giovedì 9 maggio 2024
Fermo, Perugia e Sassari ai primi posti di questa triste classifica. L'eroina resta il pericolo maggiore ma il nuovo spauracchio è il fentanyl usato per tagliare altre sostanze
Nel video dei carabinieri la cessione di dosi di droga

Nel video dei carabinieri la cessione di dosi di droga - Imagoeconomica

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È una contabilità umana aspra e dolorosa, costante nei numeri e ampia nelle biografie di chi ne è vittima. Negli ultimi dieci anni (periodo per il quale sono disponibili dati), cioè dal 2013 al 2022, l'Italia ha registrato 3.148 decessi per overdose: oltre 300 ogni anno, quasi uno al giorno. Ma c'è anche una geografia ben precisa, quella che prende forma dalle relazioni periodiche della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) del ministero dell'Interno, che localizza i pericoli in alcuni spicchi ricorrenti del Paese. Sono contesti spesso di provincia, lontani dai riflettori delle metropoli, e che in qualche maniera si legano anche agli allarmi più recenti.

In rapporto alla popolazione residente, sono infatti le province di Fermo, Perugia e Sassari le aree d'Italia che nell'ultimo decennio hanno contato più vittime per overdose. La provincia di Fermo ha infatti registrato 33 decessi nel decennio, cioè 19,7 ogni 100mila abitanti; Sassari ha visto spegnersi 83 vite, con 17,5 decessi ogni 100mila abitanti; sono stati ben 111 i decessi a Perugia, pari a 17,4 ogni 100mila abitanti. Per contro, ad esempio, Milano ha avuto 58 decessi (1,8 ogni 100mila abitanti), Roma 219 (ma pari a 5,2 ogni 100mila abitanti).

Proprio a Sassari la scorsa estate si erano contati cinque morti in tre giorni nel mese di luglio, e lì era stata accertata per la prima volta la presenza della xilazina – un anestetico veterinario – per tagliare l'eroina, tanto da innescare un alert dell’Istituto superiore di sanità. L'allarme ora è per il Fentanyl, l'oppiode sintetico che fa strage negli Stati Uniti e che in Italia è ancora poco diffuso, ma risulta al centro di un Piano nazionale di prevenzione varato dal governo in primavera. Il 30 aprile si è attivato il Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe perché per la prima volta in Italia il Fentanyl è stato individuato come sostanza da taglio dell'eroina: è accaduto proprio a Perugia, appunto una delle aree d'Italia dove più si muore per overdose.

Come se tra le pieghe dei dati si potessero intercettare in anticipo i trend futuri delle droghe. Restano però ancora le sostanze “classiche” a causare la totalità delle morti per overdose in Italia: «Secondo i dati del ministero dell'Interno, gli oppioidi come l'eroina e il metadone, insieme alla cocaina, sono le sostanze responsabili della maggior parte dei decessi per overdose nel 2023», spiega Luca Pasina, a capo del Laboratorio di Farmacologia clinica e appropriatezza prescrittiva dell'Istituto Mario Negri di Milano.

Guardando all'ultimo decennio, all'eroina sono attribuiti tra i 100 e i 168 decessi all’anno, a seconda dei picchi, mentre la cocaina ne causa tra i 23 e i 71, il metadone tra i 9 e i 22, e poi un pulviscolo più minuto di altre sostanze, dalle droghe sintetiche agli psicofarmaci. Non ancora il Fentanyl, la cui circolazione resta finora circoscritta: rispetto agli Usa, spiega Pasina, «in Europa e in Italia questo fenomeno sembra essere di dimensioni molto più ridotte, con un numero limitato di vittime all'anno: nell'intero continente europeo si conta circa un centinaio di casi all'anno, mentre in Italia il numero è ancora più basso, con solo poche unità segnalate, un decesso accertato lo scorso anno».

Ora, dopo la recente segnalazione del Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe, l'attenzione si è posata sull’uso del Fentanyl per tagliare l’eroina, come capitato a Perugia. Ma quali sono i rischi di questa “combinazione”? «Essendo due sostanze della stessa famiglia – approfondisce il ricercatore -, il rischio principale è il rapido sviluppo di dipendenza e tolleranza, che può portare più facilmente a un'overdose grave e potenzialmente fatale. Questo rischio potrebbe essere sottovalutato da coloro che ne fanno uso, poiché potrebbero erroneamente pensare di assumere una sostanza diversa». La conseguenza è dunque «il potenziamento degli effetti dell'eroina», perché il Fentanyl ha una «potenza farmacologica ed una rapidità di risposta molto elevate anche a piccole dosi», peraltro con «effetti potenziati se combinati con psicofarmaci come benzodiazepine e alcol», aggiunge Pasina.

L’“epidemia” del Fentanyl, partita dagli Stati Uniti, è il frutto di una combinazione tra diversi fattori: «È una sostanza estremamente potente, molto più dell'eroina, quindi anche piccole quantità possono produrre rapidamente gli effetti desiderati, principalmente euforia e sedazione – rimarca Pasina –. Inoltre, essendo un oppioide di sintesi, viene prodotto in laboratorio con processi più semplici e meno costosi rispetto ad altre sostanze come la morfina o l'eroina, che richiedono passaggi più complessi e l'estrazione del principio attivo dai papaveri dell'oppio. La sua elevata potenza farmacologica, unita alla facilità di produzione, la rende relativamente poco costosa e molto redditizia, poiché piccole quantità possono generare notevoli profitti». Anche per via della sua potenza, tra le conseguenze dell’uso del Fentanyl c’è «una rapida insorgenza di tolleranza, dipendenza e rischio di overdose».

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