venerdì 10 maggio 2024
In soli cinque giorni (festivi) si sono registrati 295 milioni di spostamenti. A fine anno si prevede che toccheranno quota 6 miliardi. Latitano però i turisti stranieri
Turisti cinesi in visita alla Grande Muraglia

Turisti cinesi in visita alla Grande Muraglia - ANSA

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Prendete 92 milioni di viaggi in treno, aggiungete quasi 10 milioni di spostamenti in aereo, sommate 1,25 miliardi di tragitti effettuati in autostrada e avrete la mappa composita ed “esplosiva” del turismo interno cinese. Per gli esperti un vero e proprio boom che ha polverizzato i livelli pre-pandemici. Come scrive la Bbc, siamo dinanzi anche a una boccata di ossigeno per l’economia del gigante asiatico, alle prese con una serie di gravosi problemi strutturali: dalla crisi immobiliare persistente al debito pubblico locale galoppante, passando per la disoccupazione giovanile. Pechino ha fissato un obiettivo di crescita del Pil di “circa il 5%” per quest’anno.

Secondo i dati del Ministero della Cultura e del Turismo cinesi, i cinque giorni festivi della scorsa settimana per celebrare la "Festa del Lavoro" hanno registrato 295 milioni di viaggi effettuati, un valore superiore del 28% rispetto del 2019. Per la China Tourism Academy, l’andamento positivo continuerà per tutto l’anno: la previsione è che i turisti cinesi effettueranno oltre 6 miliardi di viaggi nazionali, mentre il numero combinato di turisti in entrata e in uscita che viaggeranno a livello internazionale supererà i 260 milioni. Secondo il National Bureau of Statistics, nel 2023 i viaggi nazionali hanno generato entrate per 4,9 trilioni di Rmb (679 miliardi di dollari).

Insomma i cinesi sono tornati a muoversi. In maniera massiccia. E dopo le chiusure imposte in epoca pandemica. I dati testimoniano però una forbice: se gli spostamenti interni schizzano verso l’alto, la capacità della Cina di attrarre turisti stranieri continua a essere “anemica”. Gli stranieri che oggi entrano in Cina corrispondono appena al 30% dei livelli del 2019, anno nel quale entrarono nel Paese quasi 98 milioni di visitatori internazionali. L'anno scorso gli ingressi sono stati solo 35 milioni, compresi i viaggi d'affari e gli spostamenti degli studenti. Perché? Secondo Huang Songshan, capo del Centro per la ricerca sul turismo presso la School of Business and Law dell'Università australiana Edith Cowan, questa debolezza è riconducibile al «mutevole panorama geopolitico a livello globale». Un esempio? Washington avverte i potenziali viaggiatori di «riconsiderare i viaggi nella Cina continentale a causa dell’applicazione arbitraria delle leggi locali, anche in relazione ai divieti di uscita, e al rischio di detenzioni ingiuste».

Turisti cinesi a Bangkok

Turisti cinesi a Bangkok - ANSA

Calano anche i turisti cinesi che scelgono di viaggiare all’estero. Per due ordini di motivi. Primo: «Il bilancio delle famiglie cinesi è stato gravemente danneggiato dalle rigorose restrizioni Covid e dalla mancanza di sussidi mirati alle famiglie durante la pandemia». La domanda di turismo all’estero, necessariamente più costoso, tra le famiglie cinesi ha subito così una netta contrazione. Il deprezzamento della valuta cinese, il renminbi, l’elevata inflazione nei Paesi di destinazione e un’offerta insufficiente di voli e servizi turistici hanno aumentato il costo dei viaggi in uscita post-covid. Non aiutano poi gli ostacoli politici, il più importante dei quali è «il processo di richiesta del visto sempre più complicato, esacerbato dalle crescenti tensioni geopolitiche».

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