se la ricorderà a lungo Yulia Efimova,
nuotatrice russa riammessa in extremis ai Giochi dopo il ricorso
al Tas. Dopo il bronzo di quattro anni fa a Londra, nella vasca
olimpica di Rio ha toccato per seconda nella finale dei 100
rana, alle spalle della statunitense King, ma ad attenderla
fuori dall'acqua ha trovato solo una bordata di fischi di chi
non le perdona di essere alle Olimpiadi dopo il suo
coinvolgimento nello scandalo doping.
Anche Phelps è stato durissimo con la russa: "Che
giorno triste per lo sport - ha giudicato il campione americano -
permettere ai dopati di gareggiare è una cosa che mi spezza il
cuore e mi fa letteralmente...".
Un clima pesante, quindi, quello intorno alla squadra russa fischiata
fin da subito, a cominciare dalla cerimonia inaugurale allo
stadio Maracanà, soprattutto all'interno della piscina olimpica,
dove gli atleti di Mosca, però, non sono gli unici ad attirare
le ire di qualche avversario.
"
Dispiace sempre essere battuto da un cinese. Mi fa vomitare vederlo sul podio. Sun è uno che fa la pipì viola", è stato il commento del francese
Lacourt dopo la
vittoria sui 200 stile di
Sun Yang.
Ma ce n'è anche per gli americani. Il pubblico
brasiliano che continua a "beccare" anche gli atleti
statunitensi
dopo la vicenda Hope Solo, con il coro "Zika,
Zika". Il portiere Usa alla vigilia della partenza per i Giochi
aveva postato diversi
tweet ironici accompagnati da foto in cui
mostrava al mondo l'arsenale messo in valigia per prevenire i
morsi delle zanzare. Ironia che i brasiliani non hanno gradito,
tanto da creare ad hoc
questo coretto da stadio, "Olè, olè, olè,
olà! Zika, zika", per ultimo riservato alla coppia del beach
femminile.
Intanto i controlli antidoping
vanno avanti e il direttore di Rio 2016, Mario Andrada, ha
annunciato il piano per i Giochi: "Faremo 5500 controlli in
totale - ha rivelato - 4500 saranno test sulle urine, 1000
saranno invece i controlli sul sangue".