La riforma delle pensioni è "drastica", si è lavorato "con l'accetta", ma "dopo l'operazione tagli" avrà un "respiro di lungo termine in modo che gli italiani non ne abbiano un'altra tra due anni". Lo sottolinea il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, in audizione alla Camera. Fornero evidenzia che l'obiettivo della manovra del governo è "dare continuità e coerenza alla riforma", dopo gli interventi passati che "non sempre" sono stati "coerenti" tra loro. Quella di Fornero fornisce "maggiore trasparenza" abolendo le "finestre" che sono "un bizantinismo vesatorio". Il contributivo infine è "sempre sostenibile" dal punto di vista economico e serviranno "piccoli aggiustamenti".
DEDUZIONI PER ASSUNZIONI DONNE E GIOVANIDall'anno di imposta 2012 le imprese potranno dedurre dall'Irap 10.600 euro per i giovani sotto i 35 anni e le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato. Lo prevede la manovra approvata dal governo. Lo sconto fiscale aumenta a 15.200 euro per le imprese del Sud.
NAPOLITANO: SIAMO ARRIVATI IN TEMPO, ABBIAMO RISCHIATO LA CATASTROFEIl presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a quanto si apprende, ha emanato il decreto legge recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici approvato domenica dalConsiglio dei ministri presieduto da Mario Monti."Quando certe riforme, certe decisioni, certe misure arrivano in ritardo è maggiore l'impatto di insoddisfazione, di preoccupazione e di dissenso ma dobbiamo dirci con tutta franchezza che stanno arrivando giusto in tempo per evitare sviluppi in senso catastrofico della nostra situazione". È quanto ha affermato il presidente della Repubblica nel corso di un incontro con i sindaci del Mantovano al Teatro Bibiena. Dopo aver ringraziato la città per l'accoglienza ricevuta il capo dello Stato si è detto convinto "che tutti insieme riusciremo ciascuno a fare la propria parte con senso di giustizia, responsabilità e sacrificio. Non siamo chiamati ai sacrifici che fecero i patrioti -ha proseguito Napolitano- ma abbiamo da fare quello che ci chiede l'esigenza di salvaguardare il futuro dei nostri giovani e la nostra appartenenza alla grande patria europea. Questo - ha concluso - lo dobbiamo fare riconquistando una rinnovata autorevolezza".
MILANO, RACCOLTA FIRME DELLA LEGA CONTRO LA RIFORMA Una raccolta firme prima della manifestazione del 15 gennaio. Partono domani le iniziative della Lega Nord milanese contro il decreto legge varato dal governo. "La manovra di Mario Monti mette pesantemente le mani nelle tasche dei milanesi. Siamo pronti alle barricate per difendere la nostra città", spiega il segretario cittadino del Carroccio, Igor Iezzi.
IL GOVERNO AL PARLAMENTOI sacrifici ci sono e sono "forti", gli interventi "dolorosi", e nessuno "vuole minimizzarli", ma sono stati distribuiti con equità. E, soprattutto, deve essere chiaro che ad essi non c'è alternativa per consentire al Paese di doppiare il capo di un'emergenza gravissima, per evitare che faccia la fine della Grecia. All'indomani del varo della manovra anticrisi da 24 miliardi di euro, accolta oggi da un crollo dello spread ma anche dall'annuncio (a tempo di record) dello sciopero generale per lunedì prossimo, non unitario ma proclamato separatamente per due ore da Cisl e Uil e per quattro dalla Cgil, il premier Mario Monti parla chiaro: ammette che la medicina somministrata è amara per tutti ma si dice sicuro che servirà a salvare il Paese.
È questo il messaggio che Monti indirizza a Camera e Senato, dove oggi è intervenuto per illustrare i contenuti della manovra anticrisi. Una manovra, assicura il Professore, il cui impianto si poggia sui tre pilastri dell'"equità, rigore e crescita" alla base dell'azione di questo governo di impegno nazionale. E, infatti, spiega Monti, le misure contenute nel decreto legge non puntano solo a dare le risposte immediate e necessarie a questa situazione di emergenza ma avviano un percorso di crescita attraverso riforme strutturali. Perché, spiega, la crisi attuale "non è solo una crisi di finanza pubblica ma anche una crisi di riforme mancate".
