«È inaccettabile che venga strumentalizzata l’angoscia di una donna malata per condurre una campagna a favore dell’eutanasia»: questo il commento del presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli. «La vita va difesa e tutelata ad ogni costo, in particolare quando è debole. Deve essere messa al riparo da manovre orientate, da opportunismi e da ideologie. Ci sono crinali che, se superati, non permettono più un ritorno».
Sconcerto hanno innescato anche le parole di Carlo Troilo, dell'associazione Coscioni, secondo cui sarebbero «80-90 mila i malati terminali che muoiono ogni anno, soprattutto di cancro: il 62% muore grazie all'aiuto dei medici con eutanasia clandestina»: l'attivista attribuisce i numeri all'Istituto Mario Negri, che si affretta a precisare: i dati sono stati riportati in maniera distorta e scorretta. «È frutto di ignoranza, di superficialità o peggio di malafede - scrive l'istituto di ricerche farmacologiche - porre sullo stesso piano l'eutanasia e la desistenza da cure inappropriate per eccesso, come purtroppo si è visto fare in queste ore. Questa campagna di grave disinformazione non solo è lesiva di un comportamento virtuoso da parte di tanti medici intensivisti, ma impedisce lo sviluppo di una corretta discussione su temi tanto delicati e sensibili all’interno della società civile».
Per la parlamentare Eugenia Roccella «quando oggi si parla, come fanno i radicali, di eutanasia, non si parla di un nuovo diritto, ma di un problema antichissimo, quello del suicidio. Dobbiamo decidere come il singolo e la comunità si pongono davanti a qualcuno che, per qualunque motivo, vuole porre fine alla propria vita. Fino ad oggi, “aiutare” l’aspirante suicida voleva dire cercare di trattenerlo in vita, aiutarlo a sopravvivere alla propria sofferenza grazie alla solidarietà e al sostegno concreto. Oggi rischia di voler dire aiutarlo a morire, magari in modo burocratico, sottoponendolo a un questionario, verificando che entri nella casistica prevista e porgendogli un bicchiere (che però deve bere da solo, per assumersene la responsabilità personale). In questo modo passiamo da una società che cerca di farsi carico di ogni persona, ad una che si libera della responsabilità morale e materiale dell’altrui sofferenza, e si limita a porgere una bevanda di morte.L’eutanasia torna a colpire la pubblica opinione e sono sempre i radicali a proporla». «Su questi temi vigileremo sempre con la massima attenzione», ha dichiarato la parlamentare Paola Binetti, che denuncia «il tempismo perfetto con l’inizio della nuova legislatura e soprattutto con l’insediamento del nuovo governo». «L'Udc - per bocca del senatore Antonio De Poli - condanna senza mezzi termini il video choc lanciato dai radicali. Si tratta di un'iniziativa che offende la sensibilità di molti italiani. Rispettiamo il dolore di chi soffre ma non si può disprezzare il valore della vita sino a banalizzarlo, rappresentandolo con un semplice bicchiere d'acqua che si porta via il dono più bello che abbiamo». Per il deputato di Scelta civica Gian Luigi Gigli «è inaccettabile che, anche ora che reggono il ministero degli Esteri i radicali, invece di lavorare per dare nuova speranza a un Paese in difficoltà, pensino solo a organizzare i viaggi all'estero dei malati che chiedono di morire».