giovedì 5 maggio 2016
Alla Camera passa solo la mozione Pd. Renzi: crisi demografica drammatica, entro il 12 la legge sulle unioni civili e misure per la famiglia a partire dagli sgravi fiscali. Maternità surrogata, partita europea 
Utero in affitto, tutti contro. A parole
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È ormai certo che la prossima settimana il governo metterà la fiducia per approvare definitivamente la legge sulle unioni civili, ma sul tema restano forti le divisioni e tanti i capitoli irrisolti. A cominciare da quello della maternità surrogata, direttamente estrapolata dal testo del Senato, ma che – uscita dalla porta – potrebbe rientrare dalla finestra, magari nella riforma delle adozioni. «Questa storia è durata fin troppo », scrive su Twitter Matteo Renzi, deciso a chiudere entro il 12. E contemporaneamente intenzionato a lavorare a provvedimenti per la famiglia, per «implementare ed incoraggiare ulteriori misure» per combattere la denatalità. Ma la giornata di ieri ha segnato un passo in avanti non privo di tensione per la legge ex Cirinnà, approvata in commissione con Fi, Ap, Lega e Ds-Cd che disertano il voto in dissenso con la decisione dell’esecutivo di mettere la fiducia in aula. «La fiducia è un atto di forza, non voterò a favore», spiega Gian Luigi Gigli di Demos-Cd, mentre da Ap Alessandro Pagano, in dissenso dal suo partito, annuncia il 'no' al provvedimento con o senza fiducia, e minaccia una battaglia contro il referendum costituzionale, così come invita a fare Massimo Gandolfini, portavoce del comitato 'Difendiamo i nostri figli'. Ma se la ex-Cirinnà è in dirittura d’arrivo, ieri il Parlamento ha cercato di mettere qualche paletto alla maternità surrogata, di fatto vietata in Italia, però utilizzata all’estero dalle coppie, anche omosessuali, per avere un figlio. La battaglia è stata fatta dai centristi, che ieri hanno ottenuto un voto – con un inversione dell’ordine dei lavori – su una serie di mozioni, per impegnare il governo a farsi carico del problema, in futuro, con provvedimenti ad hoc. L’esecutivo, in segno di apertura, si è rimesso all’Aula, che alla fine di una serie di votazioni per parti separate, ha detto sì al testo del Pd e in parte a quello di Ap, e ha approvato alcune indicazioni degli altri documenti, che comunque hanno esclusivamente un valore orientativo. Un risultato che comunque lascia non poche perplessità. Spiega Ernesto Preziosi del Pd: «Se è positivo che il Pd abbia detto sì alla mozione di Area Popolare in cui si condanna la 'pratica della maternità surrogata, che mina la vita umana della donna', e che vede usare il corpo e la funzione riproduttiva 'come una merce', dall’altro lato non si può che rilevare con disagio la difficoltà incontrata, all’interno del Pd, per una condanna della 'gestazione per altri'». E però si dice soddisfatta da Ap Paola Binetti. «Non c’è dubbio che aver anticipato la discussione sulle mozioni che condannano l’utero in affitto sia per noi una tappa importante». Lorenzo Dellai (Demos-Cd) si era molto battuto per l’inversione dell’ordine dei lavori: «Peccato però che sia stata respinta la nostra mozione che indicava anche lo strumento giuridico con il quale perseguire nei fatti questo orientamento. La questione rimane pertanto aperta in attesa che si possano esaminare al riguardo specifiche proposte di legge, tra le quali quella da noi già depositata». E quelle sulle adozioni. Di fatto, la mozione dem impegna il governo ad avviare un confronto sulla base del divieto alla maternità surrogata ex legge 40 e della risoluzione del Parlamento Ue, nonché ad attivarsi per il pieno rispetto da parte dei Paesi che ne sono firmatari delle convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambini. Sullo stesso binario anche la mozione di Ap, votata (però senza la premessa e non più contenente la previsione della surrogata come 'reato universale') dalla maggioranza. Insomma, per Palazzo Chigi l’intenzione di voler mettere mano alla questione deve essere chiara. Su quanto riguarda la famiglia, Renzi insiste di non voler chiudere gli occhi. E anzi, ieri, il premier in Aula alla Camera ha assicurato di voler «implementare ed incoraggiare ulteriori misure, partendo dagli strumenti concreti di sgravi fiscali. Lo facciamo non in una dinamica politica ma perché è importante per il Paese. Il tema della maternità è assolutamente cruciale per l’Ue altro che dibattiti sterili: la crisi demografica è ancora più drammatica della crisi democratica. Se non invertiamo la direzione, l’Ue ha perso la sua forza».
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