Wadowice, 34mila anime, borgo dal sapore asburgico, accoccolato tra le colline di Pogorze Wielicke, non lontano dai Piccoli Beskidy. Sarebbe rimasto nel suo sereno anonimato se il 18 maggio 1920 non vi fosse nato Karol Wojtyla, che qui è cresciuto, ha studiato e giocato. È cresciuto nella fede. E da qui ha spiccato il volo.
La casa dove è nato san Giovanni Paolo II (le foto sono di Umberto Folena)
Oggi Wadowice ha lo stesso ritmo compassato di un paese di collina galiziano ma vive tutta attorno al suo cittadino passato alla storia, san Giovanni Paolo II, alla piazza della chiesa parrocchiale, al museo di casa Wojtyla (con la coda per entrare) e a quello della storia del Paese (ingiustamente ignorato).
La parrocchia
Da oggi son cominciati ad arrivare i primi giovani, quasi tutti francesi: i parigini di Batignolles (17° arrondissement), in azzurro, e da Tolosa, con le magliette a righine orizzontali. Qualche messicano che gironzola avvolto nella bandiera, nonostante i 30 gradi. E i milanesi di Magnago, in attesa di proseguire per Skrzeszowice, paese scioglilingua il cui parroco, don Piotr, da studente fu ospite a Magnago. L’amicizia è rimasta e si trasformata in gemellaggio.
I ragazzi di Magnago
Giovani parigini davanti alla stele che ricorda le
vittime di Katyn
Prima di proseguire per Cracovia, per i golosi, i curiosi e i biografi del piccolo san Karol è d’obbligo l’assaggio della kremowka, divenuta il dolce del Papa da quando Wojtyla confidò che da bambino ne andava ghiotto (e i ginnasiali facevano a gara a chi riusciva a mangiarne di più). L’antica pasticceria del viennese Karol Hagenhuber chiuse nel 1945 ma la tradizione è rimasta. E la fama è meritata.
Kremowki, il dolce preferito del piccolo Karol Wojtyla
Chiesa parrocchiale, la porta della misericordia
Don Eugenio Rossotti, 77 anni, parroco di Magnago
(Milano), presente a tutte le Gmg, tranne Manila e Buenos Aires