giovedì 2 maggio 2024
Kiev perde terreno nel Donbass. Mosca spinge per conquistare altri villaggi, mentre viene accusata di adoperare armi chimiche e lanciare droni dalla centrale nucleare di Zaporizhia
Una trincea Ucraina nel Donbass

Una trincea Ucraina nel Donbass - Ansa

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Mancano sette giorni al 9 maggio, la ricorrenza con cui Mosca celebra la vittoria del '45 sul nazifascismo e che nell’agenda di Vladimir Putin da tre anni vuol dire provare a presentarsi sulla Piazza Rossa con un "trofeo" ucraino: Mariupol nel 2022, Bakhmut nel 2023, ora i villaggi persi durante la controffensiva di Kiev e in via di riconquista sulla prima linea del Donbass.

«Solo nel mese di aprile, i russi hanno utilizzato più di 300 missili di diverso tipo, quasi 300 droni e più di 3.200 bombe aeree guidate contro l’Ucraina», ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nelle stesse ore gli Stati Uniti hanno accusato l’esercito russo di adoperare armi chimiche per sterminare i soldati ucraini nascosti nelle trincee, mentre alcuni filmati confermano che la centrale nucleare occupata di Zaporizhia viene utilizzata per lanciare droni assassini sulle posizioni ucraine. Le autorità di Kiev hanno mostrato il filmato con «un drone Fpv con la sigla UT4D.TT, in dotazione al ministero della Difesa russo», si legge in una nota secondo cui le forze di occupazione usano la centrale sapendo che i battaglioni ucraini non possono rispondere al fuoco senza correre il rischio di causare un disastro nucleare.

Le fortificazioni sulla linea del fronte fanno fatica a reggere, ma Mosca non riesce ancora a travolgere le difese, sfondando in alcuni punti chiave, come il distretto di Avdiivka. Il ministero della Difesa russo ha ordinato mercoledì un aumento della produzione di armi insistendo perché le consegne diano più veloci. E’ la risposta alla decisione del presidente americano Biden che ha firmato una legge che prevede 61 miliardi di dollari di aiuti aggiuntivi all’Ucraina, tra cui equipaggiamento per l’artiglieria, sistemi missilistici, munizioni anticarro.

La Russia sta gradualmente avanzando nei punti chiave lungo i 1.000 chilometri di linea del fronte. Come Chasiv Yar, nell'Ucraina orientale, bombardata per mesi e che oggi appare completamente carbonizzata. Migliaia di vite sono state salvate grazie all’aiuto dei Paesi che hanno sostenuto il nostro scudo aereo. Sfortunatamente, molte vite sono state portate via da questi attacchi. Chiunque lavori per la difesa contro la Russia è un vero e proprio salvatore di vite», ha aggiunto Zelensky.

E proprio Washington accusa la Russia di aver violato il divieto internazionale sulle armi chimiche, impiegando l’agente soffocante cloropicrina contro le truppe ucraine. «L’uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è probabilmente motivato dal desiderio delle forze russe di allontanare le forze ucraine da posizioni fortificate e ottenere guadagni tattici sul campo di battaglia», ha dichiarato il Dipartimento di Stato. L’ambasciata di Mosca negli Usa non ha risposto alle richieste di commento. Ma dal Cremlino reagiscono sostenendo che la denuncia dell’amministrazione americana «è priva di basi». Dmitri Peskov, portavoce del presidente Putin, ha respinto le accuse sostenendo che «la Russia è stata e rimane impegnata a rispettare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale». Prima che si esprimessero gli Usa, già diversi reporter avevano segnalato l’intensificazione di «agenti chimici antisommossa» contro le trincee ucraine. Tra essi alcuni giornalisti di Reuters nel Donbass. Secondo l’esercito ucraino, almeno 500 soldati sono stati curati per l’esposizione a sostanze tossiche e uno è morto per soffocamento da gas lacrimogeni. Inoltre al momento del lancio, i combattenti colpiti dal gas sono costretti a saltare fuori dalle trincee esponendosi al fuoco nemico. Secondo l’Istituto di Sanità statunitense, la cloropicrina viene utilizzata sia come arma che come pesticida.

I battaglioni più esposti dell’artiglieria ucraina lamentano di non avere i proiettili necessari per reprimere gli attacchi russi. «Se facciamo un confronto con l’inizio dell’invasione, quando sparavamo fino a 100 proiettili al giorno, ora quando arriviamo a 30 proiettili è un lusso», ha detto all’agenzia Reuters il comandante dell’artiglieria, Oleksandr Kozachenko. Le forze russe vantano una potenza di fuoco di gran lunga superiore grazie a cui avanzan gradualmente intorno alla città di Avdiivka, conquistata a febbraio e muovono anche a ovest di Bakhmut, strappata all’Ucraina un anno fa al prezzo di migliaia di vite. La diplomazia al momento non fa passi avanti. Tuttavia la Svizzera ha invitato più di 160 delegazioni alla conferenza di pace sull’Ucraina organizzata per il 15 e 16 giugno a Lucerna. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri, precisando che la Russia non è tra gli invitati «in questa fase». Mosca dal canto suo ha liquidato l’appuntamento svizzero come un complotto orchestrato dagli Stati Uniti e ha ribadito che non parteciperà ad alcun dialogo a meno che Kiev non accetti l’annessione da parte della Russia di circa il 20% del suo territorio, attualmente occupato dalle forze di Mosca. Il summit comincerà appena dopo la chiusura del G7 in Puglia. Se per scontata viene data la presenza del leader ucraino Zelensky, non è ancora confermata la partecipazione del presidente americano Joe Biden. Un’altra grande incognita è la presenza della Cina, alleato chiave di Mosca, la cui eventuale partecipazione segnerebbe un punto a favore del negoziato.

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