Si può scegliere tra una, due, quattro o sei visite alla settimana: si parte da 19,90 euro e si può arrivare a una spesa massima di 139,90 euro al mese, con un credito d’imposta del 50%. È il nuovo servizio della Posta francese «Veiller sur mes parents», occuparsi dei miei genitori, che con un colpo di bacchetta trasforma i postini in assistenti familiari. Il programma, al quale a fine agosto avevano aderito 2.000 anziani, dopo una fase di sperimentazione è ora operativo su scala nazionale: ben 40mila portalettere su un totale di 73mila in servizio hanno seguito un corso di formazione online curato dal “Gérontopole des Pays de la Loire”.
La Posta ha diffuso alcuni spot, in cui si vedono gioviali portalettere sorseggiare il caffè accanto ad anziani sorridenti o conversare con loro. Ma in realtà – e questo è un punto assai criticato dai sindacati dei postini francesi – le visite a domicilio secondo il regolamento devono durare 6 minuti, sono svolte nel normale orario di lavoro e non comportano un supplemento di paga... I postini-badanti poi, attraverso una app sul telefonino, fanno un resoconto ai figli su stato di salute e necessità.
La visita a domicilio dei postini, pur essendo la parte più «mediatica» e pubblicizzata del progetto, ne è solo una parte: nel costo di «Veiller sur mes parents» c’è la fornitura dell’apparecchiatura per la teleassistenza 24 ore su 24, gestita da Europ Teléassistance, che comprende anche un servizio di pronto intervento per piccole riparazioni in casa.
La Posta francese nel 2016 ha realizzato un utile di 849 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente quando era stato di 635 milioni. Riceve ogni anno circa 170 milioni dallo Stato per assicurare un servizio su tutto il territorio e nel 2016 ha goduto di sgravi fiscali per 341 milioni. Il personale è stato alternativamente accresciuto e tagliato negli ultimi anni: ora sono state promesse 3mila assunzioni di postini entro la fine del 2017. Come in tutti i Paesi occidentali, il calo della corrispondenza ordinaria obbliga le aziende di recapito a diversificare le attività.
Nel piano strategico «La Poste 2020: conquérir l’avenir», c’è l’idea che i postini, grazie alla loro presenza capillare sul territorio, si trasformino progressivamente in prestatori di servizi di prossimità. E visti l’invecchiamento della popolazione e la solitudine in cui vivono gli anziani soprattutto nella sterminata provincia francese, quale miglior target della Terza età per il gruppo interamente a capitale pubblico? Il Pdg (presidente direttore generale), Philippe Wahl, del resto, non nasconde la sua ambizione di fare del Gruppo che dirige un attore di rilievo della cosiddetta silver economy. «Le lettere sono sparite, occorre inventare nuovi servizi: più che la corrispondenza, noi portiamo la presenza quotidiana, il fattore umano (combinazione, in francese postino è facteur!, ndr), per tutti, dappertutto e tutti i giorni», ha detto recentemente. «Veiller sur mes parents», in effetti, è solo l’ultima di una serie di iniziative destinate agli anziani: i portalettere in Francia già consegnano farmaci a domicilio e, se richiesti, installano il decoder per la tv. Da meno di un anno la Posta inoltre commercializza un suo tablet «facilitato», Ardoiz, con ergonomia, contenuti e servizi adatti alla Terza età. Infine, di recente il Gruppo ha acquisito una partecipazione di maggioranza in Axeo services, società specializzata nei servizi alla casa e alla persona.
Non si arriva alla versatilità della Finlandia, dove i dipendenti della Posti possono – dietro pagamento – accompagnare gli anziani a passeggio e anche tagliare l’erba davanti alle abitazioni dei loro clienti, ma la direzione imboccata è quella. Il giudizio sull’operazione è controverso. Su molti blog francesi si fa notare un aspetto critico: «Veiller sur mes parents» di fatto rende a pagamento i legami sociali che i facteurs così come avviene con i postini italiani (ricordate il bicchierino offerto in ogni casa nel film «Benvenuti al Sud»), da sempre rendono gratuitamente. Il saluto, lo scambio di due parole, un caffé, un passaggio in farmacia. Insomma, si tratta di una commercializzazione dei legami sociali – argomentano i detrattori – che in qualche modo inaridisce il tessuto di una società.
E in Italia, sarebbe immaginabile affidare ai 30.959 postini in servizio (dato a fine 2016) un compito di assistenza agli anziani? A fine febbraio 2017 in cinque Comuni toscani (Empoli, Carmignano, Cerreto Guidi, Castelfiorentino e Volterra) era partita una sperimentazione in collaborazione con Apple e Ibm: 100 ultrasessantacinquenni hanno ricevuto un iPad che hanno imparato a usare grazie alle «lezioni» dei loro postini. Il tablet è configurato con applicazioni utili agli anziani e ai familiari (anche loro dotati dello stesso strumento): videochiamate, alert per ricordarsi di appuntamenti e visite mediche; geolocalizzazione per conoscere gli eventi cittadini... Il portalettere andava regolarmente a domicilio per verificare il grado di competenze digitali dell’anziano e risolvere eventuali difficoltà. La sperimentazione è finita e al momento non se ne conoscono né i risultati né i possibili sviluppi.
L’amministratore delegato Matteo Del Fante, in carica dal marzo scorso, nei primi mesi del 2018 presenterà il nuovo piano industriale. Dalle prime dichiarazioni rilasciate da Del Fante, si può immaginare ancora più attenzione a servizi finanziari e assicurativi e al settore della consegna pacchi. Nulla di rilevante sul fronte dei servizi alle persone.
E guarda con un pizzico di diffidenza all’iniziativa francese Luca Pesenti, docente di Sistemi di Welfare comparato alla Cattolica di Milano. La prima osservazione è che è inevitabile: quando uno spazio si libera, il mercato lo riempie. E qui lo «spazio» rimasto vuoto è quello delle relazioni sociali, sostituito da servizi a pagamento con rigidi calcoli di minutaggio. «Il processo di individualizzazione della nostra società ha indebolito le reti sociali – il vicinato, la stessa famiglia – e questo è il risultato. La logica del minutaggio è presente anche nei disciplinari che spesso regolano gli interventi dei soggetti incaricati dagli enti locali di fornire l’assistenza domiciliare. È una logica di efficienza che non funziona quando di mezzo ci sono bisogni e fragilità, soprattutto per gli anziani». Da un punto di vista sociale, continua l’esperto, è tempo di riconoscere che le reti di prossimità e la famiglia sono irrinunciabili e né il welfare né il mercato possono sostituirle. «Dovremmo fare il tifo per i legami familiari, orizzontali e verticali», conclude Pesenti. (Sottinteso: non per i postini).
Scettico anche Augusto Battaglia, responsabile non autosufficienza di Senior Italia FederAnziani: macché postini, «la nostra scommessa per far fronte ai bisogni degli anziani è nell’integrazione tra servizi sociali e reti amicali e associative». Battaglia descrive il progetto Inspire, attuato con la Comunità di Capodarco, che vuole coinvolgere i vicini di casa degli anziani soli per creare «condomini solidali» a supporto dei servizi territoriali. Insomma, il «modello italiano» punta a mettere in circolo i legami di vicinanza. Gratuiti, senza divisa da postino e soprattutto senza limiti di orario.