L'imperativo categorico, che sottende questo decreto 'Salva Italià ma che, dice Monti, è anche decreto 'Salva Europà, rimane quello della riduzione debito pubblico. "È un'esigenza fondamentale e ogni deviazione farebbe sprofondare il Paese in un abisso. L'esempio della Grecia è vicino", avverte il premier. "Se l'Italia - incalza Monti - non converte la spirale negativa sul debito che ispira diffidenza sui mercati internazionali ci sarebbero conseguenze drammatiche fino a mettere a rischio la moneta comune e colpire al cuore l'integrazione europea avviata 60 anni fà". E "la crisi monetaria avrebbe conseguenze destabilizzanti sulle economie mondiali e mai come oggi gli sguardi dell'Europa e del mondo sono concentrati su quest'aula", aggiunge. Inevitabile, dunque, intraprendere da subito la strada stretta dei sacrifici. Parola, questa, più volte scandita da Monti a Montecitorio prima e a Palazzo Madama poi. "Non fare questi sacrifici significa farne di ben più gravi tra poche settimane e pochi giorni, mettendo a rischio la ricchezza accumulata", evidenzia. Sono "sacrifici forti", dice, e, assicura, "non intendo minimizzarli ma - assicura - sono stati distribuiti in modo equo". E, comunque, saranno "temporanei e circoscritti per doppiare questo capo molto difficile della nostra vita economica e sociale".E Monti si sofferma poi uno dei capitoli più spinosi di questa manovra: la riforma delle pensioni. Una riforma "coraggiosa - dice- che rappresenta la premessa di un disegno complessivo del welfare italiano". È un intervento che, spiega, affronta "con determinazione il tema dell'equità tra generazioni" e "riduce gli squilibri a danno dei giovani". Un "pilastro della riforma - ha detto Monti - è il passaggio per tutti al calcolo contributivo". A questo si aggiungono quelli dell'"equità intergenerazionale, una maggiore flessibilità nell'età di pensionamento e più flessibilità nel funzionamento del sistema".Monti tiene anche a sottolineare come "grazie ai proventi dello scudo fiscale è possibile l'adeguamento delle pensioni pari due volte il minimo, cioè pensioni di circa 1000 euro al mese". Ma il cantiere delle riforme strutturali è quanto mai aperto. E, è l'annuncio del premier, tra pochi giorni tocca al mercato del lavoro. "Nell'incontro con le parti sociali, forzatamente a ritmo serrato, non c'è stato il tempo e il modo di affrontare il mercato lavoro e l'ammodernamento dei sistemi di welfare", spiega Monti, sottolineando come è quella la materia che "necessita di più di un negoziato con le parti sociali ed è il prossimo cantiere che a distanza di qualche giorno partirà".Quanto ai sindacati che hanno lamentato la mancanza di un confronto accurato aggiunge: "il tempo diceva che non dovessimo appesantirci troppo con un sistematico dialogo su tutto, perché l'interlocutore nostro è il Parlamento".
