Qualcuno sul web già descrive il video di Theéophile come "poesia". È stato visto - amaro contrappasso rispetto al suo titolo - già un milione di volte. Ma ben venga. Il messaggio finale è: non arrendiamoci a questa vita. «Spegnete il display. Basta guardare questo video! Vivete la vita vera».
Proprio in questi giorni è stato pubblicato su The Social Science Journal uno studio dei ricercatori dell'università del Kuwait: le chat per smartphone, come WhatsApp, si utilizzano in media 12 volte l'ora. E possono creare dipendenza. È presto per dire se iniziative come quella di Théophile Duplouy siano la prova che la rete ha anche gli anticorpi alle patologie che produce. Di sicuro i social, nel loro delirio di tutto dire e tutto conoscere, sfiorano a volte l'autoironia costruttiva. Come nel caso di una foto che sta girando con un titolo che pressappoco recita: "colto in flagrante un uomo mentre guarda il mondo reale". L'immagine potrebbe essere stata scattata in una qualunque stazione ferroviaria. Mostra tutti i passeggeri in attesa del treno consultare il proprio smartphone. Tutti tranne uno. E l'effetto è quello di vedere un alieno.
(foto Twitter)
Un'altra scena immortalata e postata da un nostalgico delle vecchie cene tra amici, quelle in cui si scherzava e si rideva ininterrottamente e se qualcuno alla fine scattava una foto si veniva immortalati tutti con le guance rosse abbracciati e sorridenti verso l'obiettivo, ritrae un gruppo di commensali intenti a chattare/messaggiare/far finta di farlo perché lo fanno gli altri. Oppure perché non vogliono fare la figura di quello che quando un amico gli dice: «Ieri ho conosciuto una ragazza su un tram», risponde: «Grande! Che social è UnTram?» (battuta letta su Twitter).
(foto Twitter)