Il sostegno alle imprese rigenerate dai lavoratori, un impegno concreto
martedì 30 aprile 2024

Il 1° Maggio celebra il lavoro e i lavoratori. Tra luci e ombre di un mercato del lavoro che mostra segnali di vitalità con l’aumento dell’occupazione che sfiora i 24 milioni di lavoratori e la riduzione dei Neet, ma presenta ancora tante ombre, tra queste la disoccupazione femminile e le tante, troppe e sempre più inaccettabili morti sui luoghi di lavoro. Fenomeno sul quale vanno tenuti accesi tutti i riflettori possibili, dai controlli più stringenti a una responsabilità crescente tra le imprese, all’attenzione costante dei media e dell’opinione pubblica.

In questa festa del lavoro voglio evidenziare un fenomeno di crescita, di sviluppo, di speranza, di rinascita delle imprese e del lavoro: i workers buy out. Uno strumento di politica attiva ideato negli anni ’80 dal ministro democristiano Albertino Marcora, politico visionario e lungimirante, perché questo modello d’impresa permette di salvare le imprese, l’occupazione e il reddito rendendo protagonisti i lavoratori.

I workers buy out rappresentano il segno tangibile di quello che la cooperazione permette di realizzare in risposta a situazioni di crisi. Solo negli ultimi 5 anni Fondosviluppo Confcooperative ha sostenuto 23 workers buy out che hanno dato lavoro a 487 persone.

Negli ultimi 35 anni in Italia sono nati 600 workers buy out che hanno contribuito a salvare circa 30.000 posti di lavoro. L’investimento medio per occupato è inferiore ai 12.000 euro, meno di quanto costi un anno di disoccupazione. Nel caso dei workers buy out però si crea lavoro che genera reddito e gettito fiscale e previdenziale: per 1 euro investito alla comunità ne ritornano 8. Nessuno fa meglio, come dimostra anche Cfi, investitore istituzionale promosso dalla cooperazione e dal Mimit.

I workers buy out uniscono chi rischia di perdere il lavoro, affidando loro le sorti dell'impresa e dando vita a un progetto imprenditoriale rinnovato. Crediamo in questo strumento, e per questa ragione abbiamo deciso di continuare a sostenerlo.

Il sostegno alle imprese rigenerate dai lavoratori rappresenta l’impegno concreto di Confcooperative a favore dell’occupazione, della valorizzazione e conservazione delle conoscenze, del know how, in sostanza del patrimonio economico, sociale e culturale dei territori interessati.

Perché ogni impresa che si salva dalla crisi e riparte rappresenta una vittoria. Per i lavoratori che salvano l’occupazione, diventano imprenditori di sé stessi e guardano al futuro con speranza. Per il territorio che conserva una fonte di sviluppo e non perde professionalità e competenze che continuano a generare benessere.

Imprese rigenerate che hanno permesso di salvare l’occupazione, ma anche la cultura del saper fare. Nella quasi totalità dei casi le imprese recuperate hanno assunto la forma della cooperativa. Coerente alla sua natura, la cooperativa ancora una volta si è rivelata lo strumento migliore per organizzare in forma imprenditoriale coloro che si uniscono per soddisfare un bisogno comune. Il territorio che esalta l’autoimprenditorialità trasforma un lavoratore in imprenditore di sé stesso, non aspetta interventi dall’alto ma prende in mano le sorti del suo destino.

Nei workers buy out ritroviamo l’essenza dal mutualismo, del fare impresa avendo come bussola il bisogno, dove il profitto è mezzo ma non fine. Ritroviamo anche il coraggio di ripartire, di rischiare, di credere nelle proprie capacità per continuare a coltivare la speranza. Un inno all’ottimismo nella giornata che celebra il lavoro e i suoi protagonisti.

Presidente Confcooperative

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