Tanta vita vista e vissuta dietro gli occhiali scuri, interpretata con voce roca e disincantata, dall’infanzia difficile a Napoli al palco dell’Ariston. E un nome d’arte, Maldestro, che concentra le insicurezze e le lotte di un ragazzo di Scampia per riscattare, attraverso l’arte e la cultura della legalità, un cognome ingombrante, quello del padre Tommaso Prestieri, boss della camorra da anni in galera. Antonio Prestieri/Maldestro, anni 31, è lui il talentaccio da tenere d’occhio fra gli 8 bravi giovani che saranno in gara al prossimo Festival di Sanremo (9-13 febbraio 2017). A superare le selezioni lunedì in diretta su Raiuno a Sarà Sanremo sono stati Marianne Mirage, Tommaso Pini, Leonardo Lamacchia, Lele, Francesco Guasti, Valeria Farinacci, Braschi. E Maldestro, che nella sua Canzone per Federica racconta di una sua amica «che sa reagire col sorriso ad ogni difficoltà», ci spiega l’artista che ha trovato la sua strada grazie al teatro. «Il mio modello è il teatro-canzone alla Gaber – dice il cantautore che sta lavorando al suo secondo album –. Le mie canzoni raccontano tutte storie di vita vissuta. Perché le cose si possono cambiare, solo se cambiamo noi per primi». Il cambiamento decisivo nella sua vita, Maldestro lo deve alla madre Rachele, «una donna dal coraggio pazzesco che quando avevo due anni ha portato via me e mia sorella e ci ha cresciuti nella legalità». Il ragazzo a 9 anni si trasferisce nel centro di Napoli e inizia a studiare pianoforte. A 16 incontra il teatro cui si dedica totalmente. Scrive 15 opere teatrali, di cui alcune contro la camorra («come Diamoci un taglio del 2009 dove facevo nomi e cognomi») e cominciano ad arrivare i premi. «Nel frattempo ho partecipato a molte iniziative a favore della legalità nelle carceri, nelle scuole e nelle università, affiancato da nomi come Rosaria Capacchione, don Luigi Merola e don Ciotti. Credo in questi preti e in Gesù come uomo», sostiene l’artista, anche se si definisce un ateo distante dalle istituzioni ecclesiastiche.
Tre anni fa l’esigenza di pubblicare alcune canzoni come Sopra il tetto del comune che parlano di nuova disoccupazione, di disagio, rabbia e speranza. E fioccano i premi d’autore: il Premio Ciampi, il Premio de André, al Tenco è fra gli esordienti 2015. «A Scampia c’è tanta gente meravigliosa, tanti giovani che lottano per una vita migliore, ma nessuno ne parla. Una fiction come Gomorra è un grande spettacolo, ma Scampia non è tutta così. Io cerco di raccontarne l’altra faccia». Una personalità destinata ad emergere insieme alla nuova ondata partenopea che ha portato l’impegno dalle periferie a Sanremo: basti pensare ai due rapper Rocco Hunt e Clementino, che tornerà in gara con un brano Ragazzi fuori che promette impegno. Come lo promettono altri brani dei big in gara all’Ariston che canteranno la fiducia in se stesse, la violenza su una madre vista dagli occhi di un bambino sino a un grande inno alla vita (cantato dalla favoritissima Fiorella Mannoia).
Sono 22 i Big in gara. E Carlo Conti vince il Premio Santa Chiara
Lo ha anticipato lunedì scorso Carlo Conti, conduttore e direttore artistico per la terza («e ultima» assicura) volta, che tra l’altro il prossimo 20 dicembre riceverà il Premio Santa Chiara 2016 attribuito dalla giuria popolare del Servizio opinioni telespettatori www.Sotel.tv. Nelle motivazioni del Premio si legge che «Carlo Conti, con il suo stile sobrio ed elegante, ha saputo regalare centinaia di ore di intrattenimento e di spettacolo a milioni di famiglie italiane» dimostrando che si possono condurre «programmi sempre all’altezza del gusto, degli ascolti e della qualità».
Intanto confermati i 22 Big in gara a febbraio: Al Bano, Ron, Michele Zarrillo, Marco Masini, Gigi D’Alessio, Fabrizio Moro, Ermal Meta, Francesco Gabbani, Nesli con Alice Papa, Clementino, Raige con Giulia Luzi, Samuel, Alessio Bernabei, Sergio Sylvestre, Michele Bravi, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Giusy Ferreri, Chiara, Bianca Atzei, Elodie e Lodovica Comello.