Lucia Bosé - Archivio Ansa
«Cari amici ... Vi informo che mia madre Lucìa Bosè è appena morta. È già nel migliore dei posti». L'annuncio dato oggi sul suo profilo Twitter dal figlio dell'attrice 89enne, il cantante Miguel Bosè, si aggiunge alle dichiarazioni fatte da fonti vicine alla famiglia al quotidiano spagnolo El Pais: l'attrice non era in buone condizioni di salute ed è morta per una polmonite causata dal coronavirus in ospedale a Segovia, in Spagna, dove risiedeva. La serena dedica del figlio, ci ricorda la grande passione di Lucia Bosé per gli angeli, in cui credeva fermamente e ai quali ha dedicato un museo unico nel suo genere in una ex fabbrica a Turegano, in Spagna, con opere dei migliori artisti dedicati agli angeli. «Credo da sempre nella presenza-amica degli angeli custodi perché sono il principio di tutto; ci proteggono, vivono al nostro fianco, ci osservano, e se chiediamo il loro aiuto intervengono subito» aveva raccontato l'attrica in una intervista alla rivista sanfrancescopatronioditalia.it .
Una donna ironica e ancora lucidissima, l'antidiva dai capelli blu (colore dedicato agli angeli), che aveva preferito il ruolo di moglie e di madre alla carriera cinematografica. Carriera iniziata per caso, per la giovane commessa milanese, quando a 16 anni venne notata in una nota pasticceria di Milano nientemenno che dal regista Luchino Visconti. Dopo aver vinto Miss Italia (seconda classificata Gina Lollobrigida) la bellissima attrice ben presto divenne una delle icone del cinema italiano del Dopoguerra con film come Non c'è pace tra gli ulivi (1950) di Giuseppe De Santis, ma soprattutto Cronaca di un amore (1950) di Antonioni che la diresse anche ne La signora senza camelie (1953). Anche se la grande popolarità le venne dal ruolo ne Le raghazze di Piazza di Spagna (1952),diretta da Luciano Emmer.
Nel 1955 l’incontro che le cambiò la vita, il torero Luis Miguel Dominguín, e il matrimonio da cui ebbe tre figli: le figlie Paola e Lucía e il primogenito, Miguel, nato nel 1956, cantante e attore. L'attrice fece in tempo, prima di ritorarsi per dedicarsi alla famiglia, a recitare per Luis Bunuel nel Gli amanti di domani (1956). Dopo il divorzio con Dominguin nel 1968, Lucia Bosé tornò saltuariamemnte a recitare sempre per registi di pregio in Sotto il segno dello Scorpione dei fratelli Taviani; Metello di Mauro Bolognini, Satyricon di Federico Fellini. E ancora, negli anni successivi, Cronaca di una morte annunciata (1987), di Francesco Rosi, L'avaro (1990) di Tonino Cervi e I Viceré (2007) di Roberto Faenza.
«Mi spiace molto per quello che è successo a Lucia, eravamo molto amiche» è il ricordo della collega Gina Lollobrigida, 92 anni, che aveva concorso a Miss Italia con lei.