È sul versante della crescita che Monti pone poi con forza l'accento. La manovra punta, infatti, a favorire lo sviluppo delle imprese e "sostenerne la loro competitività". Uno dei capisaldi di questi interventi è, dice, "il rifinanziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese che permette un credito di oltre 20 miliardi alle piccole e medie imprese che altrimenti non avrebbero accesso al credito". Altra leva è la "completa deducibilità dall'Irap della componente lavoro che elimina una forte penalizzazione alle imprese che assumono lavoratori". Inoltre, c'è il "meccanismo Ace", che consente di accrescere "la capitalizzazione del sistema produttivo". La strada della crescita passa anche attraverso il rilancio delle infrastrutture. Monti conferma la riunione del Cipe in programma per domani per "mobilitare risorse per 5,2 miliardi di euro". Tra gli interventi all'esame del Cipe, Monti ha indicato l'alta velocità Treviglio-Brescia e il Terzo Valico dei Giovi. E, ancora, il Mose e gli interventi sul territorio di Anas e Rete Ferroviaria Italia. Sono previsti interventi nel Mezzogiorno come per la 106 Jonica, la metropolitana di Napoli, la Palermo-Agrigento e il porto di Taranto".Altro snodo è quello delle liberalizzazioni, che l'Europa ci chiede e che grandi vantaggi portano ai consumatori. Monti parla di un "forte pacchetto di liberalizzazioni per togliere freni all'economia. Lo strumento da mettere in campo è quello di un rafforzamento dei poteri dell'Antitrust. E, con un occhio rivolto ai mercati, Monti si dice "confortato" dall'andamento dello spread tra i titoli di Stato italiani e bund tedeschi. Quello che è certo è che l'Italia "sta recuperando quella credibilità" che negli ultimi tempoi aveva perso. E l'approvazione della manovra da parte del Parlamento consentirà al Paese di far sentire la propria voce, come merita, in Europa.
LA REAZIONE DEI PARTITILa maggioranza che sostiene il governo è larghissima. Ma il sentiero per il quale passano i sacrificiprevisti della manovra "salva-Italia" è strettissimo. I partiti hanno iniziato a incrociare le spade, ponendo l'accento sì sull'importanza delle misure per il sistema Paese, ma anche sugli ostacoli che per il proprio elettorato sono difficili da superare. Il presidente del Consiglio ha illustrato i contenuti della manovra a Camera e Senato ma il testo, di fatto, non è ancora arrivato. È all'esame del Quirinale per la verifica dei criteri di "necessità e urgenza", indispensabili per un decreto sul quale è stato necessario qualche ritocco tecnico dopo il Cdm. La firma potrebbe però arrivare velocemente e l'iter legislativo partire in tutta fretta. La commissione Bilancio della Camera è già in preallarme. Certamente lavorerà nel ponte dell'Immacolata. I partiti stanno già studiando gli emendamenti. Le indiscrezioni parlano di un testo "blindato nelle cifre" ma sul quale sarebbe possibile qualche modifica, se questa trova concordi tutti i partiti.
La modifica che potrebbe con maggiore probabilità trovare spazio è quella avanzata dal Pd. Il capogruppo
Dario Franceschini ha proposto di elevare da 1.500 a 2.000 euro il "balzello" sui cittadini che hanno in passato "regolarizzato" con lo scudo fiscale i capitali esportati illegalmente all'estero. Il gettito consentirebbe di far salire fino a 2.000 euro la soglia sotto la quale le pensioni saranno adeguate al costo della vita, soglia ora ferma a 950 euro.
Ma anche il Pdl ha un dente dolente. Si chiama Ici sulla prima casa. "Noi - dice Fabrizio Cicchitto - non avremmo rimesso l'Ici sulla prima casa che avevamo tolto, provvedimento sul quale esprimiamo la nostra netta riserva". Il capogruppo Pdl teme però che modifiche possano minare l'equilibrio "politico" della manovra. Del resto lo stesso Silvio Berlusconi ha dato a Monti il suo consiglio. "Deve porre la fiducia altrimenti non credo ci sia la possibilità di approvare la manovra", dice l'ex premier con il quale concorda anche il leader Udc Pier Ferdinando Casini. "Per una volta tanto sono d'accordo con Berlusconi".
Di certo la Lega, dall'opposizione, darà fuoco alle polveri degli emendamenti. Bossi ha fatto sapere che la manovra "è da buttare" e agli ex alleati invia il messaggio: Vediamo cosa faranno in Aula. Maroni: è la sconfessione di quello che avevamo promesso agli elettori". Ma anche l'Idv ha detto che non voterà la manovra così com'è. Chiederà modifiche su lotta all'evasione, per abbassare la soglia no cash a 300-500 euro e fare controlli; per togliere il blocco all'adeguamento delle pensioni; per introdurre una patrimoniale. Ma caro ai dipietristi è anche il tema dei costi della politica.