Un'immagine di Gianluigi Colalucci nel 2000 - Ansa
Se quando nel 1989, tolti i ponteggi, la volta della Cappella Sistina di Michelangelo apparve come una rivelazione con i suoi colori sfavillanti e gli azzardi cromatici, il merito fu di Gianluigi Colalucci, il direttore del restauro di tutti i restauri. Colalucci rimase sui ponteggi della Sistina per 14 anni, dal 1980 al 1994, quando il lavoro venne completato con lo svelamento del Giudizio Universale, rimuovendo - non senza coraggio, vista anche la coda di polemiche che il restauro portò - uno strato di sporco secolare costituito dal fumo delle candele di sego, cera e fuliggine. Gianluigi Colalucci è deceduto questa notte nella sua casa di Roma. Aveva 92 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dai Musei Vaticani.
Nato nel 1929 a Roma da una famiglia di avvocati, Colalucci si era diplomato all'Istituto centrale per il restauro di Roma, sotto la direzione di Cesare Brandi. Iniziò la sua attività professionale nel Laboratorio di Restauro della Galleria Nazionale di Sicilia, conservando una grande quantità di opere d'arte, e lavorando inseguito a Creta e a Padova. Nel 1960 entrò nel Laboratorio di restauro delle Pitture dei Musei Vaticani e nel 1979 ne divenne caporestauratore.
La carriera di Colalucci ebbe una svolta importante quando poco dopo, nel 1980, fu nominato capo del restauro della Cappella Sistina. L'imponente intervento si svolse in gran parte sotto le telecamere della Nippon Television Network Corporation, che aveva provveduto a dare la maggior parte dei fondi per il cantiere (4,2 milioni di dollari) in cambio dei diritti sulle immagini.
«Un grande uomo e un grande restauratore» lo ricorda lo storico dell'arte Antonio Paolucci, a lungo direttore dei Musei Vaticani dopo essere stato ministro dei Beni culturali. «Ero molto legato a lui, mi dispiace davvero, la sua morte è una perdita immensa per il mondo della conservazione e del restauro». Il lungo lavoro di Colalucci alla Cappella Sistina, ha sottolineato Paolucci, «è un'opera condotta in mezzo al fuoco incrociato di furibonde polemiche, alle quali ha tenuto botta sempre con incredibile coraggio e lucidità. Dimostrando che aveva ragione lui». Paolucci e Colalucci in anni recenti avevano lavorato insieme all'importante restauro degli affreschi del Camposanto di Pisa.
Nel 1991 a Colalucci venne conferita la laurea honoris causa dalla New York University e nel 1995 dall'Università Politecnica di Valencia, dove per quattro anni fu anche docente. È stato docente presso le principali università, istituti e musei in Europa, negli Stati Uniti, in Australia e in Giappone. Durante la sua carriera professionale ha lavorato nel restauro di opere d'arte di importanti artisti quali Raffaello, Giotto, Leonardo, Guido Reni, Lorenzo Lotto, Tiziano, Andrea Mantegna, Caravaggio, Guercino, Perin del Vaga, Dosso Dossi.
Era membro onorario dell'Istituto Internazionale di Conservazione e dell'Associazione Culturale Arte Educatrice Museo di Roma, e presidente onorario del Centro lnternazionale per la Conservazione del Patrimonio architettonico e del progetto Asri (Archivio Storico del Restauratori Italiani).