Lo sport gli ha salvato la vita e stasera, 28 anni dopo l'incidente che lo ha costretto su una sedia a rotelle, Oscar De Pellegrin avrà l'opportunità di vivere un momento unico, speciale: portabandiera italiano alle Paralimpiadi che aprono oggi a Londra. «Essere lì davanti stasera, portabandiera della squadra paraolimpica italiana varrà come una medaglia», dice l'arciere bellunese, una delle punte di diamante del team azzurra, arrivato alla sesta partecipazione paralimpica e con una palmares di assoluto rilievo (un oro e quattro bronzi). «Sarà un' emozione unica che mi resterà per tutta la vita. Anche se sono alla sesta paralimpiade - aggiunge De Pellegrin - è la mia prima volta come portabandiera e per me è un grandissimo onore, non lo nascondo: portare la bandiera italiana significa non solo essere l'atleta simbolo di tutti ma anche il trait d'union di tutti i valori sportivi».Paraplegico in seguito ad un infortunio sul lavoro avvenuto nel 1984, De Pellegrin è diventato con gli anni uno degliatleti di punta della nazionale sport disabili. «Questa è la mia ultima paralimpiade - annuncia - e cercherò di chiudere al meglio questa esperienza unica, affascinante. Finora, nelle 5 precedenti esperienze, sono sempre riuscito a portare a casa una medaglia e spero di ripetermi anche a Londra». A poche ore all'inizio della cerimonia, il portabandiera azzurro dice di «non avere ancora bene realizzato quello che mi aspetta, anche se so che sarà un'esperienza unica. Non potrò viverla fino in fondo perchè domattina ho la gara e quindi, dopo lebellissime sensazioni che vivrò, dovrò rientrare al Villaggio, ma sono sicuro che l'essere portabandiera stasera sarà uno stimolo in più in vista della gara di domani».De Pellegrin ha trovato «un bellissimo clima al Villaggio. Tutto è curato benissimo e confesso che dopo Pechino 2008, con un'organizzazione che ha sfiorato la perfezione, non immaginavo di trovare altrettanta puntualità: gli inglesi hanno davvero fatto le cose in grande e ci hanno fatto vedere un'ottima organizzazione. Se proprio devo trovare una piccola lacuna - puntualizza - devo dire che gli appartamenti e i servizi sono un po' piccolini, e questo per noi può voler dire qualche problema in più ma oltre allo spirito olimpico abbiamo anche un grande spirito di adattamento».Calato nel clima olimpico, De Pellegrin non vuole assolutamente sentir parlare di doping, a cui non sarebbe indenne neppure il mondo paraolimpico. «Di queste cose non so assolutamente niente - spiega De Pellegrin - È vero che ogni tanto si sentono queste cose e certamente fanno male, all'atleta in primis, perchè il doping è una cosa che sminuisce il gesto atletico e dobbiamo assolutamente lavorare per debellarlo».