martedì 30 aprile 2024
La Veneranda Fabbrica propone un racconto a partire dagli scatti conservati nel suo archivio, oltre 90.000 immagini realizzate dalla seconda metà dell'800 a oggi. La mostra al Museo del Duomo
Il Duomo. Archi Rampanti, 1920 ca.

Il Duomo. Archi Rampanti, 1920 ca. - Fotografo non identificato/Archivio Veneranda fabbrica del Duomo

“Noi cambiamo, noi andiamo e veniamo, ieri vestiti alla spagnola, oggi col cilindro, domani forse con le gambe all’insù; passiamo a cavallo, a piedi, in carrozza, sul tram, sul carro dei morti, belli, brutti, vestiti eleganti o di stracci, buoni onesti o carogne, secondo l’aria che tira. Ma tu, Duomo, sei sempre dello stesso marmo, o santo Duomo, Duomo di carattere (…)”. Così scriveva Emilio De Marchi, il più fedele seguace di Alessandro Manzoni, in un testo pubblicato postumo, Milanin Milanon (La Poligrafica, 1902). Il Duomo è lì da secoli. Ben prima della nascita della fotografia. Ma da quando esiste la fotografia è certamente il soggetto più immortalato di Milano, da fotografi e turisti. "Il Duomo, da sempre, è l'immagine di Milano nel mondo – dice il presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Fedele Confalonieri –. Per Hermann Melville, l'autore di Moby Dick, il Duomo è così vivo nella sua concretezza da esserne 'l'esecuzione'. Lo spirito milanese, con la propria creatività e il proprio dinamismo, ha nella Cattedrale il suo ritratto, scolpito nella pietra. Il Duomo è un eccezionale veicolo di comunicazione. Per secoli, ha viaggiato in Europa attraverso stampe e mappe, già anticipando l'identificazione tra Milano e la sua Cattedrale che sarebbe esplosa con l'invenzione della fotografia, poi del cinema e, infine, della televisione. L'immagine, nel caso del Duomo, non è solo memoria, ma è il filo che collega il passato al nostro presente e al futuro della città”.

Con questo spirito, la Veneranda Fabbrica che dal 1387 si occupa della sua tutela e valorizzazione, dedica un palinsesto di iniziative al rapporto tra la Cattedrale e la fotografia, dal titolo assai suggestivo: “Con gli occhi del Duomo”. La cattedrale è il cuore e gli occhi della città insieme. Per vedere – ricordando il Piccolo Principe – l’invisibile e l’essenziale. Punto di osservazione unico e straordinario da cui guardare la città e scorgere orizzonti imprevedibili anche per chi guarda; testimone dei cambiamenti sociali, culturali e urbanistici che hanno segnato Milano. Guardare il Duomo e la città dal Duomo con un racconto per immagini a partire dagli scatti conservati nella ricchissima fototeca dell’archivio della Veneranda Fabbrica, costituita da oltre 90.000 immagini realizzate dalla seconda metà dell'Ottocento ad oggi.

Il primo appuntamento è la mostra “Ritratto Duomo. Storia fotografica della Cattedrale e della sua Fabbrica”, appena inaugurata e aperta fino al 23 luglio nel Museo del Duomo. Preziose e inedite testimonianze d'epoca, accostate a spiragli di visioni contemporanee, illustrano la storia, le persone e i profili urbani che la tecnica fotografica ha contribuito a eternare, marcando il legame indissolubile tra la Veneranda Fabbrica e la sua città. La prima “fotografia risale agli anni 50 dell'800 ed è stata realizzata con una carta salata molto delicata che documenta una foto scattata da un campanile di una città totalmente diversa da oggi su cui svetta la mole del duomo", spiega Elisa Mantia coordinatrice area cultura della Veneranda del Duomo. Il Duomo "diventa nella seconda metà dell’Ottocento soggetto privilegiato dei fotografi che spesso erano pittori che si cimentavano in questa nuova arte. Ci sono anche documenti di archivi come i primi biglietti per la salita delle terrazze per turismo". Il percorso si chiude con un bellissimo video in time-lapse che racconta l'evoluzione di Piazza Duomo dalla metà dell'Ottocento ai giorni nostri, realizzato da VideoZone. La mostra, prodotta anche con la collaborazione del Politecnico di Milano e allestita all’interno della Sala Gian Galeazzo, è visitabile tutti i giorni (tranne il mercoledì, ma è aperta il Primo Maggio) dalle 10 alle 19. Contemporaneamente, fino al 26 maggio, lungo Corso Vittorio Emanuele, da piazza San Babila al Duomo, si potrà attraversare l’esposizione “Dalla Memoria al Futuro”, con fotografie riprodotte su grandi pannelli. Tutto il progetto, a cura dell'Area Cultura e Conservazione della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano con la consulenza di Massimo Negri, ha il patrocinio del Ministero della Cultura, di Regione Lombardia e Comune di Milano ed è stato sostenuto da GetYourGuide.

L'Archivio della Veneranda Fabbrica “è una fonte inesauribile di tesori. Non soltanto di registri, documenti, progetti, disegni e musiche composte dai Maestri della Cappella Musicale dal 1402 in poi, sia per il concorso di assunzione sia per obbligo contrattuale di produrre nuove musiche per la Cappella stessa. L'Archivio è anche una miniera di immagini fotografiche - dice Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo di Milano e direttore dell'Area Cultura e Conservazione della Veneranda Fabbrica -. Quando ancora i soldati austriaci si affacciavano su una Piazza del Duomo completamente diversa e stretta tra le case del malfamato quartiere del 'Rebecchino', la Veneranda Fabbrica già intuiva le straordinarie potenzialità di questo strumento di lavoro e formidabile veicolo di comunicazione. Ma l'immagine che vogliamo innanzitutto restituire oggi ai nostri visitatori con questo palinsesto di iniziative è quella di una Milano in grado di pensarsi a partire dalla memoria di sé, attraverso un percorso di riscoperta e di formazione autentica che, dal Duomo, diventa patrimonio collettivo di una comunità sempre aperta alla vita e al confronto con nuovi linguaggi".

Con l’arrivo della bella stagione e l’apertura serale delle Terrazze del Duomo il giovedì (dal 6 giugno), l’esperienza di visita sarà impreziosita dalla presenza di alcune riproduzioni di immagini che trasportano i visitatori verso un o straordinario confronto ieri/oggi della Cattedrale e del panorama circostante in cui si inserisce. Il cantiere perenne della Veneranda Fabbrica offrirà infine interessanti spunti di riflessione sull'evoluzione degli strumenti di lavoro, la manutenzione del marmo di Candoglia e il lavoro delle maestranze in quota. Una cattedrale in continua “costruzione”, dunque, nel senso materiale e immateriale, con le storie dei milanesi, dei visitatori, di chi alza lo sguardo all’insù in cerca di un segnale. Di chi si affaccia dalle guglie e si sente più vicino al cielo, ai sogni, nel silenzio e con la luce che non ti aspetti. Da rivivere in queste foto storiche e con quelle che ciascuno di noi ha scattato, passando da qui o salendo sulle terrazze. Con emozione e speranze. Fra memoria e futuro, sì.

Una foto e 993 parole.

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