Finale a sorpresa per l'assemblea del Pd, svolta a Roma. Tutto bene fino al voto sulla relazione del segretario Pier Luigi Bersani, approvata con cinque astenuti e uno contrario. Dopo, con la richiesta di voto su documenti e ordini del giorno sui matrimoni gay e sulle primarie è cominciato il caos. Una situazione che ha resonecessario l'intervento di un irritato Bersani.Tutto parte dall'approvazione da parte dell'assemblea del documento elaborato dalla Commissione diritti presieduta da Rosi Bindi dal tema "Per una nuova cultura dei diritti". Contro il documento hanno votato in 38, tra i quali Ignazio Marino, Ivan Scalfarotto, Sandro Gozi e Paola Concia. Proprio Paola Concia, Ivan Scalfarotto e altri - favorevoli al matrimonio tra omosessuali - hanno contestato il testo e chiesto che venisse votato un loro ordine del giorno. Ma il voto, spiegano più volte e in mezzo alla confusione la stessa Bindi e Marina Sereni (rispettivamente presidente e vicepresidente dell'assemblea) non è possibile perché tratta una materia già votata e approvata.Analoga confusione sulle primarie con Gozi, Civati ed altri che chiedono vengano votati tre ordini del giorno sudata delle primarie, regole per la consultazione e limite del mandato di parlamentare. Anche qui Sereni, con molta difficoltà a farsi ascoltare tra le urla e le contestazioni dei delegati, spiega che i documenti non sono ammissibili perché trattano di un argomento su cui si è già votato. Ma la confusione non accenna a diminuire. Prende allora la parola un visibilmente irritato Bersani. "Sentite - è l'incipit del suo imprevisto intervento - nel momento in cui per la prima volta il Pd assume un impegno per la regolamentazione delle unioni omosessuali ho sentito dire 'me ne vado dal Pd'. Ma non l'ho sentito dire quando non c'era un impegno così". Parla poi delle primarie. "Siamo un partito che deve dire una cosa chiara al Paese", dice e ricorda di aver sottolineato nell'intervento di apertura che alle primarie "non partecipa solo il segretario, saranno primarie aperte. Si fissa una data ma le primarie non le convochiamo noi, le dobbiamo convocare con gli altri. È chiaro o non è chiaro? O facciamo tutto noi?". Bersani, sempre più spazientito, chiude ribadendo che '"siamo il primo partito del Paese e dobbiamo dire all'Italia cosa vogliamo fare. Il Paese non è fatto delle beghe nostre!".L'ORDINE DEL GIORNO DI CONCIA E ALTRI: MATRIMONIO GAYL'ordine del giorno che era stato promosso da Paola Concia, Ignazio Marino, Rosa Calipari e Sandro Gozi mirava a impegnare il Partito democratico "a inserire nel suo programma elettorale, sulla scia di quanto fatto in Francia da Hollande, l'estensione dell'istituto del matrimonio civile alle coppie omosessuali, al fine di garantire il pari riconoscimento dei diritti e dei doveri e la piena equiparazione giuridica tra le coppie omosessuali e le coppie eterosessuali".
Scontro al termine dell'assemblea del Pd su alcuni documenti e ordini del giorno che riguardavano il riconoscimento delle coppie omosessuali e le primarie. Gli "ultrà" vengono fermati, l'argomento rinviato in direzione. COPPIE DI FATTO, VAI AL DOSSIER